L'ulteriore stretta di un mese alle attività della ristorazione e il blocco di cerimonie e ricevimenti decisa dal Governo con il nuovo Dpcm avrà di certo ripercussioni pesanti lungo tutta la filiera agroalimentare. A questo si aggiungerà il ritorno allo smart working e l'invito agli italiani a muoversi solo quando strettamente necessario. I proprietari di locali e ristoranti sono in allarme. I loro fatturati sono già stati falcidiati dalla prima parte della pandemia, ora temono un vero e proprio collasso.
La chiusura alle 18 per bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie, anche se potranno continuare a vendere per l'asporto e consegnare a domicilio, genererà un inevitabile calo dei consumi di alimenti e bevande. Con un effetto domino che si farà sentire per l'industria di trasformazione alimentare ma anche in campagne, stalle, cantine, vivai e agriturismi. La rimodulazione dell’offerta, nel passaggio dei prodotti dal canale Horeca alla grande distribuzione, comporterà significative riduzioni di valore delle derrate agricole. Il rischio di non ritiro del prodotto e di speculazioni all’interno delle filiere, a scapito degli agricoltori.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha promesso aiuti a fondo perduto per le imprese che saranno più colpite da queste nuove misure. Ma per ora non è chiaro se a beneficiarne saranno anche le aziende agricole. Il nuovo provvedimento, che resterà in vigore fino al 24 novembre, non prevede limitazioni agli spostamenti per svolgere le attività agricole.
Gualtieri: indennizzi entro metà novembre
«Gli indennizzi arriveranno il più presto possibile, pensiamo che l'Agenzia delle entrate possa erogare questi contributi entro metà novembre, forse già l'11, perché ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato con il vecchio fondo perduto». L'ha detto il ministro dell'Economica Roberto Gualtieri, parlando del cosiddetto decreto ristori. Quindi, chi ha già fatto domanda in passato riceverà il denaro in automatico. Chi invece fa domanda per la prima volta dovrà aspettare un po' di più, ma comunque riceverà l'indennizzo entro l'anno. Resta da capire se le aziende agricole potranno accedere a queste misure di sostegno.
Coldiretti, nuovo Dpcm costa un miliardo in cibo e vino
Secondo Coldiretti la chiusura anticipata alle 18 della ristorazione ha un effetto negativo a cascata sull'agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento. "La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell'emergenza coronavirus – sottolinea Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Nell'attività di ristorazione sono coinvolte circa 330mila tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola. Ma anche 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro.
«Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di stato – ha affermato il presidente Ettore Prandini –. È necessario salvaguardare il sistema agroalimentare nazionale che rappresenta la prima ricchezza del Paese e svolge un ruolo da traino per l'intero sistema economico made in Italy in Italia e all'estero».
Cia, stop alle 18 ad agriturismi equivale a chiusura attività
"Lo stop alle 18 previsto dal nuovo Dpcm per le 24mila strutture agrituristiche nazionali equivale alla chiusura delle attività, che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo. I cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21". Lo sottolinea in una nota Cia-Agricoltori Italiani.
"La misura del Governo non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna – continua la professionale – e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno fin qui stimato da Cia-Agricoltori Italiani in 600 milioni. Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un'ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore".
"Il nuovo Dpcm – conclude l'associazione presieduta da Dino Scanavino – avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell'Horeca e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell'agroalimentare fuori casa, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche".
Confagricoltura: ristori adeguati e tempestivi a tutta la filiera
«La priorità assoluta è la salute pubblica ma, a seguire, è necessario tener conto delle conseguenze economiche delle nuove e necessarie misure assunte dal governo per frenare la diffusione dei contagi». Questo il commento al nuovo Dpcm del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
«I ristori adeguati e tempestivi annunciati dal governo – sottolinea il presidente di Confagricoltura – devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile ed ingiustificata».
Confagricoltura ricorda come consumi alimentari extradomestici, nel 2019, siano ammontati a 85 miliardi di euro. Secondo le stime di Ismea, a causa dell’emergenza sanitaria, si profila quest’anno una contrazione di 34 miliardi di euro.
L'Abbate: misure inevitabili, plauso a Conte per ristori
«Le misure anti Covid-19 sono un duro colpo per i comparti agroalimentare, vitivinicolo e della pesca del nostro Paese ma purtroppo sono inevitabili. Plaudo, pertanto, alla sensibilità del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha già annunciato misure di ristoro nell'illustrare il nuovo Dpcm». Queste le parole del Sottosegretario al Mipaaf Giuseppe L'Abbate che ha aggiunto: «Dobbiamo sostenere l'oggi e proiettarci al futuro per rilanciare le imprese italiane colpite. Siamo già al lavoro per non lasciare indietro nessuno e, come sempre, siamo disponibili all'ascolto e al confronto».
Con quale criterio, calcoleranno gli incentivi da dare agli : “Agriturismi, e alle aziende che fanno vendita diretta”?. Dato che la stragrande maggioranza di questi, esistono solo sulla carta, in quanto i primi, non hanno mai esplicata l’attività, ma è stato solo un modo per poter sfruttare i fondi dei P.S.R., per ristrutturarsi le abitazioni?. Mentre per quanto concerne la vendita diretta, in massima parte viene fatta a nero, e vendendo prodotti non coltivati in azienda, ma acquistati come fanno tutti i commercianti dell’alimentare.