Pomodoro da industria tra eventi estremi e reddito da tutelare

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    Al Tomato World di Piacenza le previsioni per la campagna 2024 e il quadro abbastanza positivo delle quotazioni. A costo però di un'adeguata copertura contro i rischi dei sempre più frequenti eventi meteo estremi

    Dal momento che i cambiamenti climatici non sono più un’eventualità ma un dato di fatto, peraltro assai più rapido di quanto ci si aspettasse pochi anni fa, è il caso di pensare a quali contromisure adottare per continuare a fare raccolto.

    È, in sintesi, il messaggio che arriva da un convegno svoltosi a metà febbraio in seno alla fiera del pomodoro da industria Tomato World, presso il centro fieristico Piacenza Expo.

    Produzione e quotazioni

    A inquadrare la situazione, comunque non negativa per il settore, ha pensato Paolo Sckokai, direttore del Dipartimento di economia agro-alimentare dell'Università Cattolica di Piacenza. «L’andamento produttivo – ha spiegato – è talvolta irregolare, con alcuni elementi da sistemare. Sul fronte dei prezzi, invece, la situazione è decisamente buona: in due anni si è passati da 92 a 150 euro per tonnellata, sintomo che la contrattazione preventiva funziona».

    Quotazioni, va detto, che si ottengono soltanto a fronte di standard qualitativi decisamente alti. «I nostri studi dimostrano che non è semplice ottenere il prezzo pieno, anche se le due curve, quella del prezzo teorico e quella del prezzo reale medio percepito dai produttori, si stanno avvicinando. Possiamo quindi concludere che un contratto con limiti qualitativi sfidanti pone la qualità al centro della produzione e ne fa un elemento chiave nel funzionamento degli accordi di filiera».

    Il peso dell’irrigazione

    Particolarmente interessante l’analisi dei costi di produzione, che riportiamo qui a fianco. Pur carente di alcune voci, come ha precisato Sckokai, permette di farsi un’idea abbastanza precisa delle spese che più pesano sulla coltivazione del pomodoro da industria. «In assenza di voci come l’affitto dei terreni e la manodopera, troppo variabili per essere inserite in un discorso generale, il grafico copre circa il 70% dei costi totali e, va detto, risente ancora dei rincari nei fertilizzanti, poi rientrati nel corso del 2023».

    Ciò nonostante, si nota come l’irrigazione, pur a fronte di un’impennata dei concimi, pesi ugualmente per il 15% sul totale. «Il carico maggiore si ha quando la stagione è difficile e si usano pozzi per irrigare. Al contrario, l’impiego di acque superficiali e la loro disponibilità, per esempio nel caso di dighe piene, riduce la spesa per irrigazione. Ne deriva – conclude Sckokai – che il ricorso alle acque di falda dovrebbe essere un rimedio d’emergenza alla carenza di acque di superficie, più ecologiche ed efficienti nel far fronte al fabbisogno idrico delle colture».

    In ogni caso, ha concluso il relatore dopo aver segnalato anche il peso rilevante delle assicurazioni contro grandine, vento e piogge eccessive, il cambiamento climatico e le sue manifestazioni hanno un impatto rilevante sia sulle rese sia sui costi di produzione.

    Come sarà la stagione 2024

    «Nella coltivazione del pomodoro l’acqua è indispensabile dalla fioritura alla fase del 75% di bacche rosse. Un intervallo di circa un mese e mezzo durante il quale la disponibilità idrica è di primaria importanza», ha spiegato Adriano Battilani, consulente di Anbi (associazione nazionale delle bonifiche italiane) e segretario generale di Irrigants d’Europe, l’associazione europea tra gli enti irrigui che gestisce circa il 75% delle acque superficiali di irrigazione d’Europa. «Grazie all’acqua – ha aggiunto – il pomodoro aumenta le rese di un buon 30-40, ma si va oltre il 50% in anni di siccità».

    Il ruolo internazionale ha permesso al relatore di eseguire una veloce ma informata panoramica sulla coltivazione del pomodoro in Europa e Stati Uniti. «In Portogallo, dopo due anni di siccità, alcune importanti perturbazioni hanno riempito gli invasi fin quasi al 90% e si prevede una produzione di circa 1,4 milioni di tonnellate. In Spagna, al contrario, gli invasi sono ai minimi e la produzione prevista, 2,3 milioni di tonnellate, potrebbe essere difficile da ottenere».

