Sostenere l’agricoltura sociale, incoraggiando e accompagnando lo sviluppo di attività imprenditoriali capaci di coniugare sostenibilità e innovazione. Questo l’obiettivo di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il bando, giunto alla sua terza edizione, indetto da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza, con Intesa Sanpaolo e la partecipazione attiva della Rete Fattorie Sociali, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata.
Quest'anno anche otto borse di studio
Tre i vincitori dell’edizione 2017: la cooperativa agricola Giuseppe Garibaldi di Roma; l’azienda agricola Vivaio Villanova di Foggia e l’azienda agricola sociale Capone di Macerata, che si è aggiudicata la sezione dedicata alle zone colpite dal terremoto. A ognuno è andato un assegno di 40mila euro per la realizzazione del progetto, oltre a una borsa di studio per il Master in Agricoltura Sociale (MAS) presso l’Università di Roma Tor Vergata, giunto alla terza edizione.
E quest’anno si replica con altri 120mila euro, che premieranno i tre migliori progetti presentati da imprenditori agricoli singoli o associati e cooperative sociali (che dovranno riguardare minori e giovani in situazione di disagio, anziani, disabili, immigrati che godono dello stato di rifugiato e richiedenti asilo), e l’assegnazione di otto borse di studio per partecipare al ‘Master online in Agricoltura Sociale’ presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Marchio nazionale, manca poco?
Il presidente della Rete delle Fattorie Sociali, Marco Berardo Di Stefano, ha dichiarato che i progetti realizzati «Brillano sul territorio. E brilleranno ancora di più se varerà realizzato il marchio nazionale con i decreti attuativi della legge 141/15».
Sui decreti attuativi della legge 141, Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, ha risposto: «Sono in arrivo. Il mio impegno è che questo decreto veda la luce al più presto». Per quanto riguarda il marchio nazionale Pesce ha ribadito che vuole portare avanti questo tema per «Dare sempre più valore alle produzioni e rafforzare la consapevolezza dei consumatori su prodotti di qualità». Il sottosegretario ha poi dichiarato di essere particolarmente vicino all’agricoltura sociale perché «Emblema di un’agricoltura integra, non sfruttatrice ma generosa e in prima fila per la collettività».
«L’agricoltura – ha concluso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – è il contatto tra uomo e natura. E allora chi meglio dell’agricoltore può dar valore al sociale? È bello fare del bene, rendersi utile agli altri. L’agricoltura sociale declina i temi dell’inclusione, dell’aiuto, della vicinanza e della solidarietà».
I tre progetti vincitori dell’edizione 2017
“Ti p’orto l'orto con l'ape che gira” della Cooperativa G. Garibaldi, Roma.
Il progetto nasce dall’esigenza di chiudere il ciclo produttivo della Cooperativa Sociale G. Garibaldi, attivando un punto vendita ambulante, attraverso il quale i giovani adulti con autismo severo della Cooperativa incontreranno al “mercato” la città, portando i frutti del proprio orto e se stessi tra la gente. L’Ape che gira diventa così un moltiplicatore di opportunità di incontro e quindi potenziale strumento abilitativo, oltre che un modo per sensibilizzare i cittadini sui disturbi dello spettro autistico.
“Essenzialmente vivaio” di “Vivai Villanova”, Foggia
Il progetto prevede l’avvio della coltivazione di piante aromatiche – officinali (rosmarino, timo, menta, lavanda) per la produzione di oli essenziali con l’inserimento lavorativo, inizialmente nella fase della produzione primaria, di persone con disagio sociale o disabilità. Il passo successivo comporta il loro inserimento nella fase della trasformazione, che culminerà nella costituzione di una nuova cooperativa, “Gli essenziali”, che vedrà tra i soci proprio le persone target del progetto.
“Ubuntu” di “Apicoltura Capone”, Pollenza in provincia di Macerata. (Premio riservato alle zone terremotate).
Il progetto (Ubuntu in africano sud-sahariano indica benevolenza verso il prossimo, forte senso di umanità) prevede l’inserimento di ragazzi fragili che soffrono di ritardo mentale e dello spettro autistico nelle attività aziendali, in particolare nell’apicoltura e nell’equitazione. L’obiettivo è creare una rete di aziende, associazioni ed enti pubblici, per sviluppare idee, proposte e collaborazioni volte alla rinascita economica e allo sviluppo di servizi nelle zone duramente colpite dal terremoto.