Ci sono già state segnalazioni delle migrazioni delle larve di Thaumatopoea (=Traumatocampa) pityocampa, o processionaria del pino, dai nidi invernali verso il terreno.
Lieve ritardo rispetto al 2020
Quest’anno, contrariamente all’andamento epidemico anticipato avuto nella passata stagione, l’insetto ha ritardato l’abbandono dei nidi, soprattutto nelle aree montane, a causa di importanti ritorni di freddo che si sono verificati proprio a ridosso dell’inizio della primavera.
Il ciclo si svolge a partire dall’estate quando la farfalla depone dalle 100 alle 300 uova, a manicotto, sugli aghi di pino. Dopo circa un mese nascono le prime larve. In questo periodo se le temperature risultano miti, le larve aumentano la loro azione trofica e creano il maggior danno agli alberi. In primavera le larve mature, pericolose a causa dei peli urticanti presenti sul dorso, abbandoneranno il nido sericeo formato in autunno e scendono in “processione” lungo il tronco per incrisalidarsi a qualche cm di profondità nel terreno.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Danni
Per quanto concerne danni alle piante, l’attività trofica delle larve provoca defogliazione delle stesse e, nei casi più gravi, stress delle piante che le rendono maggiormente sensibili ad attacchi di parassiti di debolezza.
Le larve adulte risultano, inoltre, molto pericolose per l’uomo e gli animali a causa dei peli urticanti che a contatto con le mucose o con la pelle, causano infiammazioni e reazioni allergiche talora molto gravi. Anche i nidi abbandonati in primavera sono pericolosi per la presenza di peli rimasti intrappolati nel groviglio sericeo.
Metodi di contenimento
La processionaria del pino è un parassita sottoposto a Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria (DM del 30 ottobre 2007, pubblicato in G.U. n. 40 del 16/02/2008), che prevede l’obbligo della lotta laddove il popolamento arboreo sia minacciato dalla presenza del parassita o ci siano rischi per la salute delle persone.
In metodi di contenimento del parassita sono diversi a seconda della fase di sviluppo dell’insetto. In questo periodo, con la presenza di larve che stanno completando il proprio ciclo, uscendo dal nido per nutrirsi e prepararsi per la migrazione verso il terreno, si possono effettuare 1-2 trattamenti con BTK (Bacillus thuringensis kurstaki) con irrorazione sulla chioma; in alternativa, con l’ausilio delle opportune cautele, si può procedere all’asportazione meccanica e successiva distruzione del nido.
Un altro metodo interessante risulta essere l’utilizzo di trappole a colla o ecotrappole a collare che si posizionano lungo il fusto poco prima della migrazione delle larve mature.
Vale la pena sottolineare che la lotta alla processionaria ottiene i risultati migliori se effettuata all’inizio dell’autunno, quando le giovani larve stanno iniziando la costruzione del nido. In tale periodo, infatti, le giovani larve sono facilmente raggiungibili dagli insetticidi (poiché il nido non è ancora ben formato) e risultano più suscettibili all’azione del BTK. Sarebbe utile l’uso di trappole a feromoni per il monitoraggio degli adulti in estate e l’utilizzo di droni con videocamera per individuare precocemente i nidi, a inizio autunno, per poter attuare forme di lotta biologica o trattamenti endoterapici in modo più efficiente.
Principi attivi utilizzabili
Abamectina (utilizzabile in endoterapia), Azadiractina*, B. thuringensis kurstaki*, B. thuringensis aizawai*, Etofenprox, Lambda-cialotrina, Olio minerale*, Spinosad*, Tau-fluvalinate.
I prodotti con l’asterisco sono impiegabili in agricoltura biologica.