«Gli aiuti che da tanti anni riceve il mondo agricolo hanno avuto l’effetto di far perdere all’agricoltore l’attenzione verso la sua imprenditorialità e l’orgoglio di produrre alimenti per le nostre tavole. Parlo del settore che conosco, i seminativi e vedo agricoltori di vecchia e (ahimè) di nuova generazione ancora troppo ancorati al ‘si è sempre fatto così’, poco propensi a sperimentare e innovare, immobili su posizioni di retroguardia che non portano da nessuna parte. Ecco perché sono l’eretico del villaggio!».
Luciano Lanza conduce Corte Virginia, un’azienda di circa 60 ha a Roverbella, nel mantovano, un’unica grande distesa di terra con il fronte strada, senza soluzione di continuità con l’elegante casa che confina con il giardino e l’orto, gestiti dalla moglie Virginia all’insegna della perfezione e del buon gusto. È certamente un agricoltore sui generis, sempre rigorosamente e con orgoglio fuori dal coro e vanta alcuni primati che solleticano la fantasia e attirano feroci critiche e tanta invidia.
LA SOIA? TROPPO FACILE
«Coltivo il mais da decenni – dice Lanza – e solo da alcuni anni in monocoltura, con una produzione media aziendale di 175 q/ha di granella secca, senza contare le super produzioni che raggiungo sulle parcelle che semino ogni anno per tenermi aggiornato sulle novità genetiche. Quando inizia la nuova campagna mais per me è una forte scarica di adrenalina, la vivo come una nuova sfida per migliorare sempre le rese con un occhio molto attento ai conti. Da sempre conservo un archivio cronologico con tutti i numeri su ciò che si fa in azienda e oggi con il computer è un gioco da ragazzi simulare la redditività colturale e controllarne i costi».
Come mai solo mais e non ad esempio soia, che quest’anno va forte anche come prezzo di mercato?
La soia è una coltura che non valorizza la mia professionalità.
È troppo facile?
Ma sì mettiamola così: qualunque cosa fai, oltre i 45-50 q/ha non si va e poi oggi la genetica offre pochi spunti di miglioramento. Ci sono varietà vecchie: le più innovative sono ogm, ma in Italia non si possono coltivare.
NON LESINARE SULL’ACQUA
Quali sono i segreti per produrre così tanto?
La prima cosa è rispettare la terra e ben pochi dei miei colleghi lo fanno davvero. Nel 1986 il tasso di sostanza organica era 1,7-1,8; oggi, senza alcun apporto organico, siamo a 3. Un miracolo? No, basta fare solo le cose per bene.
Cosa vuol dire in concreto?
Rispettare la terra significa non calpestare i terreni e io adotto le carreggiate preferenziali per far passare le attrezzature e quindi non compatto dove è seminato. Al momento della raccolta i rimorchi stazionano solo in capezzagna e non entro mai in campo a lavorare se la terra non è in tempera. E poi non sempre bisogna esagerare con i cavalli dei trattori e con le attrezzature troppo pesanti. Ho tre trattori: 55 cavalli per semina e sarchiatura; 75 cv per concimazione, diserbo e gestione rotolone; 110 cv per aratura erpicatura, estirpatura e trattamento piralide.
Minima lavorazione e sodo?
Aro tutti gli anni a 30 cm di profondità dopo due passate di trincia stocchi per meglio gestire la grande massa di residui, apporto fosforo e potassio in base alle asportazioni, eseguo un’estirpatura nel tardo inverno e prima della semina faccio un’azotatura seguita da un’erpicatura leggera. Il tutto mi costa 105 €/ha. Posso risparmiare ancora? Direi di no.
Il secondo segreto?
L’irrigazione, che è la pratica colturale che stabilizza le produzioni verso l’alto. Il mais ha bisogno in una stagione di 750 mm di acqua: in parte viene dal cielo e in parte da noi. E io uso il rotolone.
ROTOLONE SU MISURA
Ma è un sistema costoso.
Dipende da chi lo gestisce. Nella mia azienda con 10-13 interventi per un totale di 350 mm/ha/anno spendo tra 470 e 550 €/ha/anno e posso assicurare che è difficile fare meglio. Basta fare i conti e puntare su una macchina efficiente e soprattutto fatta apposta per la propria realtà.
Lei ha un rotolone su misura?
Certamente, me lo sono fatto costruire con un diametro del tubo da 160 mm perché più grande è il diametro e inferiori sono le perdite di carico, ed è lungo solo 330 metri per avere una macchina più agevole ed efficiente. Così progettato le spese sono ridotte all’osso.
SEMINA A 45 CM E A QUINCONCE
Quest’anno ha messo a punto un nuovo sistema di semina.
Semino dal 1988 il mais con interfila a 45 cm per massimizzare l’investimento e quest’anno, in collaborazione con un giovane tecnico di una primaria ditta sementiera, abbiamo voluto modificare la seminatrice per deporre i semi a quinconce, cioè sfalsati in modo che si minimizzi la competizione tra le piante delle diverse file. Ho seminato il 20 marzo, poi ho fatto un’irrigazione di 9 mm e nove giorni dopo il mais era già emerso perfettamente. Anche questo è un piccolo segreto che non tutti conoscono: il mais deve emergere rapidamente dal terreno in modo omogeneo e partire subito senza soffrire nelle prime fasi: se l’acqua non viene dal cielo la dobbiamo dare noi.
Concimazione, diserbo, trattamenti, come si regola?
Ogni anno eseguiamo le analisi del terreno quindi il piano di concimazione segue i numeri e le asportazioni della coltura oltre che il nostro obiettivo di produzione. Per i trattamenti, un piccolo segreto è l’acqua.
Spieghi meglio.
Qui da me l’acqua ha un pH 8, quindi con una semplice correzione lo abbasso a 5,5-6 che è l’ideale perché assomigli alla rugiada che è l’ideale per migliorare l’assorbimento dei principi attivi.
IN SINTONIA CON IL MERCATO
L’anno passato a quale prezzo ha venduto il mais?
A 17,30 €/q su base 25% di umidità. Oggi il prezzo è sui 15 €/q, sempre al 25% di umidità.
Quanto le costa produrre un ettaro di mais ?
La previsione dei costi 2012 indica circa 2.070 €/ha con un costo di 10,456 €/q di mais prodotto base 25% con una produzione attesa di 198 q/ha.
E se producesse solo 100 q/ha?
Il costo salirebbe a 18,821 €/q e dovrei cambiare mestiere.
Ma c’è chi dice che fare mais costa 1.500 €/ha?
In effetti se togliamo le spese di irrigazione e un po’ di concimi si arriva a 1.460 €/ha, ma con 110 quintali di produzione si spendono 13 €/q. Ai prezzi attuali rimarrebbero in tasca 2,5 €/q. Le sembra un buon affare?