La difesa in due atti dalla bolla del pesco

Tipiche deformazioni fogliari e arrossamenti causati da Taphrina deformans agente della Bolla del pesco
La strategia di difesa contro Taphrina deformans si attua in due tempi. Una fase autunnale-invernale, a partire dalla caduta delle foglie, e una alla ripresa vegetativa in primavera. Una fase quest'ultima da individuare con esattezza in base alla varietà di pesco coltivata

La bolla del pesco, causata da Taphrina deformans, è la malattia che maggiormente preoccupa i peschicoltori sia nella fase autunnale e invernale sia, a maggior ragione, durante la fase primaverile quando il fungo riprende la sua attività patogenetica e il rischio di contrarre l’infezione è molto elevato.

Sincronizzata sulla Rottura gemme

Proprio l’elevato adattamento di questo fungo alla pianta di pesco fa sì che questa fase coincida esattamente con la ripresa dell’attività vegetativa delle piante (fase fenologica di “rottura delle gemme”) permettendo al patogeno di trovare i primi tessuti verdi disponibili. Quando le gemme a legno si aprono mettendo a nudo i primi tessuti verdi, le piogge o le nebbie prolungate assicurano una bagnatura di almeno 15 ore e la temperatura si mantiene (fra 3 e 15 °C), il fungo germina e penetra causando infezione.

Questa sarà tanto più grave quanto più esteso sarà il periodo di umettazione e i sintomi della malattia, se la temperatura non sale sopra i 20 °C, compariranno dopo 14-20 giorni dall’evento infettivo. Infezioni fogliari gravi possono causare filloptosi precoce e ripercussioni sulla stagione successiva, mentre quelle sui frutti causare forti perdite produttive.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Prevenire in fase autunnale

Il contenimento della bolla può avvenire in fasi ben distinte. Una fase autunnale-invernale, a partire dalla caduta delle foglie, e una alla ripresa vegetativa in primavera. La prima è importante per ridurre il potenziale inoculo del fungo, che si redistribuisce sulla pianta grazie al un suo adattamento saprofitario. In questa fase l’utilizzo dei Sali di rame rimane l’opzione migliore. Da tenere presente che, in seguito alla revisione europea, la quantità di sali rame che può essere distribuita all’anno è pari a 6 kg/ha (nei disciplinari di produzione integrata sono ammessi solo 4 interventi in vegetazione).

Interventi a gemma gonfia

La difesa all’inizio della primavera risulta tuttavia fondamentale. In questa fase è necessario individuare il momento esatto in cui le piante diventano suscettibili all’infezione fungina. Questa fase può sopraggiungere in momenti diversi (in pratica vi possono essere anche 2-3 settimane di differenza) in funzione delle varietà di pesco coltivate che possono anche essere presenti contemporaneamente in uno stesso appezzamento. Pertanto, all’atto pratico, non appena le gemme iniziano a rigonfiarsi è buona norma monitorare il pescheto per determinare quando almeno un terzo del pescheto presenta porzioni apicali visibili.

Considerando che nessun fungicida è in grado di svolgere una attività curativa nei confronti di T. deformans, l’eventuale trattamento deve essere posizionato il più vicino possibile alla pioggia considerata infettante, prima della germinazione delle spore e la loro penetrazione all’interno dei tessuti vegetali. Se poi le condizioni climatiche permangono fresche e piovose, può essere necessario intervenire con un secondo trattamento a distanza di 2-3 settimane dal precedente fino alla fase di caduta petali.

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Difendere i frutticini

Dalla caduta petali in poi e per altre tre settimane circa, saranno i giovani frutticini (specialmente nel caso delle nettarine) in accrescimento a essere minacciati da questa malattia.

I fungicidi di copertura più efficaci da utilizzare in questa fase sono captano e ziram. Non sono esclusi anche i Sali di rame, tuttavia, il loro periodo ottimale di impiego risulta essere quello autunnale. Fra i principi attivi endoterapici si può fare affidamento su dodina e i fungicidi appartenenti alla famiglia chimica degli IBE, difenconazolo, e tebuconazolo (in associazione con zolfo). Tebuconazolo, difenconazolo e dodina non possono essere applicati più di volte all’anno. Fra i fungicidi ad azione di copertura il captano presenta, in confronto a ziram, una maggiore persistenza. Buone risultanze sperimentali di efficacia sono state ottenute anche dalla miscela di Tryfloxistrobin+tebuconazolo. Ziram può essere utilizzato una sola volta, ma fra Ditiocarbammati e Captano possono essere eseguiti fino a 5 trattamenti all’anno.

La difesa in due atti dalla bolla del pesco - Ultima modifica: 2022-02-03T20:16:46+01:00 da K4

1 commento

  1. Buongiorno,gradirei una risposta dal fitopatologo sull’impiego di prodotti bio nella fase primaverile per contenere la bolla.Grazie e saluti.

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