A Castellaneta (Ta), seconda giornata formativa e dimostrativa dedicata a tutti gli strumenti disponibili per la gestione del rischio

Un'azienda modello per capacità imprenditoriale e scelte agronomiche. Una giornata ricca di contenuti tecnici e spunti di riflessione sul futuro della gestione del rischio in agricoltura. Alla Masseria Fruttirossi di Castellaneta (Ta), con la partecipazione di oltre trecento tra imprenditori agricoli e studenti degli istituti agrari, è andata in scena la seconda delle due giornate intitolate “In campo per la difesa” organizzate da Edagricole e Asnacodi Italia per sensibilizzare e formare gli agricoltori sull'importanza di combattere contro avversità climatiche, fitopatie, infestazioni parassitarie e crisi di mercato.

Leggi il resoconto della prima giornata a Jolanda di Savoia (Fe)

Una giornata in frutteto dove si è parlato di strumenti assicurativi e tecnologie di difesa attiva indispensabili per progettare e costruire una strategia di gestione del rischio in grado di tutelare gli sforzi che i frutticoltori fanno ogni giorno per portare a casa i raccolti e quindi un reddito adeguato.

La giornata è cominciata con un tour guidato nel melograneto della Masseria Fruttirossi dove sono state allestite cinque stazioni tematiche.

difesaPrima tappa: la genetica. Portinnesti e varietà per rispondere al cambiamento climatico

Ancora una volta si è parlato degli obiettivi del miglioramento genetico delle piante da frutto per rispondere al cambiamento climatico. Luigi Catalano, del Civi Italia, ha fatto il punto sul breeding e ha ribadito il concetto del "frutteto su misura" come strategia per una frutticoltura economicamente sostenibile.

«Le ricerca di caratteri di tolleranza/resistenza a fattori abiotici, compresi i cambiamenti climatici, negli ultimi anni rivestono sempre più importanza – ha detto –. È realistico però considerare che, adottando le tradizionali metodiche di breeding, basate su incroci controllati di parentali portatori dei caratteri ricercati e che si vogliono poi portare nei nuovi genotipi, ci vorranno diversi decenni, dalla fase d’incrocio a quella della valutazione e validazione dei genotipi ottenuti. Il dibattito politico e la possibilità di apertura all’utilizzo delle New Breeding Techniques (NBT) con Cis-genesi e Genome editing che non prevedono l’inserzione di geni provenienti da organismi diversi e quindi non sono OGM, apre nuove prospettive per l’ottenimento in tempi più ridotti di genotipi che potranno ben resistere a stress abiotici».

«In attesa di avere la disponibilità di materiali genetici che possano adattarsi alle mutate condizioni climatiche – periodi siccitosi, elevate T° estive, ritorni di freddo primaverili ecc., oggi appare più realistico puntare su una corretta scelta di portinnesto e varietà nel rispetto della vocazionalità dell’area da piantumare.
L’ampia disponibilità di portinnesti con differenti caratteristiche e di varietà contraddistinte da diversa vigoria, fabbisogno in freddo differenti, epoca di fioritura tardiva, auto-fertilità
oggi permette di realizzare impianti “su misura” per le diverse condizioni pedoclimatiche.
La disponibilità di sistemi di protezione risulta poi di grande aiuto per mitigare gli effetti delle mutate condizioni climatiche».

Anche Luca Fortunato, dei Vivai Fortunato, ha voluto ribadire i concetti esposti da Catalano: il vivaista non ha la soluzione a tutti i problemi, ogni impianto deve essere progettato con attenzione a partire proprio dalla scelta delle piante adatte all'areale di coltivazione sia dal punto di vista climatico sia pedologico.

Seconda tappa: supporto decisionale

Il secondo focus ha riguardato stazioni agrometeorologiche e Dss per una gestione mirata del frutteto. L’andamento agrometeorologico ha ripercussioni sulla gestione agronomica: lavorazioni, trattamenti fitosanitari, fertilizzazioni, irrigazioni. La disponibilità di dati meteorologico-climatologici rappresentativi e consistenti permette di ottimizzare le scelte, le azioni e quindi i risultati, applicando risposte modulari e proporzionate a specifiche situazioni, con ricadute in termini di efficacia, di risparmio di risorse, di impatto ambientale. Per avere dati certi è fondamentale dotarsi di strumentazioni in grado di monitorare in tempo reale diverse variabili nel frutteto, raccogliere i dati, elaborarli e produrre degli output che possano essere utilizzati per prendere delle decisioni. Aspetti ben evidenziati dagli interventi di Giuseppe Lopriore dell'Università di Foggia e Michele Fioretti di Agriproject Group che ha parlato dell'impiego e dell'utilità dei Dss con un focus sull'applicativo di Horta sull'uva da tavola. Andrea Bertolini, con un intervento sulle tecnologie Radarmeteo e Hypermeteo, e Alessio Saccoccio di Agrorobotica che ha mostrato il funzionamento della trappola Spyfly, un sistema di monitoraggio robotico degli insetti nocivi.

Terza tappa: irrigazione 

In frutticoltura, l'irrigazione di precisione è un fattore chiave per massimizzare le rese e ridurre l'incidenza dei costi di produzione; essa comporta effetti diretti sulla risorsa idrica stessa e indiretti su altre risorse naturali (es. vulnerabilità all'erosione e salinizzazione dei suoli). Per l’utilizzo sostenibile dell’acqua in agricoltura si deve intendere l’insieme delle tecniche volte a garantire la produttività dell’agro-ecosistema e le sue funzioni ecologiche, economiche e sociali.

