Fragole, reddito e sostenibilità con la serra hi-tech

fragole
Sofia Michieli
La giovane Sofia Michieli a Crespino (RO) produce fragole tutto l’anno grazie a una serra sperimentale basata su canaline mobili che permette di dimezzare l'uso di suolo e ridurre il consumo di acqua raddoppiando la produzione

«Innovazione, sostenibilità e tanta passione. Ogni scelta aziendale si muove su queste tre direttrici». A dirlo è la ventiquattrenne Sofia Michieli, imprenditrice “anghina” di Crespino (RO) che per la sua azienda “Michieli Sofia”, incentrata sulla produzione di fragole, ha deciso di scommettere su una serra hi-tech (la seconda operativa in Italia) basata su canaline mobili “up and down”. Scelta che si è rivelata vincente: in due anni dall'avvio dell’impianto questo sistema di allevamento sperimentale fuori suolo in termini produttivi ha reso il doppio rispetto ai metodi tradizionali.

Le varietà di fragole coltivate nella serra hi-tech.
Quali sono i vantaggi di questo particolare tipo di serra basata su canaline mobili?

Il sistema up and down, dotato di canaline mobili che consentono in modo alternato di eseguire le operazioni colturali su due linee di coltivazione differenziate, permette di coltivare fino al doppio di piante per metro quadrato. Quindi il vantaggio per l’agricoltore è raddoppiare la produzione dimezzando l’uso di suolo dedicato a quella coltura. La mia serra è di 6mila metri quadrati (5.500 mq netti in coltivazione). All'interno della serra riesco a coltivare circa 55mila piante di fragole. Tradizionalmente nelle serre senza l’impianto up and down si coltiva una media di sei piante al mq, noi ne coltiviamo dieci al mq. Questo significa che riusciamo a produrre in 6mila mq di suolo la stessa quantità di fragole che generalmente si produce su un ettaro. Possiamo quindi utilizzare il restante suolo per coltivare altro.

Le canaline mobili distano mezzo metro l’una dall'altra e rappresentano un grande vantaggio anche per il benessere degli operatori. Durante le operazioni di trapianto o raccolta delle piante, le canaline, collegate a tubi motorizzati, possono essere abbassate (di 1,5 m di altezza dal suolo) o alzate (di 2 metri) in modo intervallato e sfasato, rendendo il lavoro dell’agricoltore meno pesante durante la fase di raccolta manuale, che si svolge dunque in piedi.

Coltivazione di fragole su canaline mobili collegate a tubi motorizzati. Le canaline possono essere abbassate di 1,5m di altezza dal suolo o alzate di due metri, facilitando le operazioni di raccolta.
Come è nata l’idea di avviare una produzione di fragole in serra con il sistema up and down?

Sto terminando gli studi di scienze e tecnologie agrarie all'università di Padova. Sono figlia di agricoltori. La nostra azienda ha in coltivazione una superficie di circa 900 ettari ed è sempre stata a carattere prevalentemente cerealicolo. Coltiviamo mais, frumento e soia; oltre ad allevare polli da carne. Curiosità e studi mi hanno portato a scoprire questo tipo di serra sperimentale ampiamente utilizzata in Olanda e in Gran Bretagna, ma poco conosciuta in Italia. Ho proposto il progetto della serra con canaline mobili alla mia famiglia che l’ha accolto con entusiasmo e due anni fa ho dato finalmente vita alla mia azienda e, puntando sulla diversificazione, ho iniziato a produrre fragole, la mia passione.

L’investimento per questo particolare tipo di serra è stato pari a 50 euro al metro quadro. Oggi una pianta può arrivare a produrre circa 700 grammi di fragole per un totale di oltre 40mila kg l’anno. La produzione della serra, che lavora quasi tutto l’anno, ha un valore indicativo di 100mila euro di fatturato annuo. Gli sforzi iniziali sono ripagati dall'elevata produttività che garantisce questo sistema.

L’irrigazione delle fragole è automatizzata? Quale altra tecnologia è presente in serra?

La serra ci permette di avere una gestione idrica ottimale. Misuriamo ogni settimana le percentuali di portata e sgrondo, per far si che l’acqua non sia mai insufficiente o eccessiva per le piante. Per incrementare ulteriormente l'efficientamento idrico vorrei realizzare quanto prima il ciclo chiuso che recupera completamente l’acqua e la reintroduce.

L’impianto di irrigazione è automatizzato. In azienda prepariamo le vasche con i fertilizzanti e fissiamo due parametri: il ph e la conducibilità elettrica, in seguito la centralina installata in serra autoregolandosi analizza e aspira acqua e fertilizzanti nelle proporzioni che noi indichiamo. L’obiettivo è favorire l’assorbimento mirato degli elementi nutritivi per la pianta. Presto arriveremo a gestire la centralina anche da remoto.

Per quanto riguarda la gestione del microclima all'interno della serra abbiamo le finestre di colmo e laterali che si aprono e si chiudono automaticamente in funzione di tre parametri: temperatura, vento e pioggia. Con forte vento o pioggia le finestre si chiudono per proteggere le piante. Anche queste sono gestite dalla centralina automatizzata.

All’interno della serra si riescono a coltivare circa 55mila piante di fragole.
L’emergenza sanitaria ha rallentato l’operatività aziendale?

L’emergenza ha causato una grande incertezza sui prezzi di vendita. Siamo partiti con quotazioni alte, ora sono precipitate. Vedremo a fine stagione quale sarà il bilancio. Gran parte della produzione la vendiamo al mercato ortofrutticolo, una piccola parte è destinata alla vendita diretta in azienda. Detto ciò, in questi tre mesi l’azienda non si è mai fermata. Anzi, abbiamo cercato di contrastare questa crisi aiutando chi era più in difficoltà, unendo le forze. Nei mesi del lockdown abbiamo assunto sei giovani ragazzi italiani che avevano perso il lavoro, quasi tutti impiegati nel mondo della ristorazione. Abbiamo, di fatto, raddoppiato la nostra squadra, da sei nostri lavoratori fissi siamo arrivati a dodici. A marzo avevamo ricevuto ben quaranta richieste di lavoro come braccianti agricoli.

Post Covid-19 quali sono le nuove strategie per la tua azienda?

Appena sarà possibile, rispettando la sostenibilità economica aziendale, metterò in campo due progetti ai quali tengo molto. Oltre al ciclo chiuso per il recupero dell’acqua, vorrei realizzare un impianto di irrigazione solare, fondamentale per incrementare il percorso di sostenibilità ad alta efficienza. Questo sistema, infatti, grazie a un pannello con sensori collegato alla centralina permette di rilevare la quantità di luce e individua la fotosintesi teorica che compie la pianta calcolando il fabbisogno idrico della stessa, regolandosi di giorno in giorno in base alle condizioni climatiche.

Il primissimo obiettivo che metterò in campo passata l’emergenza riguarderà la lotta integrata con insetti utili per proteggere le piante dagli attacchi parassitari. Già oggi gli interventi fitosanitari in serra sono minimi, ma la lotta integrata sarà uno step ulteriore per rendere ancora più sostenibile la produzione. Sono convinta che il futuro vada nella direzione della coltura protetta: poco impattante e molto sicura.

L’intervista integrale è pubblicata su Terra e Vita n. 19/2020 p. 50-51. Abbonati e accedi all'edicola digitale

Fragole, reddito e sostenibilità con la serra hi-tech - Ultima modifica: 2020-06-25T15:22:08+02:00 da Laura Saggio

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