Le performance varietali in un anno non semplice

    SPECIALE ORZO (annata 2009-2010)

    Per la seconda stagione consecutiva una piovosità eccezionale ha penalizzato le rese, analoghe a quelle della scorsa annata. Buon livello qualitativo della granella

    Il 2009-2010, per il secondo anno consecutivo, ha confermato un andamento climatico che non ha favorito la massima espressione produttiva delle cultivar di orzo anche se negli areali del Nord i dati relativi alle prove di confronto varietale coordinate su scala nazionale dal Cra di Fiorenzuola d’Arda, indicano una resa media di 6,2 t/ha contro 5,2 t/ha dello scorso anno che comunque viene considerato un anno tra i peggiori del decennio.

    SOLO 15 GIORNI PER SEMINARE ALLA GIUSTA EPOCA
    «L’autunno è stato molto piovoso in tutte le località, afferma Luigi Cattivelli, l’inverno si è presentato lungo e molto rigido con tanta neve e la primavera è stata intervallata da forti temporali. Quest’anno non sono stati molti gli agricoltori che hanno potuto seminare l’orzo all’epoca giusta, dal momento che la finestra utile ha coinciso pressappoco con appena 15 giorni. Chi ha seminato a Natale ed oltre non ha portato a casa produzioni soddisfacenti. Si sono verificati casi di anossia e di limitato accestimento ed in generale il ciclo vegetativo ha subito un allungamento in avanti. D’altra parte che l’andamento climatico abbia inciso in maniera forte sulle rese lo dimostra anche il dato relativo all’altezza delle piante che nel Nord risulta più basso rispetto al Sud e questa è davvero un’anomalia. Al Centro-Nord i dati meteo fanno registrare una piovosità media che è stata superiore di oltre 100 mm alla media trentennale.

    UNICA AVVERSITÀ: LA MACULATURA BRUNA
    Per quanto riguarda le malattie ne va segnalata una su tutte: la maculatura bruna dell’orzo e in particolare 4 o 5 varietà tra tutte quelle messe in prova, si sono manifestate più sensibili ed hanno subito diminuzioni di resa pari anche al 30% rispetto alle varietà più resistenti. La piovosità ha interessato anche la parte finale del ciclo della coltura e questo fatto è andato a tutto vantaggio del buon riempimento delle cariossidi e della qualità della granella che, più o meno in tutti gli areali, si dimostra buona sia come peso mille semi che come peso ettolitrico. Possiamo dire che almeno quest’anno il classico fenomeno "della stretta" da caldo non si è verificato».

    Nell’annata 2009-2010 sono state inserite nelle prove varietali alcune nuove cultivar e tra queste Alimini si è dimostrata tra le più produttive.


    AL NORD VENETO E ROMAGNA SUGLI SCUDI

    La media produttiva nel Nord Italia è di 6,2 t/ha e le punte si sono registrate a Lonigo con 9 t/ha e a Ravenna con 7,6 t/ha. Minori produzioni in Lombardia con rese tra 4 e 6 t/ha così come in Piemonte dove addirittura in una località la media è stata di 3,8 t/ha. L’alta piovosità ha ostacolato le semine e le nascite in Friuli dove la media produttiva si è assestata su 3,6 t/ha. Il peso ettolitrico è stato pari a 61 e il peso mille semi pari a 50. Tra le varietà si sono distinte per l’alta resa Alimini ed Estival.

    AL CENTRO RESE BASSE IN PUGLIA

    Al Centro Italia la produzione media delle prove del Cra registra 6 t/ha e la caratteristica principale è un andamento molto diversificato da un’area all’altra con 8 t/ha a Jesi e 2,4 t/ha in una località del Lazio. Le Marche in generale hanno fatto registrare una buona media sempre al di sopra delle 6 t/ha. Tra le nuove varietà introdotte nelle prove per il primo anno, si è distinta Atomo insieme ad Alimini e Mattina.

    AL SUD PRIMEGGIA IL SALENTO

    La media produttiva è stata di 4,5 t/ha, inferiore di pochissimo rispetto allo scorso anno. Il Salento fa registrare le rese più elevate con 7 t/ha a Foggia, la Basilicata si posiziona su medie di 3,5 t/ha, il Molise di 6 t/ha, l’Abruzzo è a poca distanza a 5,5 t/ha. Rese record negative in Sicilia, con 1,7 t/ha a Caltagirone e 2,9 a Lentini mentre ad Agrigento la media ha superato 5 t/ha.

    L’annata anomala dal punto di vista climatico ha messo a dura prova le cultivar di orzo e non c’è una varietà che sia andata bene in tutti gli areali ma si nota una ampia variabilità. Si nota un ulteriore progresso nel miglioramento genetico dal momento che le nuove varietà si sono posizionate ai vertici delle classifiche.

    VARIETÀ DA MALTO

    In semina autunnale nelle dodici località di prova del centro sud e isole la produzione media è stata di 4,8 t/ha. Si nota che su tutto il litorale adriatico e in Calabria le produzioni sono state soddisfacenti. Quench si conferma una varietà da malto vincente. Nelle semine primaverili al centro nord, la media produttiva è stata di 4,6   t/ha con una buona prova della nuova cultivar Concerto. Conferme per Quench e Tipple.
     

    SPECIALE ORZO (annata 2009-2010) - Ultima modifica: 2010-09-06T16:39:10+02:00 da Redazione Terra e Vita

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