Grandine e vento, campagne del Nord flagellate dal maltempo

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Colpiti in particolare frutteti e vigneti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto
Stalle scoperchiate, vigneti e frutteti distrutti, campi di soia e mais devastati, decine di alberi abbattuti. È pesante il bilancio dei danni del maltempo che tra la serata dell'8 luglio e la mattinata del 9 si è abbattuto sul Nord Italia. Grandine e vento forte hanno colpito duro coltivazioni ed edifici agricoli. Episodi che confermano una volta di più l'importanza delle polizze assicurative contro le calamità atmosferiche.

Lombardia, la grandine ha colpito duro

In Lombardia il maltempo ha investito tutta la regione da Pavia a Milano, da Varese alla Valtellina, fino alle province di Brescia, Bergamo e Cremona – riferisce la Coldiretti regionale – danni ingenti si registrano nella Bergamasca, tra i comuni di Grumello del Monte, Carobbio degli Angeli, Chiuduno, Castelli Calepio, Gandosso e Sarnico: prima la grandine con chicchi di ghiaccio grossi come palline da tennis e poi un violento nubifragio hanno triturato le foglie delle viti compromettendo l’intero raccolto. Sfondati ettari di serre e danneggiata la verdura coltivata sotto i teli. Inoltre, vento forte e pioggia battente hanno spezzato il mais, scoperchiato i tetti delle stalle, abbattuto tensostrutture utilizzate dagli agriturismi e danneggiato diverse abitazioni rurali.
Nel Pavese – continua Coldiretti Lombardia - la tempesta di ghiaccio ha colpito a Landriano e Bascapè, oltre che a Marcignago, Bereguardo, Trivolzio e Vellezzo Bellini, dove mais e soia sono stati allettati. Non è stato risparmiato il riso, ma con danni limitati perché le piantine sono ancora basse; rovinate anche le serre per la coltivazione delle orticole. Nell’area a sudovest di Milano, tra Melegnano, Rozzano e l’Abbiatense, chicchi di almeno 4 centimetri di diametro hanno devastato interi campi di mais e colpito il riso; nel bilancio, inoltre, tetti sfondati e allagamenti.
Nell’alto Cremasco – spiega la Coldiretti regionale - una tromba d’aria e la grandine hanno piegato le colture in campo tra Rivolta d’Adda e Spino d’Adda, con stalle scoperchiate e decine di piante abbattute. Vento e pioggia di ghiaccio anche ai piedi dell’arco alpino, dalla Valtellina al Varesotto con l’allettamento del granoturco. Una tempesta ha causato danni sul mais nella bassa Bresciana, nei comuni intorno a Montichiari.

Emilia-Romagna, frutta ko

La violenta grandinata che ha colpito la zona di Romagna fra Imola e Castel del Rio ha causato danni ingenti alle coltivazioni della zona. I chicchi sono caduti in particolare sui comuni di Imola, Sesto Imolese, Medicina, Sasso Morelli, Casola Canina e Fontanelice, danneggiando gravemente pesche, nettarine, albicocche, kiwi pere, ma anche cipolle e vigneti. È presto per tracciare un bilancio, ma – fa sapere Coldiretti regionale – i quindici minuti di grandine hanno certamente causato danni per milioni: nella zona di Fontanelice la produzione di pesche, nettarine e albicocche è praticamente azzerata, leggermente meno grave quella dei kiwi perché i frutti ancora coperti da foglie hanno resistito di più.

Molto colpite nella zona a nord della via Emilia anche le cipolle.  Una vera calamità in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina alla vendemmia.

Veneto, kiwi e pesche affossati dopo le gelate di aprile

Due tempeste, con vento e grandine, hanno colpito i campi del Veronese, in particolare nella zona di Villafranca, Verona Est e in zone circoscritte della Valpolicella. A farne le spese è stata soprattutto la frutta, in particolare pesche e kiwi, già decimati dalla gelata di inizio aprile.

«Alle 18 c’è stata una prima grandinata secca, con chicchi grossi come noci, Poi, verso le 18.30, altra tempesta, con tanto vento e grandine mista ad acqua – spiega Andrea Foroni agricoltore di Villafranca e presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto -. Quel poco che era sopravvissuto al gelo di aprile è stato colpito a morte, con frutti spaccati o fortemente segnati. Si è salvato chi aveva le reti, che hanno protetto i frutti, ma si tratta di una parte minima di frutticoltori».

Danni anche ai vigneti anche se circoscritti a Negrar e nell’Est Veronese, in particolare a San Martino Buon Albergo e a Moruri. «Dove ha colpito ha picchiato duro, rovinando i chicchi – rimarca Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto -. Va detto però che si tratta soprattutto di un danno quantitativo, che andrà a ridurre le rese. La qualità non verrà intaccata».

Valle D'Aosta, si valuta la richiesta dello stato di calamità

Grandinata anche sulla Valle d’Aosta nella mattinata di giovedì 8 luglio. Secondo una prima stima effettuata, la forte perturbazione che ha colpito tutta la regione, e in particolare la bassa Valle, ha causato una perdita di produzione che per alcune colture arriva fino al 50%.

«Ci aspettavamo dei forti temporali per la giornata di ieri - spiega Alessio Nicoletta, Presidente di Coldiretti Valle d’Aosta – ma non una grandinata così violenta e atipica: si è trattato di una precipitazione breve ma allo stesso tempo molto intensa, inattesa anche rispetto all’orario in cui si è verificata, causando svariati danni alle coltivazioni».

«Nei prossimi giorni, quando il quadro sarà più chiaro e i danni alle produzioni verranno quantificati, si valuterà se proporre alla Regione di avviare le procedure per richiedere lo stato di calamità», conclude Elio Gasco, Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.

Grandine e vento, campagne del Nord flagellate dal maltempo - Ultima modifica: 2021-07-09T15:20:39+02:00 da Redazione Terra e Vita

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