Il miraggio dell’obiettivo europeo della neutralità climatica inizia a prendere forma e sostanza.
Il Parlamento e il Consiglio hanno infatti trovato ieri l'accordo sul sistema di scambio europeo delle quote di emissioni (Ets) per ridurre ulteriormente le emissioni industriali di gas serra e investire maggiormente in tecnologie rispettose del clima.
Il doppio ruolo dell’agricoltura
L'accordo, che coinvolge la filiera agricola sia come sorgente di emissione che di possibile assorbimento dei gas clima alteranti e che produce un possibile effetto distorsivo immediato sul settore dei fertilizzanti (si legga oltre) richiede ora la sua adozione formale da parte delle due istituzioni comunitarie.
«Questo accordo - commenta la Commissione Ue - è un passo fondamentale per raggiungere l'impegno di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 (Fit for 55)». L’accordo prevede anche l’istituzione di un fondo sociale per il clima per garantire una transizione equa.
«Sullo sfondo dell'invasione russa dell'Ucraina – continua l’Esecutivo comunitario- , questo dimostra la determinazione dell'Ue a diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, a trasformare la nostra economia e la nostra società, a non lasciare indietro nessuno e a garantire la nostra sicurezza energetica».
Il prezzo dell’anidride carbonica
Per integrare la consistente spesa per il clima nel bilancio dell'Ue, gli Stati membri sono chiamati a investire la totalità dei proventi dello scambio di quote di emissione in progetti legati al clima e all'energia e per affrontare gli aspetti sociali della transizione.
Il sistema Ets fissa un prezzo per la CO2 e riduce ogni anno il livello di emissioni consentito in settori quali la produzione di energia elettrica e calore, i settori industriali ad alta intensità energetica e l'aviazione commerciale.
Gli obiettivi numerici
«L'accordo raggiunto - spiega la commissione - ridurrà le emissioni dei settori Ets dell'Ue del 62% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Si tratta di un aumento sostanziale di 19 punti percentuali rispetto alla riduzione del 43% prevista dalla legislazione vigente».
È prevista un’accelerazione delle riduzioni annuali delle emissioni che passeranno dal 2,2% annuo previsto dal sistema attuale al 4,3% dal 2024 al 2027 e al 4,4% dal 2028. La market stability reserve, che stabilizza il mercato del carbonio rimuovendo le quote in eccesso, sarà rafforzata.
L’allargamento del Cbam
L'accordo prevede la graduale eliminazione delle quote di emissione gratuite per alcune imprese e la graduale introduzione del carbon border adjustment mechanism (meccanismo di aggiustamento alle frontiere per il carbonio - Cbam, cioè la tassa sulle emissioni di carbonio dei prodotti importati) tra il 2026 e il 2034 per i settori interessati.
L’allarme di Copa Cogeca
Su questo punto si alza però il grido di allarme di Copa Cogeca, le centrali europee di rappresentanza agricola. «L'inclusione dei fertilizzanti nel Cbam – mettono in guardia le due associazioni - creerà nuove distorsioni di mercato per i settori a valle, come quello agricolo».
«L'inclusione farà infatti salire ulteriormente il prezzo, aumentando il costo della produzione agricola in Europa e rendendo più competitivo e attraente l'uso di alimenti importati». Questa doppia penalizzazione per gli agricoltori sarebbe insopportabile, considerando l'attuale e prevedibile aumento del prezzo dei fertilizzanti, già ai massimi storici. «A questo proposito, le misure relative ad altre aree di intervento dovrebbero essere valutate e costruite in modo da limitare l'impatto sull'agricoltura dell'Ue, studiando al contempo la fattibilità di includere l'agricoltura nel Cbam o di sviluppare un altro strumento adeguato per prevenire la rilocalizzazione del carbonio in agricoltura». «Inoltre le entrate generate dal nuovo sistema dovrebbero sostenere i settori interessati, come quello agricolo».
Un nuovo sistema di Carbon credit dal 2027
L'accordo include anche le emissioni del trasporto marittimo, rendendo l'Ue la prima giurisdizione a fissare un prezzo esplicito per le emissioni in questo settore.
Per sostenere gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre le emissioni degli edifici, del trasporto su strada e dei settori industriali inclusi del Cban, Bruxelles ha previsto che, a partire dal 2027, venga avviato un nuovo sistema di scambio di emissioni separato per l'uso dei combustibili pertinenti.
«Se finora – si spiega in una nota dell’Esecutivo Ue - le riduzioni delle emissioni in questi settori non sono state sufficienti a mettere l'Ue sulla strada giusta per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, il nuovo sistema garantirà riduzioni efficaci sotto il profilo dei costi e genererà entrate che saranno disponibili per gli Stati membri e per il sostegno del fondo sociale per il clima».
Questo nuovo sistema “a monte” regolamenterà i fornitori di carburante piuttosto che le famiglie e gli automobilisti. Sono previste salvaguardie per consentire il rilascio di quote supplementari sul mercato se i prezzi superano determinate soglie e per evitare la doppia tariffazione in presenza di misure nazionali esistenti.
Il Fondo sociale
Il compromesso raggiunto a Bruxelles aumenta anche l'entità dei fondi per l'innovazione e la modernizzazione per gli obiettivi di decarbonizzazione. Per quanto riguarda la creazione di un fondo sociale per il clima, la Commissione evidenzia che questo «fornirà un sostegno finanziario dedicato agli Stati membri per aiutare i cittadini vulnerabili e le microimprese a investire in misure di efficienza energetica come l'isolamento delle abitazioni, le pompe di calore, i pannelli solari e la mobilità elettrica».
Sarà inoltre in grado di fornire un sostegno diretto al reddito che coprirà fino al 37,5% dei nuovi piani sociali per il clima nazionali. Entrerà in funzione nel 2026, prima dell'entrata in vigore del nuovo sistema Ets per i carburanti destinati ai trasporti e all'edilizia, e sarà finanziato con 65 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell'Ue, più il 25% di cofinanziamento da parte degli Stati membri.