Uno sforzo comunicativo per far comprendere in pieno agli imprenditori agricoli tutte le innovazioni che i settori delle macchine e delle tecnologie applicate all'agricoltura oggi mettono a disposizione per incrementare la redditività delle imprese e la sostenibilità ambientale delle lavorazioni in campo. E, da parte degli agricoltori e dei tecnici, uno switch culturale per fare propri concetti come l'agricoltura di precisione, le lavorazioni superficiali del terreno e la variabilità degli input. Questo il messaggio forte lanciato a Foggia durante Nova Agricoltura in Campo dal sottosegretario del ministero delle Politiche agricole e ambientali Alessandra Pesce.
«Innovazione e qualità sono un binomio inscindibile per rafforzare la competitività dell’agroalimentare italiano - ha detto Pesce - l’incontro tra la domanda e l’offerta di ricerca permetterà di avere un’agricoltura sempre più sostenibile che premi non solo gli imprenditori e i produttori ma anche i consumatori sempre più attenti alla salvaguardia dell’ambiente e alla qualità del prodotto finale».
Nel pomeriggio il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha ribadito il concetto: «Gli agricoltori italiani sanno fare grano di qualità, ma per farselo pagare servono i contratti di filiera e la tracciabilità».
Guarda l'intervista con Alessandra Pesce
Oltre mille in campo per vedere da vicino l'innovazione
E sono stati più di mille gli imprenditori agricoli che hanno sfidato il caldo torrido per partecipare all'evento organizzato da Edagricole e Crea con il patrocinio della Regione Puglia e della Città di Foggia giunto quest'anno alla sesta edizione. Ancora una volta, dunque, il Sud ha risposto alla grande alla chiamata di Nova Agricoltura, segno tangibile di una sete di innovazione che caratterizza gli agricoltori e gli agromeccanici meridionali.
Sui campi del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali di Foggia si sono svolti due tour guidati che hanno volutamente creato una commistione tra agricoltura di precisione e conservativa, con anche uno spazio significativo dedicato all’orticoltura in pieno campo, settore che riveste un’importanza particolare in Capitanata. Ben cinque quest’anno le ditte presenti, con le loro ultime tecnologie in fatto di preparazione del terreno e trapianto/pacciamatura, quest’ultima in forte ascesa seguendo anche il trend del mercato del biologico in crescita. La parte del leone sul fronte del trapianto la giocano oggi trapiantatrici caratterizzate da lavori sempre più precisi, con la tendenza a evolversi verso modelli automatici, che cominciano a essere proposti anche al Sud. La preparazione del terreno ha visto la presenza di interratrici, zappatrici e aiuolatrici, anche in questo caso sempre più precise e innovative, nonché di sterilizzatrici, nell’ottica di una orticoltura all’insegna della sostenibilità ambientale.
Il tour dell'agricoltura conservativa
Per quanto riguarda l’agricoltura conservativa, oltre ai tradizionali marchi ormai immancabili, si è registrata la presenza anche di un brand straniero (ceco per l’esattezza) che sta cercando di penetrare nel mercato italiano e ha dato un tocco di ulteriore internazionalità alla manifestazione. Tra le macchine viste all’opera, erpici a dischi, dissodatori, coltivatori, frangizolle e seminatrici da sodo (pneumatiche e meccaniche), macchine tecnologicamente sempre più “raffinate” e caratterizzate da capacità operativa sempre più elevate, oltre alla compatibilità Isobus. Nell’ambito dell’agricoltura conservativa, poi, non va dimenticato il ruolo fondamentale dei pneumatici nella riduzione del compattamento, e anche in questo settore si è potuto apprezzare in campo l’evoluzione della tecnologia in questo settore: uno pneumatico con grande capacità di carico a una pressione di gonfiaggio relativamente bassa determina un’impronta che si allunga, aumentando i ramponi in presa e migliorando la trazione, e una riduzione del carico per cm2 diminuendo il compattamento.
