La tignola delle crucifere (Plutella xylostella) è un piccolo lepidottero appartenente alla famiglia dei Plutellidae che attacca le crucifere sia coltivate che spontanee.
La tignola è la specie più dannosa per le produzioni di cavolo in tutto il mondo; si stima che la gestione di questa specie costi all’economia globale 4-5 miliardi di dollari all’anno senza contare l’impatto sulla biodiversità e sugli habitat delle zone che vengono infestate ed il costo economico ed ambientale dei provvedimenti di difesa.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Infestazioni continue
Gli adulti di tignola non sono buoni volatori e riescono, mediamente, a disperdersi solo su una distanza compresa tra 13 e 35 metri all’interno dell’appezzamento coltivato. Tuttavia, possono essere facilmente trasportati dal vento e, in questo modo, possono raggiungere in una notte anche distanze elevatissime fino a 400-500 km.
P. xylostella è una specie estremamente plastica in grado di adattarsi ad ambienti molto diversi: nelle zone più fredde si sviluppa in 4 generazioni all’anno mentre nelle aree tropicali può arrivare fino a 18 -20 generazioni. In queste aree in cui le crucifere vengono coltivate per tutto l’anno e in cui le infestazioni di P. xylostella sono continue, spesso si sviluppano fenomeni di resistenza agli insetticidi aggravati dai rimedi empirici messi in atto dagli agricoltori per porvi rimedio:
- aumento delle dosi;
- miscele di prodotti diversi;
- intensificazione della cadenza dei trattamenti.
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Gestione delle larve
Attualmente le strategie di difesa sono basate sull’impiego tempestivo di insetticidi al momento della comparsa delle giovani larve. I prodotti presenti nei Dpi sono Bacillus thuringiensis, cipermetrina, deltametrina, clorantraniliprole, indoxacarb, spinosad, spinetoram ed emamectina.
Per un corretto posizionamento degli interventi è importante monitorare la presenza degli adulti della tignola con trappole a feromoni. Tutte le larve e le pupe di P. xylostella vivono sulla superficie fogliare e sono influenzate da diversi fattori ambientali; è stato dimostrato, a esempio, che le precipitazioni sono un importante fattore di mortalità per le larve per cui le infestazioni gravi della tignola avvengono soltanto durante la stagione secca.
Di conseguenza anche l’irrigazione a pioggia riduce il danno in quanto le goccioline d’acqua annegano o comunque rimuovono fisicamente il parassita dalla superficie della pianta. Se questa irrigazione viene fatta al crepuscolo riduce anche l’attività di volo, l’accoppiamento e presumibilmente la deposizione delle uova. Si sta lavorando anche su colture trappola di senape bianca (Brassica hirta) o di senape indiana (B. juncea) molto attrattive per P. xylostella ma di scarso valore economico da piantare in strisce limitrofe alle colture di crucifere.
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Biologia dell’insetto
Gli adulti di Plutella xylostella compaiono a inizio primavera e vivono in media un paio di settimane. Hanno costumi crepuscolari e, non appena sfarfallati, si accoppiano immediatamente. Le uova sono deposte isolate o in gruppetti di pochi elementi parzialmente sovrapposti nella pagina inferiore delle foglie delle piante ospiti. Occasionalmente le femmine possono depositare fino a 300 uova, ma la media si aggira sulle 150. La durata del periodo di incubazione è molto variabile ma, con temperature sopra i 30 °C, può ridursi a soli due tre giorni.
La larva neonata scava una piccola mina nel tessuto lacunoso delle foglie e vi compie la prima muta poi continua nella sua attività trofica durante i successivi quattro stadi di sviluppo, compiendo altre erosioni nella pagina inferiore delle foglie lasciando intatto lo strato di cera presente sulla pagina superiore, creando finestre traslucide. In casi di grave infestazione possono essere distrutte intere foglie. Anche se le larve sono molto piccole, in genere sono molto numerose e possono provocare la rimozione completa del tessuto fogliare ad eccezione delle nervature. Ciò è particolarmente dannoso per le piante giovani e può interrompere la formazione della testa in cavoli, broccoli e cavolfiori. Commercialmente la presenza di larve può comportare il completo rifiuto del prodotto, anche se il livello di rimozione del tessuto vegetale è insignificante. Su colza, le larve si nutrono anche dei boccioli floreali, dei fiori e dei giovani baccelli, causando una perdita di semi.