Xylella, Coldiretti Lecce: «Liberalizzare i reimpianti»

    Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce
    Nel Salento le commissioni paesaggistiche bocciano le domande di impianto di colture diverse dall’olivo. Il presidente Gianni Cantele sostiene invece la diversificazione colturale e chiede deroghe ai vincoli

    Le domande di impianto di colture diverse dall’olivo, come la vite da vino, vengono regolarmente bocciate dalle commissioni paesaggistiche per “salvaguardare la matrice olivetata”, mentre il Salento muore di burocrazia e arde per gli olivi secchi e le sterpaglie nei campi ormai abbandonati.

    È quanto denuncia Coldiretti Puglia, che torna a chiedere con forza alla Sovrintendente di Lecce, Maria Piccareta, di farsi portavoce al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact) affinché, di concerto con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti “normale pratica agricola”. Ciò al fine di accelerare la ricostruzione del Salento, dove Xylella fastidiosa ha compromesso 21 milioni di olivi.

     

    Bocciata domanda per reimpianto di 1 ha di vigneto al posto dell’oliveto

    «L’ennesimo episodio – denuncia Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – è stato vissuto suo malgrado dal nostro imprenditore agricolo Mimmo Tremolizzo, il quale si è visto bocciare la domanda per il reimpianto di circa un ettaro di vigneto al posto dell’oliveto, nonostante abbia saputo dimostrare che originariamente quell’area era a forte vocazione vitivinicola e che in quella particella vi erano già state vigne.

    L’area servizi del territorio dell’Unione dei Comuni della Grecia Salentina ha espresso parere sfavorevole, trasmettendo la bocciatura alla Sovrintendenza. Quella di Tremolizzo è un’azienda biologica e multifunzionale che, stando alle scadenze, con questa bocciatura rischia di perdere i fondi della Misura 4.1C.

    Non comprendiamo perché, in barba all’art. 149 del Codice dei Beni Culturali, si chieda l’autorizzazione paesaggistica per le attività agricole, considerato che proprio tale articolo solleva dalla richiesta di autorizzazione per “gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie e altre opere civili”».

     

    Cantele: «Liberalizzare i reimpianti con adeguata diversificazione colturale»

    Coldiretti Lecce chiede la liberalizzazione dei reimpianti con un'adeguata diversificazione colturale

    La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, sostiene Cantele.

    «Essa consente infatti di puntare, oltre che sulle due varietà resistenti di olivo, su altre specie tipicamente mediterranee, per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio. Obbligare il Salento al reimpianto di olivi su olivi lo condanna a una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella».

     

    Aggiornamento monitoraggio Xylella: altre 15 piante infette nel nuovo focolaio di Fasano prossimo alla zona cuscinetto

    Intanto non mancano novità sul fronte della diffusione della Xylella. Sul sito istituzionale “Emergenza Xylella” sono state pubblicate tre nuove comunicazioni Selge (nn. 178, 180 e 182) che riportano il ritrovamento di ben altre 15 piante infette (13 olivi, un rosmarino e una lavanda) nel nuovo focolaio di Fasano a ridosso della zona cuscinetto, facendo così salire il totale delle piante infette in quel focolaio a 17 piante.

    Secondo il sito www.infoxylella.it, come era stato ipotizzato nel post del 21 luglio scorso (https://www.facebook.com/infoxylella.it/posts/2984220561707194), le prime due piante ritrovate infette appaiono il risultato di una diffusione secondaria, originata probabilmente da una prima contaminazione avvenuta nei pressi della stazione di servizio situata a circa 200 metri di distanza sulla corsia nord della SS16, come sembrano indicare sia le piante infette all’interno della stessa stazione (inclusi rosmarino e lavanda) sia l’attraversamento della statale proprio in corrispondenza della stessa stazione di servizio.

    In attesa di nuovi accertamenti il focolaio presenta già una preoccupante diffusione con un asse maggiore della lunghezza di circa 420 metri.

    Con questo ritrovamento in “zona contenimento” si registra un piccolo ritocco dell’estremo nord dell’epidemia (latitudine 40.865793) e un ulteriore passo verso la “zona cuscinetto”, adesso distante appena 320 metri.

    Xylella, Coldiretti Lecce: «Liberalizzare i reimpianti» - Ultima modifica: 2020-08-06T22:16:11+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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