Duemila e cinquecento ettari di colture pregiate a rischio. Sono quelli serviti dalla diga Trinità nei territori comunali di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Campobello di Mazara in provincia di Trapani. Qui - siamo nella valle del Belìce - insistono vigneti, oliveti e altre colture pregiate che già nel 2024 hanno subìto una grave battuta d’arresto a causa della siccità perchè private delle irrigazioni un tempo definite di soccorso. Irrigazioni che ormai - alla luce dei cambiamenti climatici - si sono rese rese necessarie.
Abbassare il livello dell'acqua
Nell’invaso poca acqua a causa della siccità e delle prescrizioni di sicurezza del Ministero delle Infrastrutture. Risultato? Il consorzio di bonifica non ha potuto effettuare le consuete turnazioni nelle consegne idriche. E adesso che la pioggia è finalmente arrivata, le previsioni per il 2025 non sono più rosee. Da Roma, in particolare dal ministero delle Infrastrutture, lo scorso 14 gennaio è arrivato un diktat: bisogna ridurre il volume invasato nella diga Trinità portando il livello dell’acqua fino a un’altezza massima compresa tra i 50 e i 54 metri (contro i 62 precedentemente autorizzati). Brutta notizia che, sommata alla consapevolezza della grande quantità di detriti accumulati sul fondo dell’invaso - realizzato tra il 1954 e il 1959 senza preoccuparsi molto delle necessarie opere idraulico-forestali a monte - potrebbe significare la messa “fuori servizio” dell’invaso trapanese prezioso per gli agricoltori della valle del Belìce.
Coldiretti: Inaccettabile sprecare acqua
Tuona Coldiretti: “Sono anni che l’acqua viene sprecata e non è più possibile accettare questa situazione. Il rimpallo di responsabilità sta solo sfaldando i nervi degli imprenditori agricoli della zona. Trovare una soluzione adeguata che possa garantire l’uso delle risorse idriche dev’essere una priorità perché non si può aspettare la pioggia per poi buttarla”. “Soprattutto – aggiunge Coldiretti Sicilia – deve essere fatto in tempi celeri e non aspettare anni. È chiaro che di fronte a questa priorità sarebbe auspicabile che le risorse destinate ad opere faraoniche venissero dirottate verso la messa in sicurezza di quest’opera così importante per tutta l’agricoltura”.
Cia: così si condanna a morte l'agricoltura
Cia Sicilia occidentale ha chiesto un incontro con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per trovare una soluzione urgente che blocchi la messa fuori esercizio della diga Trinità. «La chiusura di questo impianto significherebbe la morte definitiva di centinaia di aziende vitivinicole che, ogni estate, per l’irrigazione, dipendono dalle acque di questo invaso – dichiara il vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale Matteo Paladino –. In queste settimane di pioggia è stata sversata in mare una enorme quantità di acqua: per un’agricoltura assetata è davvero un paradosso. Ai problemi della siccità si aggiungono quelli di una cattiva gestione delle acque. Già l'anno scorso lo sversamento dell'acqua in mare non ha permesso le regolari irrigazioni causando ad oliveti e vigneti un calo produttivo del 70%. Il ministero ha lasciato uno spiraglio aperto e si dice disposto a riesaminare il caso, la Regione deve intervenire per garantire l’irrigazione dei terreni per la prossima stagione».
L'ordine del ministero per questioni di sicurezza
Cosa difficile da realizzare alla luce della situazione davvero compromessa così come ha spiegato Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile, durante il question time alla Camera rispondendo a una interrogazione di Davide Faraone (Iv): «Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha avviato, ad aprile 2024, il procedimento per la limitazione – ulteriore rispetto a quella in atto dal 2022 – o la messa fuori esercizio dell’invaso e ha richiesto l’aggiornamento delle verifiche, che hanno confermato gravi carenze di sicurezza in condizioni statiche, sismiche e di piena. All’esito, il Mit, lo scorso 14 gennaio, ha disposto la messa fuori esercizio dell’invaso, da attuarsi mediante la progressiva riduzione dei livelli idrici secondo modalità e precauzioni gestionali che restano nella responsabilità del gestore dell’opera (la Regione Sicilia, ndr)».
Ordine prontamente eseguito. Nel frattempo, il presidente della Regione Renato Schifani, che fino al 21 gennaio si è detto disinformato sui fatti e sulla nota ministeriale, ha informato «di avere chiesto, nell’ambito dei rapporti già avviati da Palazzo d’Orleans con il ministero, al dipartimento di individuare, nel più breve tempo possibile e in un rapporto di stretta collaborazione operativa con il Mit, gli interventi di consolidamento necessari per un rapido e definitivo superamento delle criticità dell’invaso».
Il problema era già noto nel 2021, ma nonostante le prescrizioni restrittive del Servizio Dighe risalgono a parecchi anni fa, finora niente è stato fatto finora. Si dice che il tempo lenisce ogni ferita. Non è il caso di una diga in terra come la Trinità per la quale il tempo, aggiunto all’incuria, conduce solo alla distruzione.