Ridisegnare il futuro del comparto agroalimentare italiano verso modelli produttivi più sostenibili e competitivi, valorizzando le competenze tecniche, puntando sulla leva dell’innovazione tecnologica e sulla forza delle aggregazioni e mettendo in campo tutte le risorse necessarie per invertire una tendenza suicida per il settore primario: sempre meno studenti scelgono la facoltà di agraria e sempre meno aziende agricole sono avviate da giovani. È questo il messaggio emerso dal Congresso nazionale dei Periti agrari e periti agrari laureati “Innovare per creare valore”, svoltosi a Napoli, che ha sollecitato il dibattito tra professionisti, docenti universitari, rappresentanti istituzionali e dirigenti di enti di ricerca.

Braga: «Urgente una riforma del sistema universitario»
«Questo congresso – ha affermato il presidente del Collegio dei Periti agrari e periti agrari laureati Mario Braga – è un momento di sintesi e visione, in cui la categoria dei Periti agrari riafferma la propria centralità nel rispondere alle sfide imminenti. La prima è quella delle competenze, in Italia quattro ragazzi su dieci interrompono gli studi. Confindustria attesta da tempo che il 79% delle imprese non trova sul mercato del lavoro le competenze richieste. L’agricoltura sta vivendo questi fenomeni in modo particolarmente grave, come dimostrano lo spopolamento del 60% delle aree interne, un ricambio generazionale che non c’è -solo il 10% di aziende è gestito da under 40- e una Pac che arriva sempre in forte ritardo.
Come rispondere a queste criticità? I periti agrari si impegnano, e lo faranno con ancora più forza, nel promuovere una riforma del sistema universitario, per raccordarlo con il territorio, con le professioni e le imprese. Si tratta di una necessità urgente e non più rinviabile».
La sfida tecnologica
Braga si è quindi soffermato su un altro tema centrale del confronto, l’implementazione dell’innovazione in campo. «Entro la fine dell’anno verrà lanciata in cielo buona parte della costellazione Iride, questi satelliti permetteranno entro fine 2026 un monitoraggio completo del territorio. La nostra categoria sarà pronta ad affrontare questa sfida tecnologica che rivoluzionerà completamente la modalità gestionale dell’ambiente e dell’agricoltura».
Periti agrari, «nella nuova Pac chiediamo più attenzione alla consulenza»
La terza sfida evidenziata dal presidente del Collegio dei periti agrari riguarda la Pac. «Da 40 anni – ha spiegato – viviamo un forte ritardo: uno degli elementi completamente disapplicato è la consulenza. Le imprese camminano quando un professionista le accompagna verso lo sviluppo, verso quel processo di trasformazione del settore che sarà epocale. La nostra categoria ha le competenze necessarie per favorire la professionalizzazione di molte piccole aziende».
«Serve maggior collaborazione e aggregazione»
Su questi tre temi centrali: competenze, innovazioni e scelte politiche, Braga ha richiamato l’importanza di collaborazione e aggregazione. «Sarà fondamentale - ha concluso il presidente del Cnpapal –, coinvolgere le organizzazioni, i decisori politici, le università e le scuole, affrontando i problemi con determinazione e senza infingimenti».












