L’invito di AgriEvolution: valorizzare la tradizione con l’innovazione

L’ultima tappa di AgriEvolution, il roadshow organizzato da Bayer, riannoda il filo di un discorso interrotto dalla crisi pandemica con un evento spettacolare che mette insieme il polo di ricerca di Riccagioia, il palcoscenico del Vinitaly e le sale di proiezione del Giffoni film festival. Un messaggio di speranza alla luce della possibilità di una prossima apertura europea verso le nuove tecnologie genetiche e digitali in grado di portare nuove chance di competitività alla nostra agricoltura

C’è un prima e c’è un dopo.

C’è il filo di un discorso interrotto dalla pandemia che oggi si riannoda acquisendo ancor più forza e senso.

AgriEvolution, il dibattito itinerante organizzato da Bayer sul futuro dell’agricoltura italiana, è riuscito a concludere il suo roadshow, sospeso l’anno scorso a causa della pandemia, con un evento spettacolare, svolto il 18 ottobre sia in presenza che in collegamento digitale, che ha coperto tutta la penisola italiana attraverso una triangolazione tra Cascina Riccagioia a Torrazza Coste (Pv), il Vinitaly a VeronaFiere e il Giffoni Film Festival in Campania, dove è stato premiato il cortometraggio “L’altra terra” promosso da Bayer e Giffoni Hub e teletrasmesso in occasione dell’evento.

Dare un futuro alle nuove generazioni

Fabio Minoli

«Una ripartenza in grande stile – mette in evidenza da Riccagioia Fabio Minoli, Direttore Relazioni Esterne di Bayer Italia - che è un forte segnale di speranza».

«Noi crediamo fortemente nella possibilità di sviluppare, attraverso le nuove tecnologie, soprattutto nel campo della genetica e del digitale, la nuova agricoltura che il nostro Paese merita». «Un’agricoltura in cui la tradizione si possa coniugare con l’innovazione per potenziare le chance del made in Italy agroalimentare e dare un futuro alle nuove generazioni di imprenditori agricoli nativi digitali».

La ricetta del dialogo

Marc Aupetitgendre

«Le contrapposizioni – conferma da Vinitaly Marc Aupetitgendre, amministratore delegato di Bayer Italia - che caratterizzano l’agricoltura italiana si superano con il dialogo. E il dialogo è proprio il tema centrale del nostro road show arrivato all’ultima giornata».

«Dialogo tra le generazioni, tema al centro del cortometraggio “L’altra terra”. Dialogo tra produttori e ricercatori, un aspetto che fa parte del DNA di Bayer, alfiere del modello dell’open innovation e del costante confronto territoriale con gli imprenditori agricoli. Dialogo e collaborazione attiva tra settore pubblico e privato, un aspetto quest’ultimo che ci ha spinto a dare il nostro contributo nel progetto della Fondazione Riccagioia Innovation Hub 5.0 per costruire insieme il futuro dell’agricoltura italiana».

Nostalgia canaglia

Chiara Albicocco, la conduttrice, con Roberto Confalonieri, Chiara Tonelli e Antonio Pascale a Riccagioia

«In Italia però l’agricoltura – stigmatizza Antonio Pascale, agronomo e performer, autore della pièce da Pinocchio a Masterchef e collaboratore di questa testata (leggi anche C’è terra per tutti: il paradosso agricolo va in scena) - è troppo condizionata dal rimpianto di un “piccolo mondo antico” che in realtà non è mai esistito». «L’atteggiamento giusto dovrebbe essere quello di guardare indietro solo per conservare il ricordo e la voglia di migliorarci, e guardare avanti, alle tecnologie che ci permetteranno di affrontare le sfide del futuro».

La sfida della conoscenza

«La sfida più impegnativa – spiega Roberto Confalonieri dell’Università di Milano,  fondatore di Cassandra Lab – è sempre quella della conoscenza, ovvero della condivisione e utilizzo anche in agricoltura del numero enorme di dati resi disponibili dall’evoluzione dell’Ict (Information e communication technology)».

