Forficule, ora sono un problema anche per melo e vite

Forficula auricularia
Da insetto utile a fattore limitante per la coltivazione delle drupacee e ora anche per melo e vite. La strategia di difesa "collante"

Nelle principali regioni frutticole dell’Italia settentrionale (Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto) sono in aumento costante le segnalazioni di elevate presenze di popolazioni di Forficula auricularia nelle coltivazioni di drupacee (pesche, nettarine, albicocche e ciliege).

Ma ora le infestazioni causate da questi dermatteri, stanno interessando anche colture fino a oggi escluse dal problema come melo e vite e i danni causati stanno diventando il principale fattore limitante per la coltivazione delle drupacee.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Insetto utile (in teoria)

Le forficule con la loro attività trofica causano erosioni sub-circolari che interessano l’epicarpo e gli strati più superficiali del mesocarpo dei frutti in maturazione rendendoli incommerciabili anche quando il danno è molto lieve e appena visibile a occhio nudo, in quanto le erosioni rendono i frutti molto suscettibili all’attacco di patologie fungine, e quindi inadatti alla conservazione.

La gestione delle infestazioni di F. auricularia è complicata dal fatto che questo dermattero è sempre stato considerato utile all’ecosistema frutteto in quanto svolge una importante attività di predatore di insetti dannosi come afidi (soprattutto afide verde e afide lanigero del melo), psille, cocciniglie, nonché di uova, larve e crisalidi di piccoli lepidotteri. Questo comporta anche che la specie non è inserita tra le avversità animali indicate nei disciplinari di difesa integrata e che non ci sono insetticidi registrati per combatterla.

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Quando applicare le colle

Uno degli strumenti più utilizzati per il contenimento di questi dermatteri sono le colle entomologiche da applicare sul tronco ma anche su pali, tiranti, e tutto ciò che possa consentire alle forficule di raggiungere la chioma delle piante. Per ottenere dei buoni risultati le colle vanno applicate prima della salita dell’insetto in chioma a inizio maggio.

Purtroppo, queste colle devono essere riapplicate più volte nel corso della stagione e questo comporta un elevato costo in termini di manodopera che ne limita l’uso ai frutteti famigliari o comunque di piccole dimensioni. In alternativa si può sfruttare l’efficacia collaterale di alcuni insetticidi piretroidi come la lambda-cialotrina. o impiegare la cattura massale che si attua posizionando sulle branche basali delle fasce di cartone, dei giornali arrotolati, o qualunque altro oggetto che possa fungere da ricovero per le forficule. Un aiuto viene anche da una corretta gestione agronomica; recenti sperimentazioni hanno rilevato che lavorazioni del terreno sotto fila e nell’interfila disturbano il normale ciclo biologico dell’insetto e riducono la popolazione in campo.


Biologia e danni

La biologia della specie ha ancora diversi punti da chiarire; recenti studi, ad esempio, hanno rilevato che coesistono due popolazioni di Forficule che differiscono fra loro per alcune caratteristiche biologiche. Una popolazione, ad esempio, depone se uova prima dell’inverno, l’altra direttamente in primavera anche se poi lo sviluppo avviene per entrambe nella primavera. Lo svernamento avviene in nidi scavati nel terreno, e in prevalenza allo stadio di adulto in uno stato di ridotta attività (quiescenza), ma senza avviare una diapausa vera e propria. Questo permette una rapida ripresa dello sviluppo non appena le temperature tornano favorevoli anche se il primo stadio di sviluppo in genere rimane nel nido ed è a partire dal 2 ° stadio che le forme giovanili partono alla ricerca di cibo nell’ambiente circostante.

Da fine maggio ha luogo una seconda migrazione verso aree più elevate delle piante, in particolare su arbusti ed alberi. Qui le neanidi raggiungono lo stadio ninfale e – dalla fine di luglio – mutano in adulti. La specie presenta alcuni meccanismi biologici (tigmotassi positiva) e un feromone di aggregazione specie-specifico che portando ad aggregarsi sia gli ultimi stadi giovanili che gli adulti. L’accoppiamento avviene in autunno e precede la costruzione del nido scavato nel terreno ad una profondità cha varia dai 4-7 cm fino ad un massimo di 20 cm.

Forficule, ora sono un problema anche per melo e vite - Ultima modifica: 2023-02-28T00:47:25+01:00 da K4

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