Ottimo drenaggio. Mai come quest’anno Nova agricoltura in vigneto ha consentito di unire teoria e pratica, innovazione tecnica e gestione quotidiana degli impianti. Uno dei temi portanti della seconda edizione, che si è tenuta a Spresiano (Tv) il 9 giugno scorso, doveva infatti essere lo studio delle azioni di contrasto agli effetti del cambiamento climatico nel vigneto. E uno di questi effetti si è manifestato in tutta la sua violenza proprio alla vigilia dell’evento. Nel pomeriggio dell’8 giugno la Marca trevigiana è infatti stata interessata da un ampio fronte di perturbazione che ha portato violenti nubifragi. A partire dalle ore 16 il comune di Spresiano è stato colpito da una vera e propria bomba d’acqua, con più di 50 mm di pioggia caduti in meno di 40 minuti. Precipitazioni intense e violente raffiche di vento hanno continuato a imperversare almeno fino alla mezzanotte, rendendo necessario l’intervento della Protezione civile per fare fronte agli allagamenti nelle aree civili attorno al teatro delle prove. Il vigneto sperimentale del Crea-Vit, centro di ricerca in vitivinicoltura, a meno di nove ore dall’inizio della manifestazione, era interamente coperto da un palmo di acqua in scorrimento veloce. Eppure Nova agricoltura in vigneto è stata un successo, con oltre 800 visitatori registrati, 40 aziende espositrici, 25 coinvolte nelle dimostrazioni dinamiche di circa 60 macchine innovative che sono state effettivamente messe all’opera tra i filari di Glera e Merlot (solo le macchine per la lavorazione del suolo, con dischi rotanti e aratrini, sono state prudentemente mantenute ai box). Merito della natura ghiaiosa-sabbiosa dei depositi alluvionali della pianura del Piave, dell’ottima preparazione del vigneto sperimentale gestito da Mauro Ostan del Crea-Vit, completamente inerbito, drenato e subirrigato, e soprattutto grazie alla fiducia e all’entusiasmo dei numerosi visitatori e abbonati alle riviste Edagricole, arrivati a frotte anche grazie alle rassicurazioni e informazioni diramate sui nostri canali social.
Alle ore 9.30 hanno così potuto effettivamente partire le visite tecniche guidate ai cantieri di lavorazione dell’interfila, gestione della chioma, irrorazione a recupero, viticoltura di precisione con la descrizione degli ultimi avanzamenti nelle tecniche di automazione e di rateo variabile. In uno dei territori, quello del Prosecco, che è l’epicentro dell’innovazione in vigneto. Lo testimonia l’elevato numero di irroratrici a recupero diffuse in questa zona (oltre 300) e l’attenzione per le ultime novità: dimensioni sempre più contenute, sistemi di ventilazione brevettati per il recupero e riutilizzo degli agrofarmaci che non raggiungono il target, ventole di numero e potenza variabile per gestire diversi volumi di irrorazione, schermature su ogni possibile via di “fuga” per ridurre a zero la deriva, pannelli recuperatori costruiti in materiali sempre più leggeri e resistenti, telai con timone a doppia articolazione sincronizzata a gestione elettronica per consentire la massima maneggevolezza tra i filari, sistemi elettrostatici per esasperare la copertura fogliare. Anche gli atomizzatori più tradizionali montano sportelli per poter escludere i sistemi di ventilazione in prossimità di abitazioni civili, in osservanza delle norme sugli usi sostenibili.
Un’attenzione alla sostenibilità che nella zona del Prosecco è esasperata dalla difficile convivenza tra attività agricola e aree abitate. Nel movimentato convegno del pomeriggio (più di 300 i visitatori accreditati sotto la tensostruttura allestita da Edagricole) i presidenti dei consorzi di tutela delle pregiate denominazioni d’origine di questa zona hanno testimoniato l’indispensabilità di azioni di tutela dell’ambiente. All’antivigilia di Nova, il prefetto di Treviso Laura Lega ha infatti convocato in prefettura i vertici dell’enologia locale per metterli di fronte alle istanze degli ambientalisti. «Sono state le azioni di salvaguardia intraprese – ha affermato Innocente Nardi, del Consorzio del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg –, e l’avvio del progetto di un biodistretto del Prosecco a metterci per ora al riparo dalle reazioni dell’attivismo più estremo». «Grande interesse – ha concordato Stefano Zanette, del Consorzio della Doc interregionale – ha suscitato anche l’adesione al protocollo di sostenibilità Equalitas sostenuto dal Mipaaf». «E un contributo decisivo – ha ribadito Filippo Taglietti dell’ufficio tecnico del Conegliano Valdobbiadene Docg – alla mitigazione del rischio ambientale deriva dalle scelte condivise con il Protocollo viticolo predisposto dal Consorzio, che ha incentivato comportamenti virtuosi che hanno consentito una sensibile riduzione nella distribuzione di prodotti impattanti come i fungicidi ditiocarbammati». Oggi però ad essere messa in discussione, per motivi talvolta irrazionali, è soprattutto la pratica del diserbo. «Ma anche in questo caso – ha testimoniato Oddino Bin del Condifesa Treviso – la tecnica di gestione del sottofila in vigna ha subito in questi territori una profonda evoluzione, con tecnologie in grado di ridurre il rischio erosione». La lavorazione del suolo del vigneto viene infatti limitata agli strati più superficiali grazie a barre porta-attrezzi che montano organi scalzatori, dischi motrici e lame rientranti che consentono di intervenire in prossimità del ceppo. Che nei vigneti in pendenza vengono completamente sostituiti da flagelli lunghi in grado di falciare o trinciare erba e sarmenti lasciando intatto il cotico erboso. Assieme a queste attrezzature operano macchine per un diserbo sempre più localizzato che oggi possono essere sostituite dalla macchine innovative viste in campo a Spresiano: irroratrici a vapore o a getto d’acqua ad altissima pressione. «E per i vigneti caratterizzati dalle pendenze maggiori – ha specificato Bin – risulta ancor più conveniente e sicuro utilizzare attrezzature semoventi che non è necessario “cavalcare”». Come i portattrezzi cingolati robotizzati o radiocomandati visti all’opera a Spresiano, capaci ad esempio di decespugliare, sfalciare e trinciare anche con pendenze del 55%.
E la guida automatica non è esclusiva di queste piccole macchine operatrici, ma anche di trattrici specializzate in piena regola grazie agli allestimenti di guida parallela e robotizzata che consentono di ripetere in modo preciso operazioni complesse con una precisione centimetrica attraverso ricevitori Rtk gsm. «È l’ultima evoluzione della viticoltura di precisione – ha descritto Luigi Sartori dell’Università di Padova –: mani libere alla guida mentre si usano contemporaneamente operatrici diverse».
Un concetto, quello di viticoltura di precisione, che a Spresiano è stato ben rappresentato anche dagli innovativi sistemi di controllo delle infestanti applicati per l’occasione ad un motoquad. Sensori Ndvi che rilevano le infestanti nel sottofila attivando direttamente l’ugello che le elimina selettivamente “goccia a goccia”.
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