Lotta al caporalato, arriva un protocollo interministeriale

caporalato
Firmata un’intesa (protocollo) dai Ministeri degli Interni, del Lavoro e delle Politiche agricole, assieme all’Associazione dei Comuni, per prevenire  e contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il caporalato

Considerando che lo sfruttamento lavorativo nel comparto agricolo e la conseguente lotta al turpe fenomeno del caporalato rappresentano un argomento centrale per il Governo, tanto che nell’ultimo mese numerosi sono stati gli arresti relativamente a tali situazioni, si è deciso di rafforzare tale azione sottoscrivendo un protocollo di intesa tra Ministero dell’Interno, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ed il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed Anci.

In pratica attraverso tale protocollo si vuole favorire l’attuazione di azioni più efficaci, soprattutto nelle aree dove il fenomeno dello sfruttamento lavorativo è più presente, previste dal piano triennale della lotta al caporalato.

In pratica sono stati stabiliti i compiti dei tre ministeri e dell’Anci.

I compiti del ministero dell’interno

Al Ministero dell’Interno sono stati delegati i seguenti compiti:

  • promozione ed attivazione di un tavolo permanente, nell’ambito dei Consigli Territoriali per l’immigrazione istituiti presso le Prefetture, che abbia come finalità quella di raccordare e monitorare il fenomeno a seguito di una analisi dei dati e dei bisogni rilevabili in ambito locale. Questa azione dovrà servire a stabilire quelli che sono gli indirizzi e le linee di intervento da porre in essere considerando quanto previsto nel Piano Triennale, oltre ad essere il punto di programmazione degli interventi che si deciderà di effettuare su base provinciale, da ricomporre su base regionale e nazionale. Questi interventi dovranno avvenire attraverso una attenta verifica di quelle che sono le risorse economiche disponibili e del loro efficace utilizzo;
  • provare a sensibilizzare i prefetti affinchè possano assicurare la partecipazione attiva di un rappresentante della Prefettura – Utg a quelle che sono le iniziative delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro agricolo di qualità, tenendo conto delle aree ritenute come quelle a più alto rischio di sfruttamento lavorativo;
  • sostenere utilizzando le risorse del Pon Legalità 2014-2020 o del Programma complementare dello stesso Poc Legalità alcune misure previste per i lavoratori extracomunitari stagionali agricoli che risultano essere a rischio di sfruttamento lavorativo o vittime dei caporali nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le misure devono essere poste in essere poste in essere se, a seguito di apposita mappatura, emerge l’esistenza di un particolare fabbisogno riguardanti interventi finalizzati al recupero del patrimonio immobiliare pubblico, anche confiscato, da destinare ad alloggi od alla erogazione di servizi di supporto all’integrazione. Oppure se dovese emergere l’esigenza di dover erogare ai lavoratori servizi quali la formazione professionale, l’orientamento al lavoro, ed all’accompagnamento all’autoimprenditorialità, il supporto informativo, psicologico, medico e legale;
  • finanziare il completamento degli interventi strutturali finalizzati al raggiungimento di idonee condizioni logistiche ed il superamento di eventuali criticità di carattere igienico sanitarie riferite agli insediamenti spontanei dei lavoratori stranieri che sono impiegati in aziende agricole che risultano essere vittime o possibili vittime di sfruttamento lavorativo;
  • sostenere, tramite risorse del Fami, l’erogazione di servizi ad hoc, con riferimento a quelle che sono le azioni ammissibili previste dalla base giuridica del Fondo Europeo;
  • stabilire azioni che permettano di supportare le categorie di lavoratori che risultino essere più deboli con riferimento allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

I compiti del ministero del lavoro e politiche sociali

Al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali spettano, invece, i seguenti compiti:

