Studiare o svolgere un’attività lavorativa all’estero è stata da sempre - e lo è tuttora - una preziosa opportunità per i giovani.
Imparare una nuova lingua, confrontare le tecniche del proprio paese con quelle di un altro, mettersi in gioco in una realtà differente dalla propria sono tutte sfide che i ragazzi dovrebbero cogliere per ampliare i propri orizzonti e valutare con coscienza quale meta inseguire. Anche all’interno del settore agricolo.
Le opzioni sono tante, c’è chi parte in autonomia, chi in compagnia di amici, chi sfida la sorte senza un obiettivo ben preciso e chi sfrutta programmi istituzionali di scambio, Caep ne è un esempio. Communication Agricoltural Education Programs è l’organizzazione statunitense, che da più di 30 anni si occupa di scambi culturali e di stage di specializzazione nel settore dell’agricoltura a livello mondiale (44 partners), offre stage retribuiti per periodi dai 3 ai 18 mesi a studenti, laureati e agricoltori con esperienza nel settore agricoltura.
Antonio Mastrodomenico, responsabile e referente dell’iniziativa nel nostro Paese, ci racconta nel dettaglio in cosa consiste il programma Caep e quali sono le modalità per partecipare.
Chi può partecipare
Quali settori sono coinvolti dal progetto e a chi si rivolge?
«I programmi del Caep – risponde Mastrodomenico - abbracciano l’enologia, la zootecnia, l’orticoltura, l’equitazione, l’apicoltura, la floricoltura, la gestione dei tappeti erbosi e l'agribusiness e si rivolgono a due categorie di giovani con età massima di 30 anni:
- Intern program (stagista): per studenti correntemente iscritti in una Università estera o che hanno conseguito la laurea non più di 12 mesi prima dell’inizio dello stage;
- Trainee (tirocinanti): per tirocinanti in possesso di un diploma o certificato professionale e di almeno un anno di esperienza lavorativa nel proprio campo professionale.
Che tipologia di visto serve per partire?
«Il visto J1 (Student and Exchange Visitor Program) è rivolto a coloro che vogliono recarsi negli Stati Uniti per un programma di scambio culturale – spiega Mastrodomenico -. Offre innumerevoli opportunità per i candidati che cercano di viaggiare e acquisire esperienza negli Stati Uniti. Permette di lavorare, ma è soggetto anche a regole particolari, diverse a seconda del tipo di programma. Per ottenere un J1 è spesso necessario avere uno sponsor e un datore di lavoro (Host Company) e una solida padronanza dell’inglese. Il visto J1 mette a disposizione diversi programmi di formazione, progettati per consentire ai professionisti stranieri di venire negli Stati Uniti e ricevere una formazione nel settore professionale prescelto. Inoltre, questi programmi offrono opportunità illimitate, sia per i visitatori che per gli americani: intercambiare conoscenze e opinioni, abbattere pregiudizi e incomprensioni e rafforzare le relazioni».
Prima di richiedere un J1 in un Consolato o Ambasciata degli Stati Uniti, precisa Mastrodomenico -«È necessario previamente essere accettato in un programma di scambio da un’Organizzazione o Istituzione designata. Allo scadere del visto J1, si può rimanere negli Stati Uniti per altri 30 giorni, definito questo come “periodo di grazia”».
Fonte https://www.simonebertollini.com/avvocato/immigrazione-lavoro/visto-j1/
«Ogni categoria del J1 – conclude Mastrodomenico - dispone di organismi che funzionano da sponsor e vengono designati dal Dipartimento di Stato americano. Il loro ruolo è di autorizzare l’ingresso di un cittadino straniero ai fini di completare gli obiettivi di un programma specifico. Per richiedere un visto J-1 bisogna compilare gli appositi modelli DS-2109 e DS-7002 che, insieme ad altri documenti necessari, devono essere presentati presso l’Ambasciata degli Stati Uniti.
Previsioni di spese
Quanto costa partecipare al programma?
«Per quanto concerne le spese la somma da anticipare consiste in circa 3000$ e comprende le seguenti voci:
- Richiesta per il Passaporto elettronico;
- Richiesta visto j1 presso l’ambasciata americana;
- Viaggio di andata e ritorno;
- Spese amministrative per l’organizzazione e sponsorizzazione del progetto (1500$);
- Assicurazione sanitaria obbligatoria (circa 100$ al mese per il n. di mesi di tirocinio);
La quota certamente è sostanziosa – afferma Mastrodomenico - ma il tirocinio è ben retribuito: il visto j1 garantisce una paga oraria pari a quella di un cittadino americano, inclusi straordinari, ferie e malattie e facendo un calcolo approssimativo le spese sostenute nella fase iniziale si recuperano in 2/3 mesi di lavoro».
Come candidarsi
Qual è il procedimento da seguire per candidarsi e partecipare al programma Caep?
«Per prima cosa controllare se il passaporto è ancora valido e fare l’eventuale richiesta. In seconda battuta compilare il modulo di iscrizione al Caep sul sito web stage.caep.org e al termine del processo di iscrizione (che non comporta costi iniziali) cliccare Submit. L’agenzia analizzerà la candidatura e inviterà il candidato a un colloquio su Skype. In base alle proprie preferenze (come fu Horticulture training programme nel mio caso) verranno elencati possibili datori di lavoro. L’agenzia manderà il curriculum a quello scelto e se idonei seguirà una seconda intervista via Skype. Passato il colloquio e accettata l’offerta di lavoro da parte del candidato – spiega Mastrodomenico -, è necessario effettuare i primi pagamenti (la tassa del visto e la prima rata del programma). Solo quando lo sponsor riceverà il pagamento potrà spedire via corriere tutti i documenti utili per prendere appuntamento all’ambasciata. Con questi sarà possibile recarsi all’ambasciata e dopo pochi giorni ricevere il passaporto con il visto. A questo punto sarà possibile acquistare il biglietto di andata. Una volta arrivati lo sponsor ha il dovere di seguire il giovane durante tutto il programma, richiedendo per esempio la compilazione di rapporti ogni tot mesi».
È fondamentale – aggiunge Mastrodomenico - «Viaggiare con in tasca circa $1000 per le prime settimane negli Usa, in attesa del primo stipendio consegnato in genere dopo le prime due settimane di attività».
Per informazioni:
www.stage.caep.org
www.facebook.com/stage.caep
L'esperienza personale
Come è entrato a far parte dell’organizzazione del Caep?
Ci tengo a precisare che attualmente svolgo la professione di tecnico agronomo presso una ditta di fertilizzanti speciali (biostimolanti microbici) in Molise. Circa 7-8 anni fa, al termine degli studi presso l'università di Firenze, trovare lavoro qui in Italia sembrava un traguardo troppo lontano, per questo ho scelto di vivere un paio di anni in Inghilterra prima di venire a conoscenza di questa organizzazione internazionale in grado di offrirmi la possibilità di svolgere un tirocinio nel settore agricolo a livello internazionale. Un vero e proprio salto nel buio in quanto non conoscevo l'organizzazione Caep, ma all'epoca ero pronto a rischiare. Così, dopo essermi candidato, ho vissuto e lavorato negli Stati Uniti, a Nantucket, nel Massachusetts per due stagioni consecutive (circa 2 anni). Ho lavorato in una Farm americana specializzata nella produzione di piante ornamentali e orticole in pieno campo e in fuori suolo. Ho cominciato la mia esperienza come sales assistant nel Garden Center della farm e successivamente come supervisore, assistevo il manager nella gestione di un team di lavoro. Ritengo che questa sia stata un’esperienza molto importante da un punto di vista sia professionale che personale. Da circa 3 anni, l’organizzazione Caep mi ha incaricato di sponsorizzare l’iniziativa nel mio paese per promuovere il progetto ai giovani studenti e laureati in Agraria, in cerca di un esperienza internazionale e desiderosi di approfondire le proprie conoscenze nel settore».