Non c'è pace per la ricerca genetica in agricoltura. Dopo l'atto vandalico che nel giugno del 2024 ha distrutto la prima parcella che ospitava la sperimentazione in campo con colture ottenute mediante le Tecniche di evoluzione assistita, il riso resistente al brusone messo a dimora nel campo di Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2025, un altro sfregio è stato compiuto ai danni delle viti resistenti a peronospora, piantate lo scorso 30 settembre nei campi sperimentali del dipartimento di biotecnologie dell'Università di Verona. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso due giovani che dopo aver scavalcato il muro di recinzione dell'ateneo hanno tagliato la rete metallica che delimitava il vigneto e poi hanno sradicato le viti Tea di varietà Chardonnay e anche le piante tradizionali che servono come controllo nella sperimentazione.
I ricercatori, a partire dalla responsabile del progetto e docente di Genetica Agraria dell’Università di Verona Sara Zenoni si sono subito dati da fare per rimettere le viti tea a dimora, ma per capire se le piante sono state danneggiate in modo irreparabile bisognerà aspettare la primavera, con la ripresa dell'attività vegetativa. Sull'episodio indagano i Carabinieri. Per difendere i campi sperimentali dagli attacchi dei malintenzionati il governo sta pensando di eliminare l'obbligo di geolocalizzazione.

«Offesa alla ricerca ma andiamo avanti»
«La prova è stata distrutta quasi irreparabilmente – commenta sconsolato il docente di Genetica Agraria dell’Università di Verona Mario Pezzotti – sono stati distrutti anni di lavoro in laboratorio. Questa sperimentazione in campo serviva per capire se le piante ottenute in vitro possono avere uno sviluppo anche in campo e diventare un valore aggiunto per la viticoltura del futuro. Un gesto che ci offende ma al tempo stesso ci stimola ad andare avanti per il bene della scienza e di tutta la filiera vitivinicola».
«Un atto vandalico veramente assurdo, in quanto rivolto contro una ricerca che mira allo sviluppo di varietà che richiedono minori quantità di agrofarmaci. L'ennesimo atto di oscurantismo autolesionista» il commento del presidente della Società di genetica agraria italiana Silvio Salvi.
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Confagricoltura: genetica via sicura contro il climate change
Ferma condanna alla distruzione delle viti Tea a San Floriano in Valpolicella e solidarietà al gruppo di genetica agraria, coordinato da Mario Pezzotti e Sara Zenoni è arrivata anche da Confagricoltura. Con una nota Palazzo Della Valle ribadice che "la ricerca sulla genetica vegetale è una via sicura e sostenibile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e le fitopatie, e per potenziare la produttività dell’agricoltura italiana tutelando l’ambiente e l’uomo".
Coldiretti: troppa ignoranza sulle Tea
"L’atto vandalico che ha colpito un vigneto sperimentale nella Valpolicella dimostra che purtroppo che c’è ancora troppa ignoranza sulle Tea e sulla loro importanza per il futuro dell’agricoltura italiana, soprattutto da parte di chi continua ad accomunarle immotivatamente agli Ogm" afferma Coldiretti. "Le Tecniche di evoluzione assistita non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm - ribadisce la professionale - poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale. Nel campo del vino potrebbero contribuire, ad esempio, a ridurre gli attacchi della peronospora che negli ultimi hanno falcidiato la produzione tricolore".
Copagri: gesto oscurantista
«Un nuovo atto vandalico torna a funestare la ricerca e l’innovazione applicata all’agricoltura, richiamando i più bui periodi oscurantisti della storia» le parole del presidente della Copagri Tommaso Battista, condannando fermamente quanto accaduto nel campo sperimentale dell’Università di Verona. «Il miglioramento genetico non solo aiuterà l’agricoltura ad aumentare la resistenza contro i vari parassiti – ha continuato Battista – ma consentirà anche al genoma delle piante di adattarsi con minore stress ai sempre più frequenti effetti del climate change, contribuendo al contempo a mantenere, o in alcuni casi addirittura a incrementare, la produttività e la resa dei vegetali, anche in situazioni sfavorevoli».