  • fungere da supporto alle singole amministrazioni comunali nel dover procedere ad attuare, per quanto di loro competenza, quanto previsto dal Piano triennale per la lotta al Caporalato in modo da poter contribuire al radicamento ed alla governance territoriale dello stesso Piano. Il tutto dovrà avvenire anche individuando tute le aree che risultano essere esposte a maggior rischio, alle quali dovrà essere effettuato una azione riferita ad individuare soluzioni alloggiative dignitose. Tale azione dovrà essere effettuata di concerto sia con l’Anci che con il sostegno del Fondo nazionale per le Politiche Migratorie;
  • sostenere tramite risorse del FAMI, del Fondo Sociale Europe e del Fondo nazionale per le Politiche Migratorie oltre ad altri finanziamenti comunitari interventi su tutto il territorio nazionale. Tali interventi devono essere finalizzati, nell’ambito del territorio nazionale a migliorare l’efficacia, l’equità, la trasparenza e la qualità del lavoro tramite il rafforzamento dell’occupazione ed il mantenimento delle condizioni di regolarità delle categorie di lavoratori che risultano maggiormente a rischio, soprattutto cittadini extracomunitarie vittime di sfruttamento. Altro intervento previsto è quello di porre in essere un meccanismo a livello nazionale con cui si possa assicurare l’identificazione, una adeguata e rafforzata protezione, l’assistenza ed il reinserimento socio lavorativo delle persone vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura adottando linee guida con cui si indirizzi e si uniformi l’azione svolta dai soggetti territorialmente competenti sull’argomento. Un ulteriore intervento dovrà essere quello di porre in essere programmi e percorsi personalizzati che facilitino le vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura ad accedere alle misure di politica attiva del lavoro. Occorrerà anche rafforzare e qualificare le attività di vigilanza tramite una task force, in cui si dovrà prevedere anche la presenza di un mediatore cultura, in stretta collaborazione con l’I.N.L. Infine occorrerà promuovere l’agricoltura etica, in stretta collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, prevedendo l’inclusione sociale nelle aree rurali cercando di promuovere una sensibilizzazione riferita allo sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura, anche tramite campagne di comunicazione istituzionali e sociali congiunte.

I compiti del Mipaaf

Al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono stati delegati i seguenti compiti:

  • promozione di iniziative normative che diano attuazione alla direttiva (UE) 2019/633 riguardanti le pratiche commerciali sleali nell’ambito dei rapporti tra le imprese della filiera agricola e alimentare;
  • realizzazione e aggiornamento periodico del calendario delle colture mappando anche i fabbisogni della manodopera agricola a livello nazionale, anche tramite il finanziamento di appositi progetti;
  • potenziamento la misura dei contratti di filiera sfruttando anche le risorse disponibili presenti nella programmazione complementare al Piano nazionale di Ripresa e Resilenza;
  • promozione ed adesione alla rete di lavoro agricolo di qualità, considerando eventuali meccanismi di premialità nei confronti di aziende che dovessero decidere di aderire alla rete e che vogliono accedere a finanziamenti nazionali e regionali di interesse del settore agricolo;
  • promozione dell’agricoltura etica e di qualità, in stretta collaborazione con il Ministero del lavoro, che preveda l’inclusione sociale nelle aree rurali, anche tramite campagne di sensibilizzazione contro lo sfruttamento lavorativo e la promozione del laoro dignitoso in agricoltura.

I compiti dell’Anci

Il compito dell’Anci deve essere quello di:

  • supportare e sensibilizzare i Comuni, attraverso le reti territoriali esistenti, incentivando ed accompagnando una partecipazione attiva riguardante il coordinamento e l’attuazione di iniziative che mirino all’inserimento sociale ed abitativo dei lavoratori agricoli precari;
  • fornire informazioni ai Comuni a riguardo della precarietà del lavoro agricolo, orientandoli tra le risorse disponibili a livello centrale iniziando dalle risorse Pon Legalità;
  • collaborare all’utilizzazione di strumenti amministrativi finalizzati all’emersione individuale di lavoratori che sono in Italia in maniera irregolare, sfruttando protocolli di collaborazione già sperimentati.

Clicca qui per vedere il protocollo d'intesa

Lotta al caporalato, arriva un protocollo interministeriale - Ultima modifica: 2021-07-16T10:05:26+02:00 da Alessandro Maresca

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