Il tour dell'agricoltura di precisione
Passando all’agricoltura di precisione, va detto che praticamente tutti i trattori presenti erano equipaggiati di sistemi per il precision farming, ovvero predisposti per la guida assistita e/o automatica e in alcuni casi anche dotati di sistema Isobus Classe 3 (che consente all’attrezzatura di dare il comando al trattore e non viceversa). Nello specifico, tra i dispositivi per l’agricoltura di precisione sono stati visti all’opera sistemi di guida, di monitoraggio semi, di distribuzione a rateo variabile e di chiusura delle sezioni. Da segnalare, in particolare, la presenza di un paio di irroratrici che hanno messo in evidenza i sensori per la stabilizzazione delle barre e i sistemi di chiusura delle sezioni e dei singoli ugelli, ormai un must per chi deve operare nel campo della difesa delle colture.
I laboratori in campo
A corollario delle macchine che hanno lavorato in campo, sono stati imbastiti tre laboratori in campo: il primo ha riguardato il riconoscimento delle erbe infestanti, curato dal professor Pasquale Viggiani, il secondo le tecnologie oggi a disposizione (che ricorrono anche ai droni) per il riconoscimento varietale (in particolare sul grano duro) e il terzo sul grande mondo dell’Internet of things per l’agricoltura del futuro.
L'importanza dell'innovazione dal campo alla tavola
Dopo il pranzo offerto dagli organizzatori, dalle 14 il convegno dal titolo “Ricerca e innovazione per la filiera della pasta 100% italiana”.
«Giornate come queste – ha dichiarato il presidente del Crea Salvatore Parlato – sono particolarmente significative per illustrare le potenzialità degli strumenti innovativi disponibili per la salvaguardia e la valorizzazione di un’eccellenza italiana, quella del grano duro e della sua filiera. L’agricoltura 4.0, in particolare, introduce un nuovo paradigma nella definizione e gestione delle filiere, sfruttando le potenzialità delle tecnologie digitali non solo per migliorare gli aspetti della produzione, ma per migliorare e certificare le caratteristiche qualitative, nutrizionali e ambientali dei prodotti agli occhi di un consumatore sempre più esigente ed attento alla qualità, alla storia e alle condizioni ambientali del prodotto».
Dal grano alla pasta per una filiera italiana di qualità
«Abbiamo qualche difficoltà burocratica nel Psr - ha detto l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Leonardo di Gioia - ma ci stiamo impegnando a fondo sull'innovazione. Purtroppo il Psr è un fattore di competitività e molti concorrenti fanno ricorso se esclusi dalle graduatorie. Questo, purtroppo, allunga i tempi per l'erogazione dei fondi. La verra sfida del nostro Psr per l'innovazione è la misura 16.2 - ha precisato Di Gioia - e verrà attivata presto con la condvisione dei bandi». Per questa misura sono stati stanziati 32 milioni di euro con un massimale di 700mila euro per domanda.
Dell'importanza dell'Agricoltura 4.0 e della formazione di tecnici specializzati in grado di sfruttare in pieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie in agricoltura ha parlato Michele Pisante, docente dell'Università degli Studi di Teramo e Crea. Di catena catena del valore nella filiera grano duro-pasta ha ragionato Angelo Frascarelli dell'Università degli Studi di Perugia, ricordando come oggi su un euro speso da un consumatore per comprare pasta, all'agricoltore che ha coltivato grano vanno 17 centesimi, quindi bisogna dare maggior valore alle produzioni. Nicola Pecchioni, direttore del centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali del Crea, ha parlato di nuovo miglioramento genetico e sistemi digitali di analisi per lo sviluppo di varietà italiane di grano duro. Infine, Marcello Donatelli, direttore del centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del Crea, ha illustrato le potenzialità delle piattaforme IoT e blockchain per la creazione di una filiera a qualità tracciabile e certificabile.
Clicca qui per vedere l’intervista esclusiva a Roberto Moncalvo
«Facciamo capire a tutti l’innovazione dell’agricoltura» poi se un agricoltore Vi chiede se il convegno viene registrato e diffuso manco Vi degnate di rispondere…
Grazie di nulla!