BIOGAS

La “misura aziendale” garanzia di redditività

Un’analisi di quattro casi studio in aziende ad indirizzo agrozootecnico con digestori di diversa potenza

Il biogas da agrozootecnia ha fatto registrare nel corso del quinquennio 2007/2012 un trend di crescita eccezionale; dai 154 impianti censiti nel 2007, si è arrivati a fine 2012 a superare le 600 unità connesse alla rete.


La principale motivazione alla base della vertiginosa crescita del settore è di carattere normativo e va ricondotta all'approvazione di tre importanti testi di legge (L. n. 99/2009, poi integrata dalla L. n. 129/2010 e infine dal Dlgs. n. 28/2011). Tali normative avevano fissato e confermato due forme d'incentivo, distinguendo gli impianti con potenza uguale e/o inferiore ad 1 MWe da quelli con potenza superiore a tale valore. Per i primi era stata fissata la ben nota tariffa omnicomprensiva, pari a 0,28 €/kWh immesso in rete, mentre per gli impianti con potenza superiore ad 1 MWe era stato previsto il meccanismo dei certificati verdi, con applicazione di un coefficiente moltiplicativo pari a 1,80.


La realtà operativa ha poi dimostrato come la soluzione riconducibile alla tariffa omnicomprensiva fosse, in termini economici, quella più vantaggiosa. Il Dlgs. n. 28/2011 aveva infine confermato gli incentivi fino al 31 dicembre 2012, garantendo quindi la continuità del settore e favorendo la realizzazione di nuovi digestori anaerobici.


Per il post 2012? Per certi versi, la pecca del Dlgs. n. 28/2011 era stata quella di prolungare il periodo di fruizione della tariffa omnicomprensiva, senza definire, o quanto meno introdurre, il nuovo meccanismo di incentivazione.


Se da un lato era logico prevedere, sin dall'emanazione di tale decreto, una rimodulazione al ribasso dell'incentivo, dall'altro era difficile ipotizzare il nuovo meccanismo.


Situazione complessa soprattutto per gli impianti in fase di progetto o già in cantiere, che avrebbero avuto l'allaccio alla rete elettrica in questi primi mesi del 2013.


Sarebbe quindi ancora convenuto investire su potenze vicine al MWe?, o ancor meglio, avrebbe avuto senso investire nel biogas?, se si in quale forma? Il Dm 6 luglio 2012 ha introdotto una nuova tariffa, non più fissa ad un valore unico e standard, ma modulabile verso il basso o l'alto in funzione di due aspetti critici:


- le tipologie di substrato impiegate per alimentare il digestore;


- la potenza elettrica istallata.


Per comprendere i nuovi scenari produttivi e fornire un metro di giudizio valido per le future scelte imprenditoriali connesse al biogas, sono di seguito proposti i risultati del lavoro di ricerca condotto su due casi studio aziendali.


I risultati mostrano le opportunità fornite dalla nuova tariffa omnicomprensiva ed il riassetto produttivo del settore del biogas.


Tutti gli approfondimenti sul prossimo numero di "Bioenergie e Agricoltura" allegato al n. 18/2013 di "Terra e Vita".

La “misura aziendale” garanzia di redditività - Ultima modifica: 2013-03-28T16:50:15+01:00 da Redazione Terra e Vita

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