L’irrigazione di precisione si può raggiungere solo integrando le conoscenze di ecofisiologia del frutteto con le innovazioni tecnologiche (es. “Information Communication Technology” - ICT e “Internet of Things” - IoT), che rendono possibile il monitoraggio costante dei parametri del sistema suolo-pianta-atmosfera con tecnologie di telerilevamento e sensori di prossimità.

Tecnologie che si devono certamente integrare con impianti impianti per l'irrigazione o la fertirrigazione evoluti.

Queste sono, in sintesi, le tematiche affrontate dai relatori della tappa dedicata all'irrigazione e alla fertirrigazione di precisone: Gioele Chiari del Cer e Lino Viggiano di Netafim.

Quarta tappa: sistemi di difesa antigelo

Dai sistemi di monitoraggio il tour ha poi proseguito verso una delle due tappe chiave dell'evento: i sistemi di difesa contro eventi atmosferici (piogge, grandinate, vento forte, eccessiva insolazione, gelate tardive) e patogeni da predisporre all’interno del frutteto. In particolare, si è parlato di reti di copertura antigrandine e antinsetto grazie agli interventi di Stefano Lugli dell'Università di Modena e Reggio-Emilia e Giuseppe Netti di Arrigoni. Sulla gestione invece delle temperature all'interno del frutteto, Gerard Van Loon di Frost Fans ha mostrato una ventola antibrina mentre Vito Pollicoro di Netafim ha illustrato l'irrigatore Pulsar per l'irrigazione antibrina.

Quinta tappa: strumenti assicurativi

Nella quinta e ultima tappa si è parlato di strumenti assicurativi grazie agli interventi di alcuni referenti dei Condifesa del territorio: Franco Maggi di Condifesa Basilicata, Antonio Legittimo di Condifesa Brindisi, Paolo Sessa di Condifesa Calabria, Mariano Zezza di Condifesa Campania e Mariano Izzi di Agridifesa del Mediterraneo. Ha concluso la tappa l'intervento di Luca Gilletta di Gi&Bi Brokers.

La mattina si è conclusa con un visita guidata allo stabilimento di trasformazione Lome Superfuit e all'avocadeto con il più grande impianto antibrina a microportata del Sud Italia realizzato da Netafim.

Tecnica, tecnologia e sostenibilità

Dopo il pranzo si è svolto un convegno per approfondire i temi della giornata. Il direttore di Asnacodi Italia Andrea Berti ha spiegato la mission di Asnacodi per realizzare un nuovo modello di gestione del rischio che coniughi difesa attiva e passiva, diversificando rischi e strumenti di protezione con l'aiuto delle nuove tecnologie.

A seguire Stefano Lugli ha illustrato nel dettaglio alcuni aspetti tecnici e agronomici delle reti di copertura antipioggia e antinsetto sui ceraseti. Subito dopo, Alessandro Palmieri del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari, Università di Bologna ha fatto una dettagliata analisi su costi e redditività di un ceraseto coperto con le reti.

Durante la tavola rotonda a cui hanno partecipato Giuseppe Lopriore (Università di Foggia) Giovanni Russo (Consorzio di bonifica montana del Gargano), Loris Bonato (Responsabile rischi agricoli Gruppo Itas) e il titolare della Masseria Fruttirossi Michele De Lisi si è parlato di nuove tecnologie, sostenibilità e gestione del rischio. Lopriore ha descritto alcune applicazioni pratiche di agricoltura di precisione che possono essere utili alle colture arboree. Russo ha parlato del lavoro dei consorzi di bonifica e dell'importanza di gestire in modo corretto la risorsa idrica, soprattutto al Sud dove scarseggia. Bonato ha invece raccontato il funzionamento di un'app che permette di ridurre di molto tempi e adempimenti delle perizie in campo per quantificare i danni delle avversità climatiche. De Lisi ha invece raccontato come ha impostato la gestione del rischio alla Masseria Fruttirossi: assicurazione contro le avversità catasatrofali, ma anche strumenti di difesa attiva come reti antigrandine, ventoloni antigelo e impianto d'irrigazione antibrina.

difesaInfine una parte dedicata agli strumenti assicurativi. Nicola Lasorsa di Ismea ha illustrato il funzionamento del nuovo fondo mutualistico nazionale per le avversità catastrofali AgriCat. Il direttore del Condifesa Calabria Paolo Sessa ha descritto i punti principali del fondo mutualistico Ist's dedicato alle olive da olio. Nella sua riflessione sulla gestione del rischio al Sud, Fabio Gaetano Santeramo (Dipartimento di Scienze agrarie, alimenti, risorse naturali e ingegneria Università di Foggia), ha fatto notare come la scarsa diffusione delle polizze agevolate rispetto al Nord sia dovuta non solo a una mancanza di sensibilità degli agricoltori verso questi strumenti, ma anche al fatto che in molti casi le coperture non soddisfano in pieno le esigenze di protezione dell'areale meridionale.

Conclusioni affidate al presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti che ha ipotizzato un futuro positivo per la gestione del rischio se si riusciranno a eliminare i picchi di rischiosità di alcune colture in determinati areali. A questo dovrebbe servire proprio il fondo nazionale AgriCat. E proprio per non ritardare l'entrata in funzione del fondo, Agabiti ha auspicato che la nuova Pac non subisca ulteriori rinvii.

In campo per la difesa, fari puntati sulle tecnologie digitali - Ultima modifica: 2022-05-16T15:40:40+02:00 da Simone Martarello