Ridurre i costi operativi, migliorare l’impatto ambientale, aumentare l’efficacia delle strategie di difesa. È possibile attraverso tecnologie che ottimizzano la gestione della variabile tempo. E di altre che incidono sulla variabile spazio. L’Europa ha infatti dichiarato guerra alla lotta a calendario. Nella difesa delle colture la tradizione vale zero: usi e consuetudini (sbagliate) sono al bando. Soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici in atto.
Le tecnologie coinvolte
L’innovazione dell’uso sostenibile degli agrofarmaci si basa essenzialmente sull’individuazione del giusto periodo d’intervento. Seguendo i bollettini di avvertimento regionali (dove ci sono). O meglio: facendo in proprio grazie al ricorso a “Servizi di supporto alle decisioni” o Dss (dall’inglese Decision Support System) che, attraverso una semplice connessione web, raccolgono, organizzano, interpretano e integrano in modo automatico le informazioni necessarie per assumere decisioni tattiche tempestive riguardo all’esecuzione degli interventi e ai prodotti da utilizzare. I più funzionali, come ad esempio Vite.Net, associano due componenti principali: un sistema integrato per il monitoraggio in tempo reale dell’ambiente vigneto (aria, suolo, piante, malattie e insetti) e la memorizzazione dei dati; un applicativo disponibile in rete che analizza questi dati attraverso i modelli previsionali. Basta poco per entrare in questo sistema informativo: una connessione internet e l’accesso ai dati di una rete di monitoraggio, oppure la disponibilità di fornirsi di una stazione agrometeo.
Vantaggi economici e ambientali
Il vantaggio si quantifica in una riduzione delle distribuzioni che nelle esperienze in corso può arrivare al 40%. Soprattutto se si associa anche il ricorso a mezzi di distribuzione smart come le irroratrici Vrt, o quelle dotate di pannelli di recupero, in grado di annullare l’effetto deriva. L’abbassamento dei costi di rilevamento ha reso più accessibili le tecniche di precision farming, anche grazie alla disponibilità di strumenti di proximal sensing come i droni o i quad attrezzati con sensori, in grado di elaborare velocemente le mappe di prescrizione. Il vantaggio è massimo sui sistemi colturali verticali come frutteti e vigneti. La recente messa a punto di un atomizzatore pneumatico a rateo variabile consente di modulare le quantità distribuite seguendo la variabilità spaziale, ma anche in funzione delle dimensioni delle chiome. Una riduzione delle distribuzioni e della deriva paragonabile a quella che si ottiene attraverso le irroratrici dotate di pannelli di recupero prodotto.
Sostenibilità al quadrato
Il nostro Paese vanta la migliore tecnologia riguardo a entrambe queste tecnologie. I tunnel scavallanti, tra l’altro, permettono la massima omogeneità di distribuzione e una perfetta penetrazione della parete in condizioni protette dall’influenza del vento. In più, per le loro caratteristiche costruttive, non necessitando di volumi d’aria elevati, queste macchine permettono di utilizzare trattrici con potenze inferiori, con conseguente riduzione di consumo di carburante: sostenibilità al quadrato.
L’esperto: Vittorio Rossi
Professore ordinario di Patologia Vegetale presso la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. È autore di oltre 400 pubblicazioni. La sua attività di ricerca principale riguarda lo studio dei patogeni delle piante, con particolare attenzione agli aspetti biologici, ecologici ed epidemiologici