Xylella, cresce la paura nel Barese

    Uliveti spazzati via dalla Xylella. Il batterio killer degli olivi è ormai alle porte di Bari
    Il batterio è ormai alle porte e fra gli agricoltori sale il timore che si ripeta la devastazione del Salento. Le preoccupazioni riguardano non solo l’olivo, ma anche il ciliegio e il mandorlo e l’importante tessuto vivaistico del territorio

    È uno stato d’animo da “il nemico è alle porte” quello che pian piano si sta insinuando fra gli agricoltori del Sud-Est barese. Tutto è iniziato dalla fine di maggio 2018, quando il Comitato Ue per la salute delle piante ha approvato, con la maggioranza qualificata degli Stati membri, la proposta della Commissione Ue di estendere l’area di quarantena (o delimitata) per la Xylella di circa 20 km verso nord.

    La questione non riguarda più solo il Salento

    La nuova demarcazione della zona cuscinetto, compresa fra il Sud-Est barese (l’intero territorio di Alberobello e parte di quelli di Monopoli, Castellana Grotte, Putignano e Noci) e la prima fascia occidentale del Tarantino (l’intero territorio di Massafra e parte di quelli di Mottola e Palagiano), e della zona di contenimento, ormai confinante con il Barese e inglobante il territorio di Locorotondo (Ba), ha sbattuto in faccia anche ai più restii un’amara certezza: la questione Xylella non riguarda più solo il Salento, da Brindisi e Taranto in giù, ma anche il Barese, l’intera Puglia.

    Di questa consapevolezza sempre più collettiva si sono fatti interpreti i tanti agricoltori che hanno affollato il Castello Marchione di Conversano (Ba) per partecipare al convegno “Xylella: gestire per non subire” organizzato dall’importante Comune agricolo barese), dall’Università di Bari e dall’istituto di ricerca Dyrecta Lab e cercare risposte e rassicurazioni fra le qualificate parole dei relatori.

    Anche ciliegio e mandorlo a rischio

    Paolo Leoci

    «Le preoccupazioni riguardano, con una gravità senza pari, – ha sostenuto Paolo Leoci, consulente agrario, – non solo l’olivo, ma anche il ciliegio e il mandorlo e l’importante tessuto vivaistico olivicolo, orticolo, frutticolo e ornamentale del territorio! Rischiamo di perdere un lavoro di decenni finalizzato a legare le nostre tipicità a un paesaggio unico fatto di olivi, spesso secolari, ciliegi, mandorli e così via. E il terzo monitoraggio avviato dall’Arif il 5 novembre non si sa quali sorprese potrà riservare agli agricoltori baresi!».

    Abbattimenti e controllo del vettore

    Franco Nigro

    Attualmente non esiste una cura per la fitopatia causata da Xylella, ha avvertito Franco Nigro, patologo del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (Disspa) dell’Università di Bari, invitando a guardare il batterio per quello che è, un nemico per ora invincibile. «Ciò non significa stare fermi, anzi occorre assolutamente bloccare il batterio impedendogli di risalire ulteriormente la Puglia. Le regole da seguire, per riuscire almeno a convivere con la malattia, dove già c’è, sono chiare: abbattimento delle piante infette per ridurre l’inoculo, controllo del vettore, rimozione di ospiti alternativi del vettore e del batterio, interventi colturali, riduzione delle condizioni di stress delle piante, impiego/sviluppo di varietà resistenti. Ma gli obiettivi a lunga scadenza restano l’individuazione di varietà immuni e di batteri endofiti che riescano a contrastare il batterio nelle piante».

    Abbattere le popolazioni di neanidi

    Francesco Porcelli

    Poiché il batterio viene trasportato e trasmesso da insetti, le sputacchine, è fondamentale, ha ribadito Francesco Porcelli, entomologo del Disspa, «intervenire tempestivamente contro la fase giovanile del vettore, prima del passaggio allo stadio adulto: così si abbatterà notevolmente la popolazione di neanidi e si impedirà che gli adulti si infettino dalle piante malate e infettino quelle sane. Poi agire con trattamenti insetticidi contro gli adulti».

    Maurizio Galiano

    Come ausilio per il controllo del vettore della Xylella Maurizio Galiano, amministratore di Dyrecta Lab, ha proposto «il prototipo di un mezzo carrellato, applicabile a