Mais ibridi, grande potenziale per l’agricoltura italiana

Una soluzione sostenibile per affrontare le sfide del mercato. L'obiettivo di Syngenta è selezionare prodotti in grado di massimizzare le performance agronomiche e rispondere alle richieste dei mercati nazionali e internazionali
Syngenta investe ogni anno notevoli risorse in sperimentazione e ricerca

L'agricoltura italiana sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, con nuove sfide che richiedono soluzioni innovative per garantire la sostenibilità dell’intero settore. In un contesto di incertezza determinata da un'oscillazione sempre più profonda dei mercati, le aziende agricole cercano strumenti in grado di tutelarle nel lungo periodo. Una proposta interessante che si inserisce in questo scenario è rappresentata dai contratti per la produzione di ibridi di mais.

L'introduzione del concetto di ibrido nel miglioramento genetico del mais ha segnato uno spettacolare salto di qualità, con importanti contributi provenienti da genetisti americani come G.H. Shull ed E.M. East, i quali, nel 1909, hanno pubblicato in modo indipendente le loro ricerche in questo campo. Questa innovazione ha aperto le porte a un nuovo modo di coltivare il mais, offrendo numerosi vantaggi in termini di resa e qualità.

Comparto strategico

La linea porta seme femmina sprovvista di infiorescenza maschile produrrà seme ibrido tramite impollinazione della linea parentale maschile

La maiscoltura è, di fatto, un comparto strategico per l’Italia: fornisce le materie prime necessarie per l’industria alimentare, pilastro fondamentale del made in Italy, e contribuisce in modo decisivo al successo dei prodotti italiani esportati in tutto il mondo.

Syngenta investe consistenti risorse ogni anno in attività di ricerca e sviluppo (R&D) per migliorare la genetica dei propri ibridi di mais. L'obiettivo è selezionare prodotti in grado di massimizzare le performance agronomiche e rispondere alle richieste dei mercati nazionali e internazionali.

Nello stabilimento di Casalmorano (CR), che vanta una tradizione nel settore di oltre 60 anni, Syngenta infatti affianca alla ricerca di nuovi ibridi anche la produzione, sviluppando ibridi di mais per i mercati del Sud Europa. Questa attività coinvolge più di 70 aziende agricole ogni anno per un’area che si estende dalla provincia di Ravenna a quella di Brescia. Grazie a questi numeri significativi, i tecnici di Syngenta possono supportare le aziende agricole lungo tutto il processo di produzione del seme, promuovendo una conoscenza approfondita delle migliori pratiche agronomiche al fine di massimizzare rese e qualità delle produzioni, ottimizzando l’impiego dei diversi fattori produttivi.

Selezione degli ibridi

Dettaglio del macchinario destinato al taglio meccanico

Oggi si è consapevoli dell'importanza di seminare ibridi di mais per ottenere una notevole produttività e una maggiore resistenza agli stress, in particolare ai patogeni. Tuttavia, la produzione del seme ibrido di mais è spesso poco conosciuta.

La produzione di sementi di mais ibrido avviene dalla fecondazione di una pianta di mais da parte di un'altra pianta geneticamente non imparentata. La pianta porta seme è chiamata comunemente “femmina” mentre la pianta che fornisce il polline per fecondare la porta seme è chiamata “maschio”. Il seme che si andrà a produrre porta con sé il patrimonio genetico delle due linee parentali e produrrà una pianta con particolari caratteristiche ricercate dal breeder: classe di maturazione, resistenza alle malattie, colore della granella, qualità della lavorazione alimentare e così via.

La semina di queste linee avviene secondo protocolli Syngenta sperimentati in campo e secondo schemi prestabiliti. Ad esempio, un classico schema di semina può presentare l’alternanza di 6 file porta seme e 2 file di impollinatori o 4 file porta seme e 2 file impollinatrici. Interfila e a distanza tra i semi nella fila sono studiati per esaltare il potenziale di ogni linea parentale.

La semina, inoltre, può essere fatta in contemporanea o con stacco temporale. Questo viene fatto per raggiungere il miglior risultato di impollinazione durante il periodo di fioritura.

Serve più attenzione

Metitrebbia Oxbo: permette la raccolta dell'intera spiga. Sotto: dettaglio mappe di produzione registrate grazie all’ultilizzo della tecnologia Topcon.

Le pratiche agronomiche delle line parentali non sono dissimili da quelle classiche degli ibridi ma si tratta di linee più sensibili che possono essere più suscettibili a stress ambientali, lavorazioni meccaniche e principi attivi per le quali i tecnici possono consigliare la migliore gestione.

Il periodo più delicato è il periodo di fioritura in cui si svolgono l’operazione di emasculazione: questo processo deve avvenire in una ristretta finestra temporale per cui è importante la tempestività per assicurare produzioni geneticamente pure.

Il processo di emasculazione avviene tramite taglio e strappo meccanico dell’infiorescenza maschile della linea porta seme seguita da operazioni manuali atte ad ottenere il miglior risultato dove la meccanica non può intervenire.

La raccolta viene fatta con umidità della granella pari o inferiore al 38% di umidità con utilizzo di mietitrebbie che permettono la raccolta dell’intera spiga che verrà poi essiccata, sgranata e lavorata nello stabilimento di produzione.

Le migliori soluzioni

Syngenta è fortemente impegnata nell'evoluzione tecnologica del settore agroalimentare e introduce tecnologie all’avanguardia per l’analisi dei dati della produzione di mais da seme tramite utilizzo di capannine meteo, software gestionali e mappatura dei campi. Queste tecnologie permettono agli agronomi di dialogare con le aziende agricole per trovare insieme la migliore soluzione alle sfide quotidiane.

Per maggiori informazioni potete scrivere a:
produzione.seme@syngenta.com 

 

Mais ibridi, grande potenziale per l’agricoltura italiana - Ultima modifica: 2024-02-07T14:55:49+01:00 da Redazione Terra e Vita

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