Crisi coronavirus, la Commissione europea attiva la misura dell’ammasso privato per il settore lattiero caseario. Un intervento che dovrebbe essere approvato già il 23 aprile in occasione del vertice di bilancio a Bruxelles.
La suddivisione dei 30 milioni
Secondo Assolatte la misura dovrebbe essere così strutturata:
- Latte scremato in polvere - 6 milioni di euro:
- costi fissi: 5,11 euro/tonnellata
- costi variabili: 0,13 euro/tonnellata/giorno
- durata: 90-180 giorni
- Burro - 14 milioni di euro
- costi fissi: 9,83 euro/tonnellata
- costi variabili: 0,43 /tonnellata/giorno
- durata: 90-180 giorni
- Formaggi – 10 milioni di euro
- costi fissi: 15,57 euro/tonnellata
- costi variabili 0,40 euro /tonnellata/giorno
- durata: 60-180 giorni
Le quote europee
Secondo quanto riferisce in una nota Massimo Forino, Direttore di Assolatte, i quantitativi
complessivi (100mila tonnellate), sono suddivisi tra i diversi Stati Membri. All’Italia spetterebbero 12.654 tonnellate (Germania 21.726 tonnellate, Francia 18.394 tonnellate, Olanda 8.726 tonnellate). La misura dovrebbe applicarsi a tutti prodotti che rientrano nel codice doganale 0406.
Il Commissario Janusz Wojciechowski ha anche proposto di attivare l’articolo 222 dell’OCM per affrontare gli squilibri di mercato da sovrapproduzione.
Il rischio di un effetto boomerang
Negativo il commento della Cia sulla misura dell’ammasso privato per latte in polvere, burro e formaggi. Paolo Maccazzola, presidente di Cia Provincia Centro Lombardia e
responsabile del settore latte parla di un «effetto boomerang della misura e di un beneficio temporaneo. Al momento della vendita dei prodotti, infatti, il mercato ne potrebbe risentire negativamente a livello di prezzi. L’aiuto, inoltre, non sarebbe diretto agli allevatori, ma all’industria utilizzando però fondi destinati all’agricoltura».
La Cia avrebbe invece apprezzato un altro tipo di sostegno da Bruxelles: un incentivo per la riduzione della produzione di latte su base volontaria, così come era stato consentito nel 2016 per tutti gli Stati membri. In Germania, Olanda a Francia l’impatto era stato positivo.
«Bruxelles ha dimenticato i suini»
Sulla stessa linea , Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura: «Finalmente la
Commissione ha preso atto della necessità di mobilitare risorse finanziarie aggiuntive a favore del settore che sta garantendo, in piena emergenza sanitaria, la sicurezza alimentare ai cittadini europei - sottolinea Giansanti - Tuttavia, i fondi supplementari risultano insufficienti e, secondo le nostre valutazioni, troppo sbilanciati sulle produzioni più tipiche dei Paesi membri del Nord Europa. Notiamo che non è stato considerato il settore suinicolo. E’ una lacuna che va colmata, tenendo conto della specificità della nostre produzioni».