La "lumaca mela" sta devastando le risaie spagnole ed è stata avvistata in Francia a pochi chilometri dal confine italiano. Solo l'acqua salata la respinge. Il progetto Neurice sta testando varietà di riso resistenti al sale, anche perché il cambiamento climatico sta innalzando il livello di salinità delle acque

Si chiama "lumaca mela" e a prima vista può sembrare un simpatico animaletto. In realtà è in grado di devastare le risaie in pochissimo tempo cibandosi delle piantine. È l'ampullaria (Pomacea insularum), mollusco gasteropode d'acqua dolce originario del Sud America e più in generale delle aree tropicali. A dispetto della sua fama, negli ultimi anni ha viaggiato veloce, arrivando in Asia e, purtroppo, anche in Europa: Spagna e Francia per ora.

Quanto sia pericolosa l'ampullaria lo sanno bene i risicoltori del sud-est asiatico e, più vicino a noi, quelli del Delta del fiume Ebro, alle prese con quella che può essere definita la Xylella del riso. È stato stimato che ogni anno la pomacea provochi decine di miliardi di euro di danni alla risicoltura in tutto il mondo. L'Italia produce la metà dei chicchi che si coltivano in Europa (1,6 milioni di tonnellate), con 250.000 ettari dedicati e oltre 4.000 aziende. Facile intuire quale minaccia rappresenti per la nostra agricoltura e le conseguenze che avrebbe l'ingresso nel nostro Paese. Di recente la lumaca è stata avvistata in Francia a soli sei chilometri dal confine italiano. Una risaia colonizzata dal fitofago viene completamente distrutta in breve tempo.

Ampullaria e climate change, Neurice cerca una soluzione

Che fare quindi per difendersi? Proprio per rispondere a questa domanda nel 2016 è nato il progetto europeo Neurice che riunisce ricercatori, atenei e aziende di Spagna, Francia e Italia, tra cui l'Università di Milano, Crea e Sis (Società Italiana Sementi). Insieme stanno lavorando per sviluppare nuove varietà europee di riso (Oryza sativa), contenenti alleli di tolleranza al sale che le rendano adatte a essere coltivate in terreni salini. Questa caratteristica permetterebbe di risolvere due problemi: quello dell'ampullaria che non prolifica in ambiente ricco di sodio e quello dell'innalzamento del livello di salinità delle acque, soprattutto nelle zone costiere, dovuto al cambiamento climatico. L'esigenza nasce dal fatto che le varietà europee di riso sono poco performanti se coltivate in terreni con alta concentrazione di sodio: le rese si riducono dal 30 al 60%.

ampullaria

Neurice, a che punto siamo

I ricercatori di Neurice si sono dunque messi al lavoro per cercare di ottenere linee genetiche di riso con un’aumentata tolleranza alla salinità attraverso l’introgressione in varietà élite europee di Saltol, un segmento cromosomico contenente un gene di tolleranza al sale che deriva dalla varietà selvatica (il Pokkali) originaria del sud dell'India. Quest’anno è il secondo in cui le varietà ottenute sono state testate in campi con e senza salinità: in Italia sono nella zona del Delta del Po. Il progetto si concluderà nel marzo 2020.

«I test eseguiti finora hanno dato buoni risultati – racconta il coordinatore del progetto e docente di Fisiologia Vegetale alla Facoltà di Biologia dell'Università di Barcellona Salvador Nougés Mestres – anche se è ancora presto per fornire dati precisi possiamo dire che le nuove varietà mostrano performance superiori rispetto alle originali. Quest'anno Sis chiederà la registrazione di due varietà ed entro il 2022 saranno a disposizione dei risicoltori».
Il grado di salinità delle acque viene misurato attraverso sensori che trasmettono le informazioni a distanza. Finora sono state testate numerose linee e quelle che hanno dato i risultati migliori sono state piantate su areali più ampi, su cui si stanno testando le rese.

«Per quanto riguarda l'Italia, assieme ai partner del Crea sezione di Vercelli e dell'Università di Milano abbiamo introgredito il gene di resistenza alla salinità nel Vialone nano e nell'Onice – dichiara il biotecnologo breeder di Sis Riccardo Bovina – il Vialone è quello che finora ha mostrato di reagire meglio: abbiamo notato una minore sterilità della pianta rispetto alla varietà originale, quindi più accestimento e pannocchie».

Ampullaria, come riconoscerla

«L’ampullaria depone ovature di color fucsia sullo stelo della pianta del riso – spiega il project leader di Neurice Salvador Nouges – sono quindi molto riconoscibili dagli agricoltori che possono individuarle immediatamente se informati in modo corretto: per questo la divulgazione rappresenta un importante fattore di prevenzione. Se una risaia viene infestata dalla lumaca non resta che il fuoco per debellarla».

Le ricadute del progetto in Italia

«Fin dall’inizio del progetto i partner italiani hanno dovuto lavorare al ritmo serrato di tre generazioni all’anno e con l’ausilio dei marcatori molecolari per ottenere e selezionare così rapidamente nuove varietà con la regione cromosomica del Saltol – precisa il breeder Sis Giacomo Gavina – finora abbiamo testato mini parcelle di due metri per due, mentre quest'anno abbiamo piantato parcelle più grandi quindi al termine della stagione potremo avere dati più precisi sulle rese in campo».

Secondo i ricercatori del progetto Neurice è verosimile che prima o poi l'ampullaria possa arrivare anche in Italia. L'unica incertezza è quando. Il primo mezzo di lotta che dobbiamo attuare – spiegano i ricercatori di  Sis – è l’informazione circa il grave rischio legato all’entrata di questo ospite indesiderato nelle nostre risaie e fornire a tutti gli operatori del settore gli strumenti per riconoscerne la presenza in campo garantendo così un elevato e capillare livello di monitoraggio del territorio nazionale.

Una certezza invece rimane: dove la salinità dei suoli diventa un fattore limitante per la coltivazione del riso le nuove varietà sviluppate all’interno del progetto Neurice saranno un valido strumento al servizio degli agricoltori.

Ampullaria alle porte dell’Italia, il killer del riso si batte con il sale - Ultima modifica: 2019-07-31T14:50:25+02:00 da Simone Martarello

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