Grease, Bce, Corilus.
Non sono nomi di musical o di istituzioni bancarie ma le sigle che identificano I Go, gruppi operativi dei Pei Agri, vincitori del concorso RurInnova indetto dal portale www.innovarurale.it.
La proclamazione è avvenuta a Roma, presso il Talent Garden, il principale spazio di coworking dedicato agli innovatori del digitale presente nella capitale. La consegna delle targhe premio ha concluso la due giorni del Convegno «Innovazione e sostenibilità ambientale: obiettivi e strumenti della Pac 2023 -27» organizzato dal Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria assieme a Rete Rurale nazionale, Masaf e Rete Pei Agri.
Innovatori a confronto
Un evento che ha consentito di fare il punto su quanto è stato realizzato in Italia dal Partenariato Europeo per l’Innovazione in Agricoltura (Pei Agri), la principale novità delle politiche di sviluppo rurale 2014-2022 e di verificare quanto si sta facendo per entrare nella seconda fase di programmazione 2023-2027.
«Il Pei Agri – ha detto Anna Vagnozzi del Crea PB – riparte nel nome dell’innovazione». «L’esperienza della precedente programmazione è stato più che positivo perché ha consentito di mettere insieme e valorizzare il contributo di veri innovatori non solo sul fronte tecnico, ma anche istituzionale e sociale».
«Dimostrando che il modello interattivo dei Go, capace di mettere insieme mondo della produzione, ricerca e istituzioni è il più efficace per trasferire le innovazioni in agricoltura».
Un vincitore per ogni categoria
In Italia questo modello social ha consentito di realizzare più di 700 progetti gestiti da partenariati compositi, i Gruppi Operativi, che hanno sostenuto la diffusione di soluzioni innovative per le diverse problematiche dei territori rurali italiani.
Tre di questi sono stati premiati per il carico di innovazione:
- per il tema “Cambiamenti climatici” il Go Grease - Modelli sostenibili di coltivazione del vitigno Greco di Tufo: efficienza d'uso delle risorse ed applicazione di indicatori della 'Footprint family’, realizzato in Campania, ha ottenuto 370 voti su un totale di 1758. Veronica De Micco, dell’Università di Napoli, coordinatrice del progetto ha spiegato che i tre anni di prove presso l’azienda Feudi di SanGregorio hanno consentito di verificare i modelli varietali, di gestione della chioma e del suolo capaci di assicurare il maggior grado di resilienza per la produzione di vino di qualità;
- per il tema “Risorse naturali e biodiversità” il progetto Bce - Banca del Colostro Equino: Il cavallo Murgese, realizzato in Puglia, ha totalizzato 570 voti su 1278. Carlo Cosentino dell’Università della Basilicata, ha spiegato che il progetto, a cui ha partecipato anche il Reparto Carabinieri Biodiversità di Martina Franca (Ta) ha puntato a tutelare e valorizzare la razza autoctona del cavallo murgese realizzando tra l’altro quella che è in assoluto la prima banca del colostro presente al Sud d’Italia;
- per il tema “Agricoltura e impatto ambientale” il Go Corilus, Corilicoltura lucana sostenibile, realizzato in Basilicata ha ottenuto 529 voti su 3179, ha consentito di sviluppare carte di attitudine per caratteristiche pedo-climatiche, verificare il Life cycle assessment, e applicare un modello multifunzionale di gestione del nocciolo attraverso l’allevamento di ovaiole in pollai mobili per il contenimento delle infestanti e l’integrazione del reddito. Il coordinatore Giuseppe Coletta non ha potuto ritirare il premio in presenza.
Verso la nuova programmazione
In precedenza, la tavola rotonda “I gruppi operativi italiani verso il 2023-27”, moderata da Terra e Vita, è stata animata dall’acceso confronto tra un nutrito parterre di nove relatori che hanno dibattuto sugli obiettivi della nuova programmazione, sui punti migliorati grazie all’esperienza compiuta fino all’anno scorso e sull’interpretazione dei nuovi strumenti del “Back Office” e della “Cooperazione per azioni di supporto all’innovazione”.
In particolare: Elena Brugna della Regione Lombardia è intervenuta sulla necessità di allestire strutture e strumenti di amplificazione a livello territoriale per ottimizzare l’attività di disseminazione delle innovazioni.
Luigi Trotta (Regione Puglia), ha descritto le azioni intraprese per valorizzare il ruolo dell’azienda agricola, con casi in cui è arrivata a rappresentare un vero e proprio centro di competenza di riferimento per l’innovazione sviluppata nell’ambito Go.
Claudia Fedi di Coldiretti ha descritto l’efficacia del riferimento alla nuova figura, sviluppata nell’ambito di alcuni Go in Toscana, del “progettista coordinatore”, in grado di far interagire tutto il partenariato, dando all’impresa lo spazio per segnalare le proprie esigenze sia in fase di progettazione del GO che in fase di svolgimento: «Più che un innovation broker rafforzato – ha detto – si tratta di un innovation advisor a supporto del gruppo operativo»
Matteo Ansanelli di Cia Agricoltori Italiani ha ribadito la necessità di preservare il ruolo dell’imprenditore agricolo come capofila del progetto di ricerca e ha descritto la necessità di calibrare i temi della nuova programmazione in base alle nuove esigenze determinate dal profondo mutamento del panorama di riferimento. «L’innovazione – ha detto – può essere la chiave per invertire la pericolosa tendenza del progressivo invecchiamento dell’imprenditoria agricola italiana». «Ora, grazie ai risultati dei Go che si stanno concludendo – è la metafora che ha utilizzato – abbiamo a disposizione 700 mattoncini lego colorati». «La sfida per la prossima programmazione e di abbinarli per costruire qualcosa di efficace per la nostra agricoltura».
Fausta Fabbri (Rete dei referenti regionali per la ricerca e i servizi), ha parlato appunto dell’esperienza della rete come terreno di confronto e di collaborazione in grado di dare risposte alla necessità, finora disattesa, di attivare anche Go interregionali, consentendo anche scambi d’esperienze con analoghe iniziative estere.
Andrea Bordoni (Amap) ha portato l’esperienza dell’Agenzia marchigiana che coordina e che ha svolto attività di animazione per la costituzione e il sostegno in itinere dei Go, ponendo le basi per la costituzione di una rete di agenzie regionali che oggi copre buona parte del territorio nazionale.
Lina Pecora (Conaf) ha insistito sulla necessità di valorizzare il ruolo dei consulenti, una figura poco considerata nel periodo 2014 -2020, che ora invece diventa centrale. Non solo in chiave trasferimento di innovazione, ma anche per trasferire a monte le esigenze del mondo produttivo.
Stefano Ciliberti (Università di Perugia) ha evidenziato le difficoltà di conciliare le funzioni di ricerca, didattica e trasferimento di innovazione, soprattutto quando persistono divergenze con gli obiettivi dei bandi di ricerca. Un’esigenza di cui tenere conto in questa fase di programmazione.
Andrea Porcelluzzi del Crpa ha portato l’esperienza di un centro di ricerca e trasferimento sui generis in grado di coniugare sperimentazione e trasferimento tecnologico assumendo il ruolo di innovation broker in numerosi gruppi operativi.