Secondo Confalonieri l’impegno maggiore di chi si occupa di digitale in agricoltura è quello di produrre soluzioni in grado di dare concreti vantaggi competitivi agli agricoltori, a costi accessibili. «Un obiettivo che si sta concretizzando con l’evoluzione di un vero mercato per le tecnologie e le app in grado di supportare l’agricoltura di precisione».

L’esempio più diffuso è quello della concimazione azotata di copertura a rateo variabile. Una soluzione messa a punto da Cassandra Lab consente agli agricoltori di utilizzare il proprio smartphone a costo zero per calibrare le rilevazioni spazio temporali satellitari ed utilizzare il telerilevamento in maniera autonoma per le proprie colture». Il prossimo step sarà quello dell’intelligenza artificiale, ma per vincerlo occorre conquistare la fiducia dei produttori per incentivare la condivisione di dati strategici per ottimizzare la nuova frontiera dell’agricoltura 5.0.

Un rapporto più fecondo con l’innovazione

«L’agricoltura mondiale sta cambiando – informa Chiara Tonelli, Presidente del comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi e professoressa di genetica all’Università degli Studi di Milano -, soprattutto nel rapporto con l’innovazione tecnica e la ricerca scientifica».

«Quando torno in Italia trovo invece un’altra realtà: è come andare a fare visita a una vecchia zia, con una bella casa ma un po’délabré».

Un piccolo mondo antico, per l’appunto, da rinnovare non con i contributi del 110%, ma spingendo sulle nuove biotecnologie di precisione, Nbt o Tea (Tecnologie di evoluzione assistita) come cisgenesi e genome editing.

«Due anni fa una sentenza della corte di Giustizia Ue ha equiparato dal punto di vista legale il genome editing agli Ogm, ma si tratta di due tecnologie completamente diverse: con la prima posso intervenire con precisione a livello di singole basi azotate per “correggere” l’espressione di un gene, magari importante in chiave resistenza alle malattie o per la resilienza ai cambiamenti climatici. La transgenesi invece aggiunge interi geni, provenienti da altre specie, nel genoma della specie agraria da modificare».

La soluzione è scritta nel genoma

«Se paragoniamo il genoma a un libro, nel caso del genome editing si corregge una sola lettera all’interno di una pagina, nel caso degli ogm si aggiunge un’intera pagina».

«Tecniche che stanno dando una grossa mano anche in altri campi, utilizzate ad esempio per lo sviluppo dei vaccini a mRNA efficaci contro il virus SarsCov2. Un’esperienza che dimostra quanto possa essere vantaggioso sostenere e finanziare la ricerca di base: lo sviluppo tempestivo di questi vaccini determinanti contro il Covid è stato infatti possibile grazie al fatto che erano in corso da anni ricerche finanziate per ottenere vaccini efficaci contro alcuni tumori».

Alessandro Cecchi Paone con Marc Aupetitgendre, Ettore Prandini e Mario Pezzotti in collegamento dal Vinitaly

«L’agricoltura è di fronte a sfide epocali – conferma Mario Pezzotti, direttore del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach – prima fra tutte quella dei cambiamenti climatici. Le soluzioni le possiamo trovare all’interno dei pangenomi delle specie coltivate».

«Dallo studio delle sequenze geniche occorre però riuscire ad arrivare alle serre sperimentali e poi sui campi coltivati: solo da una coltivazione in condizioni reali possiamo avere una risposta affidabile sull’efficacia del nostro lavoro».

«Oggi invece siamo costretti a fermarci alle porte dei laboratori, non possiamo effettuare prove sperimentali per effetto della moratoria innescata dall’equiparazione delle Tea agli ogm e la nostra agricoltura rischia di perdere competitività».

