Ricerca, mutualismo, innovazione: la ricetta anticrisi di Apo Conerpo

    Apo Conerpo
    L'organizzazione di produttori celebra i 30 anni di attività e fotografa lo stato dell’arte dell’ortofrutta emiliano-romagnola e nazionale presentando l'analisi Nomisma sul settore. Vernocchi, presidente Apo Conerpo: «per l’ortofrutta sfida senza precedenti l’europa inverta la rotta e salvaguardi le filiere»

    L’ortofrutta italiana si trova oggi ad affrontare sfide epocali che ne mettono a rischio la sostenibilità economica e produttiva, fra effetti del cambiamento climatico, crisi delle filiere principali che rischiano una prematura estinzione, fitopatie, parassiti e dinamiche di mercato che favoriscono le produzioni a basso costo importate dall’estero. E l’Europa, se da un lato rimarca a parole la centralità del settore agricolo, sul piano normativo continua in un percorso di “disarmo forzato” dei produttori, rimuovendo una dopo l’altra tutte le molecole efficaci per tutelare le produzioni. Uno scenario complesso sul quale ha voluto accendere i riflettori Apo Conerpo, principale Organizzazione di Produttori (Op) ortofrutticola europea, che, in occasione delle celebrazioni per il proprio trentennale, ha chiamato a raccolta le istituzioni europee, nazionali e regionali per il convegno “Coltivare il futuro tra politiche green e mercato”.

    Un importante momento di confronto tenutosi oggi a Bologna con l’obiettivo di mettere a fuoco i principali dati del settore e le strategie per garantire la competitività delle produzioni italiane nel panorama europeo.

    Un comparto strategico ma sotto attacco

    «L’ortofrutta italiana sta affrontando una delle fasi più critiche della propria storia – ha illustrato il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi -. La combinazione di cambiamento climatico, restrizioni normative europee e concorrenza internazionale, rischia di compromettere la competitività di un settore strategico per l'economia del Paese e per l'intera Europa. La questione non riguarda solo la produzione, ma l'intero sistema agroalimentare, dalla tutela del reddito degli agricoltori alla sicurezza alimentare per i consumatori. Uno degli aspetti più problematici per il settore riguarda la progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili imposta dalla Commissione europea».

    «L’Italia ha perso circa il 70% delle molecole autorizzate, con un’accelerazione drastica a partire dal 2000 – ha aggiunto Vernocchi –. Questo oggi significa che per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture fondamentali per il tessuto produttivo nazionale con un impatto gravissimo sia sul piano economico che di sostenibilità ambientale. Perché meno molecole significa più spreco alimentare: l’impossibilità di trattare adeguatamente le malattie sta incrementando i prodotti scartati, inadatti sia al commercio sia alla trasformazione industriale. Siamo di fronte a un bivio: le decisioni che verranno prese a livello europeo nei prossimi mesi definiranno il futuro del settore ortofrutticolo italiano. Non possiamo permetterci di perdere altre superfici produttive né di lasciare il mercato interno nelle mani di prodotti di importazione che non garantiscono gli stessi standard qualitativi e ambientali delle nostre produzioni».

    Principali produttori di ortofrutta nell'Ue-27

    Il report di Nomisma: una fotografia dettagliata del settore

    Durante l'incontro è stato presentato il report esclusivo realizzato da Nomisma “Sfide e strategie per la resilienza dell’ortofrutta”. La ricerca, illustrata dalla Responsabile Strategic Advisory di Nomisma Ersilia Di Tullio, ha offerto un quadro approfondito dello stato di salute dell’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola, evidenziando le dinamiche di mercato, l’impatto del cambiamento climatico e le sfide della transizione ecologica.

    La ricetta di Apo Conerpo per uscire dalla crisi

    «Servono regole commerciali basate sulla reciprocità per garantire equità tra produttori europei ed extra-UE – incalza Vernocchi -, occorrono maggiori investimenti in ricerca e innovazione per sviluppare soluzioni produttive efficaci, bisogna rafforzare gli strumenti di difesa attiva e passiva, fondamentali per la protezione delle colture di fronte agli effetti del cambiamento climatico, e parlare di riduzione dei principi attivi utilizzabili solo in presenza di alternative valide. E serve sempre di più un concreto sostegno all’aggregazione di qualità per aumentare la competitività delle OP: in Emilia-Romagna abbiamo esempi virtuosi, come quelli sul settore pericolo che hanno dato risultati importanti.

    Apo Conerpo è pronta a fare la sua parte, ma servono politiche agricole comunitarie che sostengano davvero il settore.  Per trent’anni abbiamo lavorato, facendo sistema, cercando di dare risposte e soluzioni alle sfide delle nostre filiere, dalle crisi di mercato a quelle legate alla cimice asiatica, dalla moria e batteriosi del kiwi alle problematiche del pero, cercando di mettere a valore le risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea. Continueremo a farlo ma oggi parliamo all’Europa: Bruxelles deve decidere se si vuole davvero salvaguardare la nostra produzione ortofrutticola o se si vuole lasciare il mercato ai prodotti d’importazione, meno sicuri e meno sostenibili. Il tempo, ormai, è tiranno».

    Apo Conerpo
    Da sinistra Raffaele Drei, Alessio Mammi, Davide Vernocchi, Veronica Vrecionova. Sullo schermo, Felice Assenza

    Le voci della tavola rotonda

    L’evento ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti delle istituzioni e del settore ortofrutticolo. «Abbiamo una discussione aperta con il Commissario Hansen sul budget - ha evidenziato Veronika Vrecionová, Presidente della Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo -. Il mio auspicio è di avere un budget della Pac almeno come quello di oggi. Spero che nella nuova Pac vedrete anche un migliore equilibrio tra motivazioni, norme e regole. Vogliamo supportare l’innovazione e avere meno burocrazia attraverso una semplificazione generale di un sistema molto complesso».

    «La Politica Agricola Comune ha subito un cambio di rotta, passando da un approccio di compliance a uno di performance – ha spiegato Felice Assenza, Capo Icqrf del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste -. Pur con tutti i buoni propositi della semplificazione, si sono generate difficoltà oggettive dovute alle complicatissime norme e adempimenti in materia di monitoraggio, valutazione e relativi pagamenti. La recente comunicazione della Commissione UE contenuta nella 'Visione strategica per il futuro dell'agricoltura', segna un possibile cambio di passo: per la prima volta si parla di giusto prezzo per gli agricoltori, si dice che che non sarà più permessa una situazione in cui gli agricoltori siano costretti a vendere sotto i costi di produzione».

    «Misure concrete e risorse adeguate per favorire l’aggregazione. È questa una delle principali richieste che la federazione ha avanzato al Commissario Ue Hansen incontrandolo ieri a Roma – ha spiegato il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei nel suo intervento -. Specie nell’attuale scenario geopolitico contraddistinto da forti tensioni internazionali, la scelta di aggregarsi può aiutare i produttori ad essere più competitivi, con progetti di sviluppo e innovazione. Per questo chiediamo alla Commissione un piano normativo nella nuova Pac che preveda strumenti per l’aggregazione».

    «La Regione – ha commentato Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna – continuerà ad impegnarsi per soluzioni strutturali grazie alla ricerca in campo, che finanziamo con convinzione, come il progetto Frutteti Resilienti, che abbiamo lanciato come Regione lo scorso anno e nel quale abbiamo messo 70 milioni di euro per finanziare le protezioni meccaniche, con un’intensità di aiuto fino al 70%, poi al potenziamento del sistema assicurativo per le imprese agricole. È necessario inoltre rivedere il meccanismo di indennizzi supportato da Agricat perché ad oggi non sta dando i risultati sperati e le imprese frutticole non vedono riconosciuti i giusti indennizzi. Serve poi un piano nazionale strategico della frutticoltura, che contempli anche interventi nel settore logistica, l’abbassamento del costo del lavoro come si fa per i settori produttivi in difficoltà e altri provvedimenti. Dobbiamo continuare a garantire il reddito alle imprese agricole e i nostri prodotti di grande qualità sulle nostre tavole».

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    Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative

    «In 30 anni di storia Apo Conerpo ha sempre difeso a schiena dritta il modello cooperativo che tramite l’aggregazione consente ai produttori di presidiare i mercati – ha affermato nel suo intervento conclusivo Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative -. Oggi guardiamo con interesse al nuovo corso dell’Unione europea che sta mettendo in discussione l’ambientalismo ideologico alla base del Green Deal; siamo convinti che questo percorso debba continuare portando a risultati concreti, e sarà nostro impegno vigilare con attenzione. Ci aspetta una nuova stagione importante e di grande responsabilità nelle relazioni con le Istituzioni, affinché le Organizzazioni di Produttori siano aiutate ad essere più grandi ed efficienti per dare le migliori risposte alla nostra base agricola. Orgoglio, responsabilità e presenza sono le parole chjave per il nostro futuro».

    Ricerca, mutualismo, innovazione: la ricetta anticrisi di Apo Conerpo - Ultima modifica: 2025-03-26T17:19:51+01:00 da Redazione Terra e Vita

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