Fao, l’agricoltura mondiale perde 123 miliardi di dollari l’anno

Fao
Colpa soprattutto delle avversità climatiche. In calo anche i lavoratori del settore primario. E il report trimestrale Ismea conferma:

Tra il 1991 e il 2021 nel mondo sono state registrate "perdite di produzione di colture e bestiame, per un valore di 3,8 trilioni di dollari, corrispondenti a una perdita media di 123 miliardi di dollari all'anno, pari al 5% del Pil agricolo globale annuo". Questo l'allarme lanciato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) nell'Annuario statistico 2023, che copre le ultime tendenze nei sistemi agroalimentari mondiali ed evidenzia per la prima volta l'impatto dei disastri ambientali sull'agricoltura e il
costo e l'accessibilità di una dieta sana.

Asia la più martoriata

La perdita di produzione maggiore è avvenuta in Asia seguita dalle Americhe, dall'Europa, dall'Africa e dall'Oceania. La stima globale del costo di una dieta sana nel 2021 è stata invece di 3,66 dollari a parità di potere d'acquisto per persona al giorno, in aumento del 4,3% rispetto al 2020. Gli analisti sottolineano che tra il 2020 e il 2021 il costo di una dieta
sana è aumentato di oltre il 5% in tutte le regioni, ad eccezione del Nord America e dell'Europa. Lo studio evidenzia poi che più di 3,1 miliardi di persone nel mondo, ovvero il 42%, non erano in grado di permettersi una dieta sana nel 2021.

Lavoratori in calo

L'annuario rileva che l'agricoltura impiegava circa 873 milioni di persone nel 2021, ovvero il 27% della forza lavoro globale, rispetto a poco più di un miliardo di persone (40%) nel 2000. Tra i dati registrati risulta che l'uso globale di pesticidi è aumentato del 62% tra il 2000 e il 2021, con le Americhe che rappresentano la metà dell'uso nel 2021. I cereali sono stati la materia prima più scambiata per quantità nel 2021: le Americhe e l'Europa sono i maggiori esportatori e l'Asia è il maggiore importatore.

Ismea, valore dell'agricoltura giù anche nel terzo trimestre

Sulla stessa linea della Fao anche il report Agrimercati di Ismea relativo al terzo trimestre 2023. Secondo l'indice elaborato dall'Istituto, i prezzi dei prodotti agricoli, trascinati dal comparto vegetale, hanno ripreso a correre nel terzo trimestre dopo lo stop della prima metà dell'anno, registrando +5,7% su base annua, sintesi del +12,2% delle coltivazioni e del -1,5% del comparto zootecnico.

Scendono del 3,1% i prezzi dei mezzi correnti di produzione, che riduce la crescita su base annua a +0,5%; i costi a carico delle imprese agricole, sottolinea l'Istituto, si mantengono tuttavia su livelli molto elevati, se si considera che la crescita cumulata nei primi nove mesi del 2023 è del 6,6% e incorpora anche il dato del 2022 (+23% sul 2021). Cresce la produzione del mais nazionale grazie solo alla ripresa delle rese per ettaro, mentre le superfici segnano un nuovo minimo storico.

Il settore ortofrutticolo risulta ancora condizionato dall'aumanto dei costi di produzione e dal meteo anomalo, determinando l'aumento dei prezzi in tutte le fasi di scambio. Relativamente al vino si i conferma il calo delle produzioni e l'elevato livello delle scorte. Primo segnale di risalita però dei listini sia dei bianchi che dei rossi, che avviene però in
un contesto di debolezza della domanda interna, ed estera. Per quanto riguarda la produzione nazionale di olio extra vergine, le prime stime per la campagna 2023/24 prevedono un'altra campagna non facile, soprattutto nel Centro e al Nord, a causa di molti problemi climatici.

Nella zootecnia, relativamente alle carni, cala la produzione bovina, compensata dalla crescita delle importazioni e un incremento dell'offerta di quella avicola che ha provocato un ridimensionamento dei prezzi l'origine. Ancora tensioni invece nella filiera suinicola con un ridimensionamento dei prezzi. Per quanto riguarda i lattiero-caseari, prosegue la riduzione delle consegne di latte, ma la pressione dei principali fornitori esteri ha contribuito a contenere il prezzo corrisposto agli allevatori. Tra i formaggi ovicaprini, il prodotto di riferimento, il Pecorino Romano, sta mostrando i primi segnali di cedimento del prezzo, dopo la dinamica positiva culminata con le quotazioni record del mese di giugno.

Fao, l’agricoltura mondiale perde 123 miliardi di dollari l’anno - Ultima modifica: 2023-11-29T16:27:18+01:00 da Redazione Terra e Vita

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