Prandini: «Le Tea sono un’opportunità per il made in Italy»

Ettore Prandini

«Abbiamo l’obbligo morale – sostiene con forza Ettore Prandini, presidente di Coldiretti -, soprattutto nei confronti delle prossime generazioni, di valorizzare le nostre conoscenze e la nostra preparazione tecnica e tradurle in opportunità».

«In un periodo storico – continua - in cui l’agricoltura ha dimostrato tutta la sua importanza, dobbiamo sostenere tecnologie come la cisgenetica e le nbt proprio per preservare la nostra storia, le nostre radici, la nostra biodiversità, la nostra conoscenza di fronte a sfide epocali come quelle del cambiamento climatico».

«Le Tea non hanno niente a che fare con i vecchi ogm, ma sono piuttosto una risorsa che può creare le condizioni affinchè il nostro patrimonio di tipicità e biodiversità, fatto da centinaia di varietà autoctone, diventi più resiliente nei confronti dei cambiamenti climatici e delle aggressioni delle specie nocive aliene. Dobbiamo creare una forte coalizione in Europa per far sì che queste tecnologie ci aiutino a traguardare gli obiettivi del Green Deal e del Farm to fork».

A marzo la battaglia decisiva in Europa

GianMarco Centinaio collegato da remoto con Alessandro Cecchi Paone

«Le nuove generazioni di agricoltori – osserva Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole in collegamento da remoto –, preparate e laureate, pretendono di avere a disposizione nuove tecnologie che diano loro tutte le chance per poter fare agricoltura d’avanguardia».

«Il polo scientifico di Riccagioia è aperto a queste innovazioni e può essere la risposta di cui ha bisogno il nostro Paese. Ma per passare alle sperimentazioni in campo occorre compiere un passo decisivo in Europa, creando le condizioni affinchè la decisione sulle nuove biotecnologie non parta da preclusioni ideologiche ma da dati scientifici concreti».

L’hub di Riccagioia si candida per la sperimentazione delle Tea in campo

Attilio Fontana a Riccagioia

«Dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti – conclude Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia -, puntare su una corretta informazione per fare capire alla gente che stiamo parlando di qualcosa di utile per l’umanità. Un’opportunità che rischia di diventare velocemente una necessità, visti gli effetti sempre più ricorrenti dell’impatto dei cambiamenti climatici anche sulla Regione più agricola d’Italia, ovvero la Lombardia».

«Abbiamo investito per creare a Riccagioia un caposaldo di innovazione e ricerca, un riferimento a livello nazionale, Il Pnrr può offrire la possibilità per valorizzare l’opportunità per sperimentare in questo hub l’agricoltura del futuro, un futuro di cui non dobbiamo più avere paura».


Valorizzare la tradizione con l’innovazione, il passaggio di testimone transgenerazionale del corto “L’altra terra”

«Noi ci siamo spezzati la schiena, Sofia per favore studia»:

è la raccomandazione transgenerazionale contenuta nel cortometraggio “L’altra terra”, promosso da Bayer Italia in partnership con Giffoni Hub. L’invito rivolto dai nonni agricoltori pugliesi alla nipote che deciderà di seguirne le orme dopo avere approfondito negli Stati Uniti i propri studi universitari di indirizzo scientifico.

Un affresco poetico che descrive l’evoluzione che ha caratterizzato l’agricoltura italiana in pochi decenni, e soprattutto quella che potrà venire coniugando tradizione e innovazione con l’obiettivo della sostenibilità. Sofia, la nipote studiosa il cui percorso di vita è tracciato nei 12 minuti del film, deciderà di coltivare la stessa varietà che ha consentito ai nonni di strappare un reddito di sopravvivenza dalla terra che coltivavano, ovvero il Triticum turgidum ssp. turanicum  denominato strazzavisazz o perciasacchi, valorizzandolo però con tecniche ed app di agricoltura 4.0.

L’invito di AgriEvolution: valorizzare la tradizione con l’innovazione - Ultima modifica: 2021-10-27T21:40:57+02:00 da Lorenzo Tosi

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