Una campagna segnata dalle bizze del clima. Così si presenta quella dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp che quest’anno comincia il 29 dicembre con ben dieci giorni di ritardo rispetto allo scorso anno. Le prime rosse di Sicilia a essere raccolte saranno quelle della varietà “Moro”, subito dopo Capodanno, dal 4 gennaio, sarà il turno della varietà regina, la “Tarocco”. Infine, dal 16 febbraio arriveranno le arance “Sanguinello”.
Ma gli effetti negativi del clima pazzo non si fermano al ritardo di maturazione.
«È stata un’annata folle, con piogge scarsissime, tempeste di vento e caldo anomalo fino a qualche settimana fa» ha ricordato durante il convegno “Criticità e opportunità: campagna Arancia Rossa di Sicilia Igp”, organizzato dal Consorzio di Tutela lo scorso 16 dicembre nella sala convegni della “Tenuta Ambelia”, a Militello Val di Catania, il presidente Gerardo Diana. Che ha poi aggiunto: «Ci sarà una maggior percentuale di prodotto con calibro più piccolo rispetto agli anni passati, ma nel suo complesso sarà, comunque, di qualità».
Approvare la legge sul succo
Non a caso, in quell'occasione, presenti l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino e il dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta, Diana ha detto: «Sarebbe utile provare a rispolverare la legge sul succo, che prevede una percentuale certa e definita perché quest'ultimo possa essere venduto come trasformato prodotto dell’Arancia rossa Igp». Il disegno di legge, infatti, è sepolto in Parlamento, ma se approvato potrebbe valorizzare il prodotto di calibro inferiore che attualmente viene consegnato all’industria che lo commercializza senza citare l’Igp.
Acqua assente
Ma la vera assente dagli agrumeti della Sicilia orientale è stata l’acqua: quella irrigua per i più è stata un miraggio, quella piovana è praticamente mancata quando più serviva alla coltura. Le ultime piogge, infatti, si sono verificate a metà giugno e si sono ripresentate solo a fine novembre. Nel frattempo il caldo anomalo ha messo in stress le piante.
Le rassicurazioni dell’assessore all’agricoltura: «Quest’annata potremo considerarla di passaggio per via degli interventi che il governo regionale ha pensato di mettere in campo per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Mi riferisco agli importanti investimenti realizzati sul lago di Lentini (uno dei maggiori invasi artificiali della Sicilia finora mai sfruttato, ndr), agli interventi mirati al risparmio delle risorse idriche, ma anche al miglioramento delle reti che serviranno a tutti gli agricoltori siciliani».
E poi un impegno: «Da gennaio si lavorerà anche a un piano agrumicolo che nella nostra regione non si era mai fatto. Lo faremo capendo che l'agrumicoltura è tra i pilastri portanti dell’export di questa regione e sostenendo con giuste risorse le attività di promozione».
I numeri del consorzio
Il Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp che conta 500 produttori, 6500 ettari coltivati - di cui 1000 in biologico - sui territori di Catania, Enna e Siracusa, 70 confezionatori di prodotto, 17 industrie di trasformazione associate e 280 aziende autorizzate all’uso del marchio, quest’anno, gioca una partita importantissima: «Sui mercati italiani e su quelli esteri, in questa stagione, dobbiamo consolidare il trend di crescita della produzione e della nostra reputazione – ha sottolineato Diana – sempre più affermata grazie alla qualità unica delle rosse e all'impegno che tutta la squadra del Consorzio infonde alle attività di comunicazione, vigilanza, amministrazione e marketing».
Nel corso della campagna 2022-2023 sono state commercializzate 28 mila tonnellate di prodotto. Ben 23mila consumate in Italia e all’estero come frutto fresco, cinquemila trasformate in succhi d’arancia, particolarmente apprezzati dagli sportivi e da consumatori attenti alle qualità dell’Arancia rossa di Sicilia Igp”, afferma adesso Gerardo Diana lanciando la campagna 2023-2024.
«Le caratteristiche dell’arancia rossa, unica per aspetto e caratteristiche organolettiche, saranno come sempre rispettate in pieno. Le arance non sono un prodotto da catena di montaggio e per far sì che arrivino a piena maturazione, gli agricoltori devono fare i conti con molteplici fattori – ha spiegato Diana –. Il rispetto del disciplinare di produzione, le nostre ‘Tavole della legge’, ci permetterà, comunque, ancora una volta di mettere in commercio un frutto dall’inimitabile colore rosso che solo la natura, la terra della Sicilia orientale, il clima e l’Etna sono in grado di dare».
E poi la rassicurazione del presidente del Consorzio di Tutela per buyer e consumatori: «La produzione è soddisfacente sia per qualità che per quantità e garantirà un'adeguata fornitura di tutte le varietà di Arancia Rossa di Sicilia Igp per l’intero periodo della campagna di commercializzazione, da fine dicembre a maggio».
Crisi, la parola che non si pronuncia
Il presidente Diana, nel lanciare la nuova campagna di commercializzazione dell’Arancia Rossa Igp, preferisce usare toni soft circa le difficoltà di mercato. Cosa che non fa la Cia Sicilia orientale. La Direzione dell’organizzazione professionale di categoria, riunita qualche giorno fa a Catania, ha espresso preoccupazione e ha richiamato l’attenzione «sulla difficile situazione che si è determinata nel comparto agrumicolo di tutto il territorio siciliano e che investe soprattutto l’area con l’arancia a polpa rossa, tanto ricercata e apprezzata dai consumatori».
Chiede la convocazione di un tavolo tecnico di confronto finalizzato a ricercare tutte le soluzioni possibili e dare sbocco alla produzione sia per fini industriali sia sul mercato allo stato fresco, attraverso mirate campagne dirette al consumo e si prepara a «coinvolgere le altre forze di categoria e le amministrazioni dei comuni agrumetati per schierare un ampio movimento di forze che, assieme al governo regionale, si impegnino a individuare, nell’ambito delle normative vigenti, strumenti e sostegni che allevino lo stato di sofferenza degli agricoltori e della filiera agrumicola».
L’attenzione del presidente della Regione
Dopo aver incontrato alcuni operatori del settore, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha dichiarato: «Il Governo regionale valuterà l’adozione di misure straordinarie adeguate per arginare la crisi agrumicola in Sicilia, dovuta alla carenza di piogge». L’intenzione di inserire questi interventi nella legge di stabilità 2024 rendono, però, l’impegno piuttosto vago e difficile da rispettare, viste le limitazioni della finanza pubblica della Regione Siciliana. «Tuttavia – ha detto Schifani – non resteremo sordi agli appelli che arrivano soprattutto dalla parte orientale dell’Isola, dove migliaia di famiglie vivono di agrumicoltura». Il passaggio dalle parole ai fatti sarà come sempre difficile, anche alla luce dell’obbligo di dirottare sostanziose risorse al ponte sullo Stretto.