Anche Anabio e Cia, negli ultimi mesi, hanno affrontato in diverse occasioni pubbliche il tema delle opportunità per il settore biologico derivanti dalla nuova programmazione di sviluppo agricolo regionale.
Dalla macro analisi emerge un quadro complessivo caratterizzato da diversi elementi positivi:
- elevata dotazione finanziaria della Misura 11 a livello nazionale;
- attenzione verso la necessità di potenziare gli impatti positivi soprattutto dal punto di vista ambientale;
- sostegno alla zootecnia biologica;
- attenzione alle iniziative collettive di tipo verticale e orizzontale;
- possibilità di cumulare la M11 con le diverse operazioni della M10 rispetto alla produzione integrata.
Tuttavia persistono condizioni di ammissibilità e livello dei pagamenti molto differenziati tra Regioni e, nel complesso, l’agricoltura biologica è poco favorita nelle altre misure del Psr come è facile dedurre dalla tabella in basso. Non si può parlare del futuro del biologico senza parlare dei Piani di sviluppo rurale e del sostegno che la programmazione 2014-2020 ha riservato al settore, un aiuto che ora deve servire al biologico italiano per realizzare i macro obiettivi previsti dal Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico: l’incremento del 50% della Sau e del 30% valore del fatturato per il 2020.
Obiettivi in linea con la crescita
Gli obiettivi sono coerenti con le tendenze di forte crescita dei consumi dei prodotti biologici di cui si parla in altra parte del giornale.
Nei nuovi Psr il supporto al biologico è attuato attraverso la specifica misura M11, autonoma e svincolata dagli altri interventi agro-climatico-ambientali, con una dotazione finanziaria che supera il 9% dell’intero budget per lo sviluppo rurale e con un indicatore di output della Sau a 1.775.556 ettari biologici nel 2020.
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(*) direttore Anabio/Cia.
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