Una seconda bomba d’acqua sul Veneto

I danni della seconda ondata di maltempo nel Veronese
Dopo la tempesta del 23 agosto una nuova ondata di maltempo colpisce frutteti e vigneti pronti per la vendemmia radendoli al suolo. Dalle stime di Copagri emergono danni da milioni di euro persi, con ripercussioni sull’indotto

Dopo il nubifragio del 23 agosto, che aveva già causato ingenti danni al comparto primario regionale, quantificabili in diversi milioni di euro, le province di Vicenza e di Verona sono di nuovo finite sott’acqua anche nel weekend del 29 e 30 agosto.

Una seconda bomba d’acqua sul Veronese

Una tromba d’aria, infatti, accompagnata da grandine e pioggia, si è abbattuta su numerose zone del Veneto, radendo quasi completamente al suolo vigneti, frutteti e provocando danni anche agli immobili. Lo sottolinea la Copagri all’indomani dell’ennesima bomba d’acqua che ha colpito la Regione Veneto, ancora alle prese con la conta dei danni della recente ondata di maltempo, che aveva flagellato, in particolare proprio il veronese.

Mele, pere e uva da vino: le stime di Copagri

«Dalle uve – rende noto Copagri sulla base delle segnalazioni dei propri associati - per la produzione del vino Bardolino al Soave, passando per kiwi, mele, cereali e ortaggi, nulla si è salvato nelle aree più colpite dal maltempo». Nell’est Veronese, il comune di Montecchia di Crosara è stato flagellato da vento e grandine. Sempre nel veronese, la grande forza del vento ha causato pesanti danni anche a Soave, Fittà, Illasi e Mezzane, dove ha buttato per terra interi filari di viti, tranciando gli ancoraggi degli impianti; un disastro analogo si è verificato anche a Lavagno e Caldiero, così come a Zevio, dove sono state colpite mele e pere.

«Parliamo - osserva il presidente della Copagri Franco Verrascina - di diversi milioni di

Franco Verrascina, presidente di Copagri

euro di danni, che vanno ad aggiungersi al già salato conto pagato la scorsa settimana da una zona particolarmente vocata, che rischia ora serie ripercussioni, anche a livello di indotto».

«Non arrendersi al climate change»

«L’abbiamo detto di recente e lo ripetiamo- ribadisce il presidente della Copagri Veneto Carlo Giulietti - : non ci vogliamo rassegnare e abituare a pensare che questo tipo di eventi, complici le sempre più evidenti ripercussioni dei cambiamenti climatici, possa diventare la normalità».

«Proprio per questo riteniamo prioritario mettere in campo degli investimenti concreti per tutelare i produttori che hanno visto i propri vigneti e frutteti quasi completamente rasi al suolo e hanno così perso interi raccolti».

Una seconda bomba d’acqua sul Veneto - Ultima modifica: 2020-08-31T14:54:19+02:00 da Lorenzo Tosi

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