Marciume lenticellare, le infezioni partono in campo

marciume lenticellare
Sintomo di marciume lenticellare causato da Neofabrea alba su frutto di melo cv Cripps Pink
Per prevenire una delle più temute malattie "da magazzino" delle pomacee, occorre iniziare dal campo

Il marciume lenticellare delle pomacee, o più comunemente Gleosporiosi dal nome dell’agente causale Gloeosporium album, è un’importante malattia crittogamica delle pomacee che si manifesta principalmente in post-raccolta.

Su alcune varietà di mele (Golden delicious, Red delicious, Annurca, Pinova) particolarmente sensibili i danni possono arrivare ad interessare anche il 20% dei frutti conservati. Tuttavia attacchi intensi si manifestano anche su varietà a raccolta autunnale e invernale (Gold Rush e Pink Lady) e soprattutto in areali particolarmente umidi.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Malattia latente

Sui frutti, in corrispondenza di alcune lenticelle, i sintomi si rendono visibili con macchie circolari, depresse, di colore marrone chiaro che, successivamente, possono confluire tra loro arrivando a interessare ampie aree, al cui centro, a volte, compaiono i corpi fruttiferi (acervuli) del fungo disposti ad anelli concentrici.

All’interno del frutto, i tessuti interessati dall’alterazione vanno incontro a marcescenza con una progressione cuneiforme dall’esterno verso le logge seminali del frutto. L’alterazione è causata da un fungo saprofita, in passato conosciuto come Gloeosporium album, e che oggi viene indicato come Neofabrea alba e, nella sua forma anamorfa, come Phlyctema vagabunda.

Il fungo sembra insediarsi generalmente sui tessuti vegetali morti e sui tagli cicatrizzati di potatura dove arriva a formare i corpi fruttiferi portanti i conidi che rappresentano gli organi di diffusione della malattia, i quali vengono dilavati dalla pioggia o dalle gocce di rugiada e veicolati sulle lenticelle dei frutti presenti in campo.

Le spore del fungo, una volta colonizzate le lenticelle del frutto, permangono in forma quiescente accrescendosi molto lentamente (stadio di premicelio) determinando delle infezioni latenti. Le infezioni prendono potenzialmente avvio in campo in qualsiasi stadio di sviluppo vegetativo del frutto, ma è soprattutto a partire due mesi prima della raccolta in seguito a condizioni ambientali autunnali particolarmente umide e piovose che il rischio infettivo aumenta considerevolmente.

Solo quando i frutti raggiungono un certo grado di maturazione, la malattia si manifesta producendo i classici sintomi. Al momento della raccolta è pertanto impossibile rilevare visivamente la presenza del fungo sui frutti o quantificarne la sua incidenza in quanto devono ancora trascorre almeno 3-4 settimane di conservazione refrigerata in magazzino prima che l’alterazione si manifesti apertamente.

La difesa

L’alterazione viene difficilmente controllata se non con trattamenti fungicidi (da effettuarsi in prossimità della raccolta con captano, pyraclostrobin+boscalid, fludioxonil) o in alternativa anche con prodotti microbiologici, come per esempio Aureobasidium pullulans, con il fine di ridurre il rischio di insorgenza di resistenze verso i fungicidi applicati e la necessità di ridurre il carico di residui di fungicidi sulla frutta. In agricoltura biologica, si sta implementando anche il caolino.

Nei disciplinari di produzione integrata contro questa avversità viene ammesso al massimo 1 intervento all’anno e 2 interventi per le varietà raccolte dopo il 15 settembre. Recentemente, buoni risultati sono stati ottenuti in fase di post raccolta utilizzando 1-mcp, una sostanza attiva che blocca i recettori dell’etilene e impedisce così il procedere del processo della maturazione dei frutti e, indirettamente, anche la comparsa dei sintomi. Allo stesso tempo si sta tentando di mettere a punto la tecnica della termoterapia, che prevede il trattamento dei frutti con acqua calda a temperatura non superiore a 45 °C per circa 10 minuti. Ciò ha l’effetto di danneggiare le strutture infettive del fungo presenti sulla superficie del frutto o appena al di sotto dell’epidermide.

Marciume lenticellare, le infezioni partono in campo - Ultima modifica: 2020-10-05T12:10:23+02:00 da K4

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