Le scarse precipitazioni di questi giorni nel nord Italia non hanno allontanato la siccità che sta continuando ad avvolgere l’Italia. Dalla Sardegna all’Abruzzo, dall’Emilia-Romagna alla Sicilia l’estate rovente rischia di diventare un bollettino di incendi boschivi, purtroppo quasi sempre di origine dolosa o colposa. Finora, fortunatamente le cronache riportano solo piccoli episodi locali prontamente risolti, ma con la siccità prolungata e le temperature torride di questi giorni, il rischio incendi è davvero concreto. L’esperienza sul campo di migliaia di dottori agronomi e forestali porta verso un’unica soluzione: pianificare per tempo gli interventi, con un impegno a lungo termine e con adeguati investimenti in prevenzione.
I dottori agronomi e dottori forestali insistono che si deve incentivare il presidio del territorio, ricordando agli imprenditori agricoli il ruolo di sentinelle, consentendo loro di svolgere serenamente le attività rurali e zootecniche, compreso il pascolamento in bosco.
Nel recente passato il Collegio nazionale degli agronomi e dei dottori forestali ha sottoscritto un protocollo con la Protezione Civile e ha aperto un dialogo con il Corpo Nazionale di Vigili del Fuoco per avere le giuste sinergie tra chi deve interviene in emergenza e chi il territorio lo conosce palmo a palmo per professione.
Pianificare e progettare il territorio
«Sappiamo però che non basta migliorare le capacità di intervento in emergenza, ma si deve lavorare nella prevenzione degli incendi – afferma la presidente del Conaf Sabrina Diamanti – nella pianificazione e la progettazione del territorio, anche quello forestale, realizzazione di opere specifiche quali fasce parafuoco, realizzazione di invasi e l’attuazione di incendi di interfaccia, la sistemazione della viabilità forestale, e soprattutto gestione attiva del bosco. Attraverso la pianificazione di area vasta si può contribuire alla prevenzione degli incendi boschivi e al restauro di aree frammentate, degradate e percorse da incendio – continua Diamanti –. Urgono piani antincendio, coordinati con la corretta pianificazione territoriale delle aree boscate a macchia mediterranea e non. Inoltre, una adeguata pianificazione consente di individuare le criticità e le vocazioni delle aree agricole e forestali per organizzare gli interventi migliorativi e manutentivi nel tempo».
Per contrastare gli incendi, si deve riscoprire la cura del territorio. I devastanti incendi della scorsa estate, in particolare quelli accaduti in Sardegna, hanno evidenziato le tante, troppe superfici abbandonate dai proprietari, che non trovano remunerazione adeguata per occuparsi delle proprietà.
«Le risorse che oggi il Pnrr dedica agli incendi sono ancora molto orientate all’acquisto di macchinari e tecnologie per lo spegnimento e ai fondi per il ripristino delle aree percorse dal fuoco – conclude la presidente del Conaf –. Si tratta di momenti decisivi, ma questi interventi mantengono un approccio emergenziale che dobbiamo imparare a contenere. Vorremmo invece che una quota superiore dei fondi si spostasse alla fase di pianificazione del territorio, per contare meno danni, meno morti e avere soluzioni di lungo periodo».