E' un Claudio Gallerani a due facce quello che si presenta alla consueta conferenza stampa primaverile di Coprob, la cooperativa che presiede, primo player italiano del mondo bieticolo-saccarifero.
Da un lato la soddisfazione evidente per la risposta dei soci bieticoltori in questa campagna 2014 appena iniziata. Dopo un 2013 di grandi difficoltà, con semine ritardate o saltate a causa di piogge incessanti, nei due bacini di Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd) sono stati investiti 32-33mila ettari.
Senza intoppi, senza problemi: un buon viatico per raggiungere quelle rese necessarie (i 100 q di saccarosio a ettaro) per rimanere competitivi su un mercato ormai di respiro abbondantemente sovranazionale.
Dall’altro lato la preoccupazione per uno scenario che diventa ogni anno più complesso. La fine del sistema delle quote nel 2017 («La filiera, inascoltata, chiedeva all’unisono di arrivare al 2020»), la pressione interna all’Ue dei Paesi del Nord Europa, quella esterna dei produttori di canna e un mercato mondiale dello zucchero che dopo l’impennata degli ultimi due anni ha imboccato una china discendente che pare non arrestarsi.
Gallerani insiste su alcuni punti chiave. «Coprob ha un fatturato di 340 milioni di euro, in questi anni ha effettuato investimenti per 150 milioni di euro, è solida e ha messo fieno in cascina per affrontare momenti difficili come questo. Non abbiamo la minima intenzione di mollare e la fiducia che i nostri soci continuano a manifestarci ci dà forza. Certo in un simile contesto le istituzioni non possono fare finta di niente e devono prendersi le loro responsabilità».
Ed ecco le prime due, stringenti, richieste. «Nonostante tutte le continue rassicurazioni, il mondo bieticolo-saccarifero è ancora in attesa di parte degli aiuti nazionali al settore relativi al 2009/2010. Si tratta di qualcosa come 46 milioni di euro dovuti, dei quali quasi 25 dovrebbero arrivare a Coprob».
Il secondo punto è più prospettico. «La fine delle quote nel 2017 e la nuova Pac modificano lo scenario di riferimento – evidenzia il presidente Coprob – ma gli Stati membri hanno una maggiore possibilità di intervenire con decisioni nazionali. Nel nostro settore è il caso degli aiuti comunitari accoppiati che auspichiamo possano essere modificati : il massimale va alzato da 500 a 600 euro/ha incrementando il plafond nazionale da poco meno di 20 milioni a 30 milioni di euro».
Una scelta che trova l’appoggio di Paolo De Castro, candidato alle europee e, oltre che ex ministro agricolo italiano, già presidente della Commissione agricoltura del Parlamento di Strasburgo: «È il momento delle scelte e credo che l’aiuto accoppiato per il settore dello zucchero vada sostenuto. L’Italia può decidere in maniera oculata e ritengo che per il comparto bieticolo-saccarifero si possano anche superare i 600 euro/ha di aiuto accoppiato».
De Castro va oltre e prova a guardare avanti alcuni anni: «Penso che il prezzo dello zucchero possa tornare a salire. Nel complesso non esiste un eccesso di offerta, ma in prospettiva ci sarà uno stress da domanda. L’importante è che le imprese saccarifere oggi operanti resistano all’attuale situazione, oggettivamente non semplice».
Sempre sul fronte europeo De Castro non esclude una nuova tranche di aiuti per dismettere quote (e stabilimenti) nel settore zucchero: «Con la riforma 2006 sono usciti dal mercato in Europa qualcosa come 85 stabilimenti. Da più parti arriva una richiesta di riapertura dei fondi per la dismissione ma Dacian Ciolos ha preso tempo e rimandato la decisione al nuovo Commisario agricolo che verrà nominato dopo le elezioni europee. Spero comunque che un eventuale provvedimento di questo tipo non possa interessare la situazione italiana, già ridotta ai minimi termini (sono solo quattro attualmente gli zuccherifici attivi, ndr)».
Torniamo in campagna e alle prospettive per il bieticoltore. Coprob, per voce di Gallerani, garantirà almeno 42 euro a tonnellata di bietola a 16°. «Storicamente abbiamo proposto al socio una remunerazione migliore della media di mercato. Non abbiamo ancora firmato l’accordo interprofessionale ma lo faremo presto. Rispetto all’anno scorso, considerando l’andamento delle quotazioni dello zucchero, la cooperativa si è cautelata riducendo a priori del 14% il prezzo che pagherà. I 42 euro/t sono comunque garantiti. Poi speriamo che il contesto migliori, il prezzo dello zucchero risalga, e che, attraverso il meccanismo del ristorno si possa fare avere qualcosa di più al socio bieticoltore».
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