Primo caso di Psa in Lombardia, mobilitati i droni dell’esercito

La carcassa di cinghiale positiva al virus della Psa è stata trovata a Bagnaria (Pv). L'obiettivo è ora contenere la diffusione del contagio

Il commissario del Governo per l'emergenza Psa, Vincenzo Caputo, e le strutture tecniche degli assessorati al Welfare e all'Agricoltura di Regione Lombardia hanno fatto il punto sulle strategie

Dopo il primo ritrovamento in Lombardia di una carcassa di cinghiale risultato positivo alla Psa (Peste suina africana) a Bagnaria (Pv), lo scorso 20 giugno, scenderà in campo l’esercito per pattugliare il territorio alla ricerca di eventuali altre carcasse di cinghiali infette. Verranno, inoltre, utilizzati i droni per monitorare attività e movimenti degli animali.

È la strategia decisa nell’incontro che si è tenuto lo scorso 22 giugno a Palazzo Lombardia con il commissario del Governo per l'emergenza Psa, Vincenzo Caputo, e le strutture tecniche degli assessorati al Welfare e all'Agricoltura per fare il punto sulle strategie di Regione Lombardia per il contenimento del virus.

«Il livello di attenzione rimane altissimo – ha spiegato l'assessore all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi – perché da settimane ormai la malattia lambiva i nostri confini tra le province di Alessandria e Pavia. L'ordinanza firmata il 6 giugno dal presidente Fontana è il primo presidio per circoscrivere la circolazione del virus. Oggi è fondamentale procedere con l'individuazione delle carcasse di cinghiale e parallelamente proseguire con abbattimenti controllati, che stanno avvenendo in collaborazione con gli ambiti territoriali di caccia e aziende specializzate».

«Dal Commissario – prosegue Beduschi – abbiamo ricevuto la conferma che il Governo considera efficace il sistema di contenimento approntato dalla Lombardia e, in piena sinergia con i ministri Lollobrigida e Crosetto e col sottosegretario La Pietra, è stato deciso di avvalersi del supporto logistico dell'esercito».

«Niente sarà lasciato al caso – conclude l'assessore Beduschi – per evitare il dilagare del virus in Pianura Padana, dove nell'area compresa tra le province di Cremona, Brescia e Mantova si trova il cuore della suinicoltura italiana, che dobbiamo preservare con tutti i mezzi possibili, compreso l'impiego di maggiori risorse per consentire interventi di biosicurezza e protezione degli allevamenti».

Rischio di disastro nazionale per la filiera suinicola

«La situazione è gravissima – ha fatto sapere il presidente di Cia Lombardia, Paolo Maccazzola –. Serve arginare questa piaga, prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di derivazione suina. Non possiamo lasciare in mano ai cacciatori e alle guardie forestali tutta la responsabilità del contenimento, sono necessari abbattimenti fatti in maniera mirata e soprattutto in tempi rapidi. La Regione si era già mossa per contenere il fenomeno, ma ora vanno intensificati i controlli e gli abbattimenti nella zona colpita».

La suinicoltura è un pilastro chiave della zootecnia italiana che è forte di tante produzioni regionali di altissima qualità. «L’emergenza cinghiali e il fenomeno della Psa sono stati per troppo tempo sottovalutati – precisa il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – lasciando, appunto, che una produzione fondamentale del nostro made in Italy agroalimentare venisse compromessa. Siamo ormai a 7 regioni coinvolte dall’epidemia. Chiediamo al Governo di supportare la struttura commissariale con tutti gli strumenti necessari e di darci finalmente ascolto, riformando la legge 157/92».

Le strategie della Regione Lombardia per impedire la diffusione del virus

Il primo caso positivo alla Psa in Italia risale al 7 gennaio 2022 a Ovada, in provincia di Alessandria. La Psa è un virus che colpisce cinghiali e suini, senza la capacità di passare ad altri animali o all’uomo. Anche le carcasse sono in grado di trasmettere la malattia.

A gennaio e febbraio 2022, dopo la scoperta del primo caso in Piemonte, come si legge in un comunicato del Consiglio regionale lombardo, erano scesi in campo 400 uomini per individuare carcasse di cinghiali ed erano state attivate le azioni di sorveglianza su un’area di 330 chilometri quadrati.

In un secondo periodo, da febbraio 2022 a giugno 2023, sono state identificate le zone a rischio e monitorate 12 aree da 3 – 5 ettari. Tutti i campioni sono risultati negativi, fino al primo caso del 20 giugno.

L’area, come prevede il protocollo di intervento indicato dall’ordinanza n. 28 del 6 giugno del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, è stata posta in Zona II, la cosiddetta “zona rossa”, che è ricompresa nella Zona I, una zona cuscinetto tra le aree infette e quelle non ancora coinvolte dalla presenza del virus. Regione Lombardia, in presenza di un focolaio, è intervenuta, quindi, per definire i margini dell’area infetta attraverso la ricerca di carcasse di cinghiali e la gestione degli allevamenti suini più a rischio.

La filiera suinicola vale quasi il 20% dell’intera zootecnia

Il 90% degli allevamenti suinicoli nazionali si concentra in Lombardia (50% del totale dei capi), Piemonte (14%) ed Emilia-Romagna (13%). La fase agricola (32 mila allevamenti suinicoli) genera un valore di oltre 3 miliardi di euro con un’incidenza pari al 5,7% del valore complessivo della produzione agricola nazionale, quasi il 20% di quello realizzato dall’intera zootecnia.

L’industria dei salumi realizza un fatturato di oltre 8 miliardi di euro con un’incidenza del 5,6% su quello del settore alimentare nazionale. Gli allevamenti sono caratterizzati da una forte concentrazione territoriale dei capi, in particolare nell’area della Pianura Padana e in una sola regione, la Lombardia, è presente oltre la metà del patrimonio suinicolo nazionale e si realizza oltre il 38% del valore della suinicoltura nazionale.

La Lombardia conta 2.739 allevamenti suinicoli e 4.156.583 capi allevati. Dal comparto suinicolo nazionale dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera delle carni suine, punta di diamante del Made in Italy. Conta 21 Dop e 12 Igp che rendono la salumeria italiana unica al mondo, con un valore annuo complessivo di 1,6 miliardi di export.

 

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Primo caso di Psa in Lombardia, mobilitati i droni dell’esercito - Ultima modifica: 2023-06-23T14:59:25+02:00 da Francesca Baccino

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