Un punto di riferimento per la ricerca e l'innovazione al servizio della frutticoltura piemontese e non solo. Questo ambisce a diventare il Digi Open Lab inaugurato nella sede di Manta (Cn) della Fondazione Agrion, dedicata appunto alla sperimentazione di tecniche colturali, di gestione del post raccolta e nuove tecnologie per le varietà frutticole tipiche del Piemonte come mele, kiwi, susine, pesche, nettarine e piccoli frutti. Il progetto intende realizzare sul territorio regionale, uno spazio aperto, dinamico e collaborativo, dove ricercatori, imprese e agricoltori lavorano per immaginare e costruire nuove soluzioni capaci di rispondere alle sfide globali che oggi minacciano il futuro del settore agroalimentare: cambiamenti climatici, scarsità d’acqua, nuove malattie, suoli impoveriti, incostanza produttiva, manodopera difficile da reperire, aumento dei costi di produzione.
Il taglio del nastro è avvenuto nel corso dell'evento Gli Stati Generali della Frutticoltura piemontese, organizzato da Fondazione Agrion ed Edagricole, che ha riunito al Centro sperimentale di Manta duecento tra rappresentanti della ricerca, delle istituzioni e aziende agricole per discutere di criticità e prospettive di uno dei settori più strategici per l’agricoltura del Piemonte.
Il Digi Open Lab sarà presentato ufficialmente nelle prossime settimane e sancito con la firma del manifesto di intenti siglato dai quattro poli universitari piemontesi (Politecnico di Torino, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Fondazione Agrion e Regione Piemonte.

Soluzioni innovative al servizio delle aziende agricole
«Produrre frutta è diventato sempre più complesso e proprio per questo oggi è fondamentale fare rete e lavorare in sinergia per trasferire soluzioni pratiche e innovative alle aziende agricole e dare nuovo slancio al comparto ortofrutticolo piemontese, che copre 52.914 ettari, equivalenti a un quinto della superficie agricola coltivata nella Regione – ha detto durante il taglio del nastro il presidente della Fondazione Arion Giacomo Ballari –. Con questo spazio vogliamo mettere la ricerca, la tecnologia e l’innovazione al servizio della frutticoltura per fornire alle imprese agricole soluzioni tecnologiche e pratiche agronomiche innovative che consentano l’efficientamento dei processi produttivi, l’ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro e la sostenibilità economica dell’impresa».
«Agrion si candida a diventare il principale polo piemontese dell’innovazione e della ricerca nel comparto agroalimentare, offrendo un contributo significativo allo sviluppo e alla competitività del settore – ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura Paolo Bongioanni –. Con il Digi Open Lab si parte con l’azione in ambito frutticolo, ma Agrion è già al lavoro anche in quello vitivinicolo, con il suo centro sperimentale a Carpeneto (Al) – ha aggiunto Bongioanni –. Nel corso del 2026, inoltre, verrà aperta una nuova sede a Vercelli dedicata a ricerca e promozione della filiera risicola piemontese, la prima d’Italia e d’Europa. Infine, sempre il prossimo anno, obiettivo della Regione Piemonte sarà quello di istituire presso Agrion un vero e proprio Osservatorio in ambito agroalimentare, che si occuperà di analizzare l'andamento e l'evoluzione dei mercati con l’obiettivo di realizzare un’analisi strategica a supporto delle attività di promozione dei prodotti agroalimentari piemontesi».
Nuova Pac, innovazione varietale e mercati
Al centro della giornata anche un aggiornamento della Carta della Frutticoltura, ripresa e approfondita nel corso dei lavori del convegno: il documento, nato lo scorso anno dal confronto con le Organizzazioni agricole e le Organizzazioni dei Produttori, evidenzia le principali criticità che minacciano lo sviluppo dell’intera filiera frutticola e fornisce spunti per implementare le strategie future.
Numerosi sono stati gli interventi da parte delle istituzioni e di esperti di rilievo che hanno avuto modo di confrontarsi durante la seconda parte del pomeriggio, insieme a ricercatori e professori specializzati nel settore. Tra questi: Angelo Frascarelli docente di Economia e Politica agraria dell’Università di Perugia che ha parlato di come sta cambiando la Pac e quali sono le prospettive per la frutticoltura, Luca Nari, responsabile dell’area tecnica presso il centro di Fondazione Agrion che ha inquadrato la superficie frutticola del Piemonte nel contesto europeo e italiano e messo in evidenza le principali criticità del settore.
A dare il proprio contributo è stato anche Bruno Mezzetti, professore del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche che ha invece parlato di miglioramento varietale per una frutticoltura resiliente ed infine Andrea Berti di Asnacodi che ha invece parlato della gestione del rischio ed infine Laura Stocchi del Cso Italy che ha invece offerto un quadro della situazione del mercato e dei consumi dell’ortofrutta, con un focus su mele, kiwi e piccoli frutti.
A seguire, ampio spazio al tavolo di confronto con la filiera, che ha coinvolto protagonisti dell’imprenditoria e della distribuzione ortofrutticola, tra cui Marco Rivoira del gruppo Rivoira, Domenico Sacchetto Presidente di Aop Piemonte, Roberto Morello, Confcooperative FedagriPesca Piemonte, Fabrizio Galliati Presidente di Caat Torino e Domenico Paschetta presidente Ortofruit e fondatore di Orbita SB.
A concludere la giornata, è stato il direttore all’assessorato Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, Paolo Balocco che ha evidenziato il valore dell’incontro e dei proficui scambi avvenuti.










