Multe quote latte, la Corte Ue dà ragione a otto allevatori

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La Corte di Giustizia europea boccia i criteri stabiliti in Italia per la restituzione dei prelievi. Secondo il sottosegretario Centinaio la sentenza spinge a una soluzione definitiva della faccenda. Solo un mese fa, dopo l’ennesimo annullamento delle multe stabilito da un Tribunale amministrativo regionale il ministro Patuanelli commentava dicendo che il modo peggiore per affrontare la questione è fare fallire le aziende

«La sentenza odierna conferma la validità delle istanze che da anni vengono portate avanti dai produttori a cui la Lega non ha fatto mai mancare il suo sostegno».

Gian Marco Centinaio
Gian Marco Centinaio

Così il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, commenta la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea in merito ai prelievi supplementari sulle quote latte per quanto riguarda l'annata 2005-2006.

«Una decisione – ritiene il sottosegretario - che fa sperare per una conclusione definitiva della vicenda, dal momento che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle».

La decisione della Corte

La sentenza della Corte di Giustizia Europea pubblicata oggi (clicca qui per accedere al provvedimento) si riferisce ad un ricorso presentato da otto allevatori contro Agea in merito al calcolo del prelievo supplementare a carico di tali produttori per il periodo di commercializzazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari che va dal 1º aprile 2005 al 31 marzo 2006.

Al riguardo la Corte ha stabilito che «i criteri per la restituzione delle multe latte pagate in eccesso stabiliti dalla normativa nazionale del 2003 violavano le norme europee del tempo», dando di fatto ragione agli allevatori.

Contestati i criteri per la restituzione dei prelievi

La normativa nazionale del tempo individuava infatti nei produttori in regola con i versamenti delle multe una categoria prioritaria per la restituzione del prelievo riscosso in eccesso. «Questi criteri aggiuntivi - ha chiarito la Corte- non erano in linea con le norme europee del tempo». «Soltanto con un regolamento Ue entrato in vigore dopo il 2006 - ricorda la Corte - è stata introdotta la possibilità per gli Stati membri di aggiungere criteri supplementari, previa consultazione della Commissione. E quindi, a partire da quel momento, i criteri adottati dalle autorità italiane sono stati in linea con le disposizioni europee».

Verrascina: «Serve una soluzione politica»

Franco Verrascina, presidente della Copagri

Un cavillo che basta a bloccare i prelievi smentendo un procedimento già transitato dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato e che spinge il presidente della Copagri Franco Verrascina ad affermare che «per concludere l’annosa questione delle multe per le quote latte serve una soluzione politica per le migliaia di allevatori che combattono da oltre vent’anni.

«Con il pronunciamento di oggi, che si riferisce ai prelievi dell’annata 2006-07 e che fa seguito alle sentenze del medesimo tenore arrivate a giugno e a settembre 2019, dovrebbe finalmente chiudersi l’annosa questione delle quote latte, visto che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle».

Verrascina ricorda che sono diverse migliaia gli allevatori italiani che, «oltre a essere stretti nella morsa tra i continui rincari dei costi di produzione e i prezzi del latte alla stalla non remunerativi, combattono da oltre vent’anni in quanto hanno pagato e stanno continuando a pagare multe, poiché accusati di aver sforato le quote di produzione del latte assegnate al nostro Paese dall’Unione Europea».

L’ultimo annullamento del Tar solo un mese fa

Poco più di un mese fa il Tar del Friuli Venezia Giulia, sempre sulle multe per le quote latte, aveva  annullato due provvedimenti di sollecito che, sommati, valevano oltre 1,2 milioni di euro a carico di due aziende zootecniche friulane per lo sforamento delle quote latte accumulato tra il 2005 e il 2008. Ricorsi accolti per la tardività delle notifiche.

In quell’occasione il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli aveva dichiarato che «Il modo peggiore per affrontare il nodo delle multe è far fallire le aziende con i pignoramenti». Le multe ancora non corrisposte vanno da un massimo di 4 milioni a un minimo di 50 mila euro, con una media di 250/300 mila euro a carico di ciascuna attività zootecnica.

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Multe quote latte, la Corte Ue dà ragione a otto allevatori - Ultima modifica: 2022-01-13T21:56:47+01:00 da Lorenzo Tosi

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