    Tra gli altri paesi citati, la Tunisia ha le dighe quasi vuote, in Grecia si prevede un incremento del 10% nelle produzioni (al netto delle piogge torrenziali delle ultime settimane) e la Turchia continua la sua espansione nel settore: dovrebbe raggiungere, per la stagione in corso, i 2,7 milioni di tonnellate. In cima a tutti abbiamo ovviamente la California, con 11,7 milioni di tonnellate, nonostante un calo di investimento del 10% circa.

    Fenomeni estremi

    In conclusione di intervento, Battilani si è lasciato andare ad alcune previsioni a lungo termine sull’andamento stagionale. «Non si ipotizzano grandi precipitazioni per la fine dell’inverno e dopo i mesi di aprile e maggio tendenzialmente normali, da giugno in poi si ha un 50% di possibilità che le precipitazioni siano inferiori alla media. In parallelo, la probabilità di avere anomalie termiche simili al 2023 sale al 70% nei mesi estivi».

    L’ennesima campagna condizionata da fenomeni meteorologici estremi, quindi. Del resto, ha fatto notare ancora il relatore, «Nel 2023 si è avuto un incremento del 64% nelle piogge intense e del 35% nelle grandinate, molte delle quali su vaste estensioni territoriali».

    Idee per proteggere il reddito

    Di fronte alla prospettiva di stagioni incerte che diventano progressivamente una certezza, si cercano soluzioni per tutelare il reddito degli agricoltori. Una, classica, è quella di assicurare le colture: una lezione che chi fa pomodoro ha imparato alla perfezione.

    «Circa il 75% delle superfici coltivate a pomodoro da industria è sotto tutela assicurativa», ha infatti ricordato il direttore di Condifesa Piacenza Stefano Cavanna, aggiungendo che nella provincia più settentrionale dell’Emilia, che è anche la prima provincia italiana per ettari investiti a pomodoro, la superficie assicurata raggiunge il 92%.

    «Per far fronte a stagioni sempre più difficili, con eventi calamitosi estesi, si sta ragionando, in collaborazione con le organizzazioni di prodotto, su soluzioni come le polizze multiple e quelle indicizzate. Questo per coprire, oltre al classico rischio grandine, anche il gelo in fase di trapianto, lo stress idrico, il mancato accesso in campo causa terreno impraticabile, la scottatura da colpo di calore».

    Sotto esame, ha concluso Cavanna, anche i fondi Ist. Si tratta di strumenti per la stabilizzazione del reddito (Ist sta per Income Stabilization Tool, appunto strumento di stabilizzazione del reddito) che, come ha spiegato il relatore, entrano in azione quando lo scostamento dal reddito previsto supera il 15-20%. «La quota a carico degli agricoltori – ha fatto notare Cavanna – potrebbe essere coperta in parte da un intervento pubblico, aiutando i produttori ad avvicinarsi a questi nuovi strumenti».

    Agrivoltaico possibile

    Un’altra soluzione, di genere completamente diverso, potrebbe essere l’abbinamento della classica coltura a una fonte di reddito collaterale come l’agrivoltaico. Ne ha parlato Giancarlo Ghidesi, vicepresidente di Aias, Associazione italiana agrivoltaico sostenibile. «La nostra è un’associazione ad adesione volontaria – ha spiegato Ghidesi – per chi vuol mettere al centro dell’attività la sostenibilità ambientale degli impianti».

    Ghidesi è però anche cofondatore di Rem Tec, azienda che dal 2011 ha realizzato alcuni impianti agrovoltaici su disegno brevettato. «Grazie all’esperienza accumulata in tanti anni, e grazie agli studi realizzati dall’università di Piacenza, abbiamo avuto la conferma che in certe situazioni l’ombreggiamento non soltanto non danneggia le colture, ma le aiuta a produrre di più. Vale anche, specie in annate difficili, per il pomodoro, come confermano test eseguiti nei nostri campi sperimentali a Borgo Virgilio, nel Mantovano. Gli impianti, alti 5 metri e con interfila di 14 o 16 metri, consentono la coltivazione e il passaggio di macchine operatrici anche di grande dimensione».

    Pomodoro da industria tra eventi estremi e reddito da tutelare - Ultima modifica: 2024-02-29T19:18:11+01:00 da Ottavio Repetti

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