Verso un piano nazionale per ricostruire l’olivicoltura salentina

    piano nazionale
    È emerso da un incontro tra Paolo De Castro e Raffaele Fitto con il commissario europeo Vytenis Andriukaitis che si è mostrato molto favorevole e pronto ad attivare azioni supportate dall’Ue per la ricostruzione delle aree devastate dalla xylella

    «Un paesaggio completamente da reinventare e un’agricoltura da rivitalizzare. Non c’è più tempo: il patrimonio olivicolo pugliese e salentino, messo in ginocchio dalla continua espansione della Xylella (anche a causa del poco supporto fin qui garantito ai nostri agricoltori), ha necessità di un programma di ricostruzione». «Per questo - ha proseguito Paolo De Castro - ieri a Bruxelles insieme con Raffaele Fitto - abbiamo incontrato il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, per valutare quali misure possano essere messe in campo per incentivare gli agricoltori ad attivarsi immediatamente e rilanciare la nostra olivicoltura. L’incontro è stato decisamente positivo: Andriukaitis ha condiviso le nostre preoccupazioni e si è mostrato molto favorevole e pronto ad attivare azioni supportate dall’Unione europea, che prevedrebbero la creazione di un programma nazionale di ricostruzione, co-finanziato dall’Unione assieme ai fondi dello Sviluppo rurale non solo della Regione Puglia, ma in modo solidale da tutte le regioni interessate al contenimento e allo sviluppo di tale infezione».

    «Informeremo dell'esito dell'incontro e delle ipotesi di intervento discusse sia il neo ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, sia la Regione Puglia: la sinergia fra le istituzioni e non la contrapposizione è in questo momento più che mai auspicabile per trovare soluzioni, invece, che andare in cerca di polemiche. Tale piano garantirebbe una compensazione economica a tutte le aziende che decidano di eradicare gli ulivi infetti, sostituendoli con varietà resistenti (così come reso possibile dalla recente abrogazione dell’art. 5 della decisione), con l’obiettivo di ridurre significativamente le fonti di inoculo e fermare la continua espansione del patogeno».

    «Il provvedimento dovrebbe dunque coprire non solo i costi di reimpianto, ma soprattutto compenserebbe la perdita di reddito degli olivicoltori derivante dall’abbattimento, per un periodo che potrebbe andare fino a 5 anni, di modo da accompagnarli alla totale ripresa della loro attività in modo economicamente sostenibile: solo così potremo ridare speranza e possibilità di programmare il futuro all’olivicoltura e a tutta l’agricoltura pugliese. Confidiamo di incontrare la stessa attenzione e sensibilità anche da parte del commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, che incontreremo la prossima settimana a Strasburgo. In questi anni è apparso chiaro che se sollecitate le istituzioni europee si sentono coinvolte e responsabilmente attive nel contrasto del batterio: è stato così quando abbiamo ottenuto l’autorizzazione al reimpianto e quando siamo riusciti a sbloccare l’embargo su altri prodotti agricoli pugliesi, penalizzati ingiustamente. A dimostrazione che i risultati si ottengono stando in UE, non solo attaccandola e puntando il dito» ha concluso De Castro.

    Verso un piano nazionale per ricostruire l’olivicoltura salentina - Ultima modifica: 2018-06-06T14:51:58+02:00 da Redazione Terra e Vita

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