Primo passo per mettere in sicurezza il territorio e concedere aiuti economici alle aziende agricole colpite
Il Governo ha decretato lo stato di emergenza per quattro Regioni: Sicilia, Sardegna, Molise, Calabria, a causa degli incendi che le hanno colpite durante i mesi estivi. La decisione è stata presa durante il Consiglio dei Ministri di giovedì scorso. Un provvedimento che avrà ripercussioni anche sull'agricoltura, duramente colpita dai roghi soprattutto in Sardegna e Calabria. Coldiretti ha stimato che i danni provocati dal fuoco al settore primario ammontino a circa un miliardo di euro. Sono migliaia gli ettari di boschi e macchia mediterranea inceneriti dalle fiamme, oltre agli animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti.
«E' un primo step per aiutare il territorio – ha scritto su facebook il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli –. Ora il mandato alla Protezione Civile per la messa in sicurezza dei territori e per i primi interventi economici. E poi i ristori alle attività produttive».
Coldiretti, vietare cambio di destinazione d'uso anche ai terreni agricoli
«È importante lo stato di emergenza varato dal governo ma occorre anche intervenire per ridare sostenibilità economica e sociale al lavoro dei boscaioli impegnati quotidianamente nella pulizia e nella salvaguardia dell'ambiente – fa sapere il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – considerato che sei roghi su dieci in Italia sono di origine dolosa, è fondamentale combattere le speculazioni estendendo il divieto di cambio di destinazione d'uso delle aree boschive e dei pascoli percorsi dal fuoco anche ai terreni agricoli».
Coldiretti Sardegna, una delle Regioni più colpite dagli incendi, chiede interventi strutturali per ricreare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli anche nei confronti delle azioni criminali che sono un danno per l’intera collettività. «A cominciare dall’innalzamento dei limiti di pascolamento nelle superfici forestali che oggi sono molto bassi con sole tre pecore a ettaro – evidenzia il direttore Luca Saba –. Allo stesso tempo dal ministero consentano che le pratiche locali tradizionali (Plt) abbiamo tara 30 e non 70. Da quando le tare sono aumentate gli animali non hanno più pascolato nelle zone forestali e di conseguenza hanno creato un enorme carico d’incendio sui boschi».
In Sicilia ecco 56 nuove guardie forestali
E proprio in questi giorni la Regione siciliana ha annunciato l'entrata in servizio di 56 nuovi agenti del Corpo forestale reclutati fra i dipendenti regionali impiegati in altri settori. Saranno tutti destinati ai distaccamenti della Forestale, consentendo di potenziare quelli che presentano carenze di uomini e anche di riaprirne alcuni rimasti sguarniti di personale.
Altri 42 aspiranti agenti inizieranno il corso di formazione a settembre per essere immessi in ruolo al termine del percorso formativo. Ovviamente il governo regionale si augura che le nuove guardie possano contribuire a potenziare la prevenzione degli incendi.