Più attenzione al mercato e graduale fine degli incentivi alle rinnovabili.
Su questi punti cardine si basano le nuove Linee guida in materia di sostegno pubblico per la tutela dell’ambiente e dell’energia (EEAG), adottate dalla Commissione europea il 9 aprile scorso e che entreranno in vigore il 1 luglio prossimo fino al 2020 (anche se la riduzione degli incentivi partirà dal 2016). Contestualmente verrà alleviata anche la pressione fiscale sui settori a forte consumo energetico (tra cui ceramica, metalli, chimica e carta).
«Le linee guida – sottolinea una nota della Commissione Ue – aiuteranno gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi climatici per il 2020, rimediando allo stesso tempo alle distorsioni del mercato che possono risultare dalle sovvenzioni accordate alle fonti di energia rinnovabili. Per far questo, favoriscono un’evoluzione progressiva verso meccanismi di sostegno alle energie rinnovabili basati sul mercato. Stabiliscono anche dei criteri in base ai quali gli Stati membri possono dispensare le imprese grandi utilizzatrici di energia, particolarmente esposte alla concorrenza internazionale dagli oneri prelevati per sostenere le rinnovabili».
In altre parole più sostegno alle grandi industrie e meno alle rinnovabili perchè eolico, solare o geotermico «hanno ricevuto pesanti aiuti pubblici negli ultimi anni grazie a tariffe fisse non collegate agli effettivi costi del settore – prosegue la Commissione –. Questo ha incoraggiato la crescita del settore ma ha anche creato distorsioni al mercato». Dal momento che oggi «alcune rinnovabili hanno raggiunto la maturità la Commissione ritiene opportuno eliminare gradualmente le tariffe fisse per passare a metodi di definizione dei prezzi maggiormente collegati ai costi». Sempre secondo la Commissione «la riduzione degli aiuti alle rinnovabili può tradursi anche in un abbassamento della bolletta energetica per le famiglie».
Immediata la reazione di Epia (European photovoltaic industry association) che sottolinea come le linee guida «vadano ad esclusivo vantaggio dei big player di mercato» e aggiunge: «questo regime di aiuti di Stato discrimina la generazione su piccola scala e potrebbe gravemente danneggiare la capacità degli Stati membri di definire misure efficaci e adeguate per sostenere la diffusione delle diverse tecnologie di energia rinnovabile».