Mappe di fertilità e di vigore realizzate con droni e con la tecnologia GreenSeeker (fornita da Spektra Agri), macchine a guida automatizzata e georeferenziata, uso dello zinco come starter. Sono queste le tre innovazioni più importanti introdotte negli ultimi anni dall’azienda Paola Battioli di San Pietro Mosezzo in provincia di Novara, 140 ettari di risaie più altri 30 coltivati a mais, grano e soia in rotazione, a seconda delle necessità. In sintesi: agricoltura di precisione, che permette di ottimizzare le rese, ridurre i costi e soprattutto di rispettare l’ambiente.
Nino Chiò (nella foto), titolare e conduttore dell’azienda insieme alla moglie Paola e ai figli Giovanni, Alessandro e Giacomo, spiega nei dettagli cosa significa coltivare “riso preciso” e fa un primo, seppur parziale, punto sulla campagna in corso, poiché il raccolto è iniziato in questi giorni.
Lavorazioni al centimetro
«Facciamo agricoltura di precisione dal 2011 – racconta Chiò – abbiamo cominciato con la guida automatizzata e georeferenziata, un sistema che annulla i differenziali di lavorazione dovuti a errore o stanchezza dell’operatore, oltre a farci risparmiare sui costi per ettaro». Grazie alla mappatura satellitare del terreno, inoltre, Chiò può decidere di impostare diverse azioni a pochi metri di distanza l’una dall’altra: anche quattro o cinque modulazioni diverse nello stesso campo: da una parte si concima di più, dall’altra meno. Così si contribuisce alla sostenibilità ambientale, perché si usano meno prodotti e in modo più efficace.
Trattamenti mirati
Altro pilastro per la gestione delle risaie sono le mappe di fertilità e di vigore realizzate con droni o con la tecnologia di Spektra Agri: «Sono utilissime – spiega Chiò – perché permettono di fare una lettura istantanea del campo e di rispondere immediatamente ai bisogni. Per interpretarle in modo corretto, però, è fondamentale avere un agronomo che poi indicherà come agire andando a fare il trattamento che serve esattamente dove serve. In questo modo si risparmia molto sul costo delle concimazioni e si hanno sempre sotto controllo i valori degli elementi. Ad esempio, se una mappa ci dice che in una zona siamo sopra le 100 ppm di potassio andiamo a diminuirlo, se in un’altra siamo sotto le 60 ppm lo aumentiamo».
Chiò definisce il suo un “riso preciso”. Non è uno slogan, bensì una frase che rispecchia il modo di gestire le coltivazioni: «Abbiamo tra le 10 e le 15 ppm di fosforo, analizzato con metodo Olsen. Per ottenere una cifra così bassa abbiamo eliminato la concimazione in pieno campo, sostituendola con la superlocalizzazione per la quale basta una dose da 20-30 Kg per ettaro. Facciamo il trattamento proprio sul seme, perciò le quantità sono minimamente impattanti e hanno un ottimo effetto starter». Da poco l’azienda novarese ha introdotto anche lo zinco, circa 300 grammi per ettaro, come stimolante per le radici.
Raccolto: un’annata normale
Nelle risaie di San Pietro Mosezzo, la famiglia Chiò coltiva varietà da interno (Gloria, Barone), indica (CL 26) e tondi (Terra, CL), più o meno in quantità equivalenti. Da un paio d’anni ha realizzato un campo sperimentale dove coltiva il macrobiotico con metodo Mario Pianesi.
Per quanto riguarda la campagna 2016 Chiò non si sbilancia: «Il raccolto quest’anno è un po’ in ritardo, difficile fare considerazioni precise sulla qualità, ma a sensazione sarà un’annata normale, con zone dove le quantità saranno molto buone e altre in cui saranno scarse. Ciò è dovuto alla finestra molto ampia nella quale sono state fatte le semine, da fine marzo a inizio giugno, che di fatto porta a notevoli differenze di maturazione». Anche sulla qualità non si può ancora dire nulla di definitivo, ma le prime impressioni sono positive.
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