Grana Padano: produzione ed export crescono di oltre il 5% nel 2019

Quasi 5,2 milioni di forme prodotte le previsioni per fine anno. Il Consorzio chiede chiarezza sullo scaffale e nella ristorazione

Il presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Cesare Baldrighi, in primo piano, e in videoconferenza la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova
Nel 2019 sono state prodotte 5.182.585 forme con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06%, e, negli ultimi dieci anni, di oltre il 22%. Il problema dei dazi e la richiesta di più chiarezza sullo scaffale e dell'obbligo di indicare l'ingrediente nei consumi fuori-casa da parte del Consorzio di tutela del Grana Padano all'assemblea consortile di fine anno che si è svolta oggi.

Inarrestabile, nonostante i dazi e le imitazioni, il Grana Padano. Nel 2019 sono state prodotte 5.182.585 forme con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06% (149.297 forme in più). L’export, con oltre 2 milioni di forme, ha fatto registrare un +5,24% sul 2018 e rappresenta il 41% del prodotto marchiato.

La Germania si conferma primo mercato estero con un totale previsto di ben 517mila forme. Questi i dati diffusi oggi nell’Assemblea generale di fine anno del Consorzio di tutela del Grana Padano che si è svolta a Castelnuovo del Garda (Vr).

Il 27 ottobre 2019 è intanto entrato in vigore il nuovo disciplinare di produzione che ha approvato, tra le modifiche più importanti, la liberalizzazione di oltre 2 mungiture al giorno e quindi anche l'impiego del robot di mungitura.

 

Oltre il 22% di crescita della produzione negli ultimi 10 anni

«La crescita della produzione assume un significato ancora più forte se pensiamo - ha sottolineato il presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Cesare Baldrighi  - che negli ultimi dieci anni il trend positivo ha superato il 22,5%, pari ad un incremento del 2% annuo. Tutto questo acquisisce ancor più valore se teniamo conto del contesto in cui il risultato è stato raggiunto. Da una parte il periodo di crisi generalizzata, in ogni settore, e dall’altra decisioni internazionali, prime fra tutti quelle dei dazi, che per un prodotto come il nostro sono oltremodo penalizzanti».

«Se aggiungiamo a tutto questo  - ha aggiunto il presidente del Consorzo di tutela - anche la confusione che il consumatore si trova ad affrontare quando deve acquistare, a causa della mancanza di informazioni chiare sia nei punti vendita sia nei menù della ristorazione, è facile capire come sia complesso per noi e il nostro sistema operare scelte imprenditoriali guardando al futuro con serenità».

 

La ministra Bellanova sui dazi Usa: «Servono più fondi Ue»

«Per quanto riguarda i dazi Usa - ha detto in videoconferenza la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova - le risorse a sostegno dei Paesi più colpiti, soprattutto Italia, Francia e Spagna, dovrebbero arrivare dal bilancio comunitario e non possiamo certo aspettare mesi per la compensazione. Abbiamo chiesto alla Commissione una proposta operativa in questa direzione».

La ministra è stata chiara anche sul semaforo arancione o rosso del nutriscore vicino al marchio Dop europeo sul Grana Padano: «È inaccettabile. Vogliamo tutela piena e stiamo lavorando per un’alternativa come il sistema a batteria che tiene in considerazione il fabbisogno quotidiano e non demonizza i singoli ingredienti. Se siamo il secondo paese al mondo per longevità dopo il Giappone, è anche frutto della nostra dieta».

La ministra ha anche sottolineato che il consumatore vuole sapere che cosa acquista e che sugli scaffali serve chiarezza: «Abbiamo la possibilità di incidere in questo senso con il collegato agricolo per far dialogare tutte le parti con trasparenza dal produttore al distributore. Servono spazi dedicati ai nosri marchi geografici». E' necessario, secondo Bellanova che anche «nei luoghi della ristorazione l'informazione sia trasparente e corretta».

 

Berni: «Più distintività per le Dop sugli scaffali»

«Chiediamo un provvedimento che garantisca al consumatore di scegliere in modo consapevole - ha detto il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni - cosa sta acquistando o consumando: sugli scaffali della Grande Distribuzione, i prodotti a Denominazione di origine dovrebbero essere sempre separati in modo netto e inequivocabile dai rispettivi ‘similari’, così come nei ‘menù’ dei ristoranti dovrebbe essere indicato in maniera ben evidente se vengono utilizzati prodotti a Denominazione di Origine oppure omologhi differenti».

Il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni

«Un’azione mirata a far chiarezza e soprattutto ad informare il consumatore correttamente. Per valutarne l’importanza, basti considerare che da alcune ricerche commissionate dal Consorzio sulle tendenze dei consumi, risulta che ben 2 consumatori su 3 sono disposti a spendere qualcosa in più pur di avere informazioni certe su ciò che acquistano».

 

Grana Padano: produzione ed export crescono di oltre il 5% nel 2019 - Ultima modifica: 2019-12-18T16:27:06+01:00 da Francesca Baccino

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