Patuanelli: «Agricoltura fondamentale per la transizione ecologica»

La "versione" del neo ministro al Consiglio nazionale della Coldiretti. Patuanelli assicura che in Europa si batterà con tutte le sue forze per non far passare il Nutriscore

L'agricoltura italiana, con l'arrivo di Stefano Patuanelli alla guida del Mipaaf, ricomincia da tre. Non riparte da zero perché i vari decreti Ristori, l'avvio di un protocollo col Cts per la ripartenza della ristorazione, i codici Ateco ora superati da contributi da valutare azienda per azienda, il Pnrr e l'internazionalizzazione, sono temi che hanno già visto l'attuale numero uno di Via XX Settembre in prima linea nel precedente governo.

«Ma per il futuro occorre non inciampare nelle quotidianità ma avere una visione a medio e lungo termine – ha detto l'ex ministro dello Sviluppo economico – trovare la forza per imporre la nostra visione nella Ue sulle etichette frenando cibo di sintesi e fuorvianti semafori. Consentire la ripartenza della ristorazione e turismo garantendo la sicurezza alle persone nonostante il perdurare della pandemia».

Sono queste, infatti, le tre linee guida illustrate da Patuanelli, primo ministro M5S a guidare il dicastero dell'Agricoltura, al Consiglio nazionale della Coldiretti. Un debutto che ha avuto il calore di una partita giocata a casa, con il presidente Ettore Prandini che ha invitato il neo ministro, in una virtuale pacca sulla spalla visto il difficoltoso collegamento streaming, ad avere più orgoglio per il passaggio a un settore che, grazie all'innovazione e alle opportunità del Recovery Plan, potrà creare un milione di posti di lavoro nei prossimi dieci anni.

Puntare sulle agroenergie

E Patuanelli che già considerava "centrale" la filiera dell'agroalimentare ma con necessità, ha osservato, di avere più consapevolezza del proprio valore e di essere raccontata meglio. Comunque, fin da oggi si evidenzia la consapevolezza sia del ministro che del mondo agricolo che la transizione ecologica possa non solo coinvolgere il comparto primario ma partire proprio dai campi, dalla ricerca sulla chimica verde e dalle agroenergie con risposte adeguate sul tema dei cambiamenti climatici. E che il Recovery plan sia un'opportunità da cavalcare fino in fondo per garantire i primati qualitativi del biologico e del made in Italy attraverso l'innovazione.

Su molti punti e le sfide nella revisione della Pac ministro e Coldiretti hanno dimostrato di parlare la stessa lingua. «Fino a quando sarò ministro mi batterò con tutte le forze affinché il sistema Nutriscore sia abbandonato perché è un danno enorme per il settore e per i cittadini» ha scandito Patuanelli incassando un corale applauso e proponendo poi la
modernizzazione delle etichette con blockchain e Qr code che possono ridurre i costi per i produttori e per l'industria della trasformazione.

«Un percorso che dobbiamo fare insieme in Europa dove dobbiamo avere la forza di imporre nostra visione» è l'invito al gioco di squadra, in Italia come a Bruxelles, chiesto esplicitamente dal ministro. L'unità evocata da Draghi, evidentemente, è un dovere anche qui. Sulle agroenergie Patuanelli ha espresso soddisfazione per gli incentivi agli impianti a biogas previsti dal Milleproroghe ma, ha sottolineato «il comparto ha bisogno di innovazione, strategia per il futuro, un grande accompagnamento per dar certezza agli investimenti. È assolutamente da sostenere questa filiera che è strategica».

Mentre, occorre dire basta alla stagione dei Psr disgiunti da Innovazione 4.0. che, secondo Patuanelli, «non è soltanto potersi collegare col computer in aree rurali, ma agricoltura di precisione, monitoraggio satellitare, strumenti di innovazione che creino valore nella filiera e nuova occupazione». Una visione che ha trovato il consenso del presidente della Coldiretti Prandini che ha chiesto al neo ministro di lavorare in particolare affinché siano sommabili i contributi Psr alle defiscalizzazioni previste nelle misure di Innovazione 4.0.

Patuanelli: «Agricoltura fondamentale per la transizione ecologica» - Ultima modifica: 2021-02-23T20:59:10+01:00 da Redazione Terra e Vita

1 commento

  1. Lasciamo perdere, un ministro che di agricoltura non sa nulla! Cosa poteva decidere sulla pac? Lasciare i privilegi pluriennali e rimandare la convergenza, questo è il risultato. Abbiamo chi coltiva grano con sovvenzioni di migliaia di € e chi per pochi spiccioli deve sopravvivere. Questo è il libero mercato delle lobby e delle poltrone.

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