Un piano triennale di investimenti con l'intento di sviluppare il proprio business anche ripensando e ricalibrando l'operatività, diversificando e rivedendo le strategie per il futuro, per stare al passo con la globalizzazione e le nuove politiche comunitarie. Questa la scelta strategica di Corte Gemma, azienda agricola ubicata a Cona (Ve) in località Monsole, di proprietà dei coniugi Antonio Filippi e Gina Barbara Sturaro.
Il business plan prevede di puntare con decisione sull'allevamento del vitellone, aggiungendo alle due stalle esistenti, con 600 posti stalla su lettiera, altre due stalle per ulteriori 400 posti stalla in grigliato e una terza stalla in costruzione per altri 200 posti stalla su grigliato, entro il 2016. La decisione di raddoppiare la produzione è stata fatta guardando avanti: la proprietà è convinta che sfruttando al meglio le produzioni della terra (cereali in particolare) si può realizzare un progetto ambizioso di crescita puntando sull’allevamento del bovino da carne, oltre che sul biogas e sull’impianto di produzione e lavorazioni delle noci.
«Questo investimento permetterà all’azienda una presenza costante sul mercato – spiega Mariano Filippi, figlio di Antonio (nella foto in alto) – con un prodotto diversificato ma con un denominatore comune: la qualità. I macellatori apprezzano i nostri vitelloni, non solo per le caratteristiche delle carni ma anche perché siamo in grado di garantire forniture costanti e omogenee così che anche loro possano rifornire la distribuzione organizzata in modo continuativo garantendo sempre la stessa qualità di prodotto». Le nuove stalle su grigliato permetteranno di allevare altre razze come incroci francesi e Limousine, capi più rustici e leggeri rispetto ai Charolaise ingrassati sulle stalle a paglia, con rese al macello assai interessanti, gradite a una parte della gdo.
Inoltre, già dal 2012 l'azienda si è dotata di un impianto a biogas da 360 kW che offre un’ottima integrazione al reddito sfruttando i reflui dell’allevamento e ha contribuito a migliorare l’ambiente di stabulazione poiché il rinnovo della lettiera è più frequente e il liquame è allontanato più velocemente dalle vasche del grigliato, con un abbassamento significativo dei gas nocivi di fermentazione. Inoltre, la resa energetica dei reflui freschi è molto alta. «Abbiamo optato per un impianto di quelle dimensioni per non sconvolgere gli equilibri di auto approvvigionamento aziendale di materie prime – sottolinea Filippi – infatti funziona per il 75% con reflui e per la rimanente quota con insilato di orzo, scelto perché questa coltura permette di effettuare un secondo raccolto di mais che, grazie all’apporto del digestato uscente dall’impianto e dell’irrigazione, raggiunge livelli produttivi e qualitativi pari a quelli di un mais di primo raccolto, con una Plv/ha (Produzione lorda vendibile/ettaro) molto interessante».
Corte Gemma ha anche aderito al disciplinare regionale Qualità Verificata “Q.V.” attraverso l'associazione Unicarve, un segno distintivo che permetterà ai prodotti dell'azienda di vedere riconosciuti gli sforzi fatti nella direzione della qualità: materie prime selezionate, per lo più garantite dall’autoproduzione. massima attenzione al benessere animale dove il controllo della razione, lo spazio per capo, la qualità dell’aria sono giornalmente verificati. Senza dimenticare un controllo sanitario costante in modo da ridurre al minimo gli interventi. La speranza è che i nuovi bandi del Psr offrano la possibilità di continuare nel percorso di crescita e innovazione.
Nell'ottica di diversificare le proprie attività, Corte Gemma ha avviato da qualche anno la coltivazione di noci varietà "Lara": una coltura innovativa e redditizia. Corte Gemma raccoglie i frutti prodotti nei 35 ettari di noceto, le lavora e le prepara per la commercializzazione nei mercati ortofrutticoli di Padova e Bologna, oltre a una parte che viene venduta direttamente nello spaccio aziendale (per la carne) aperto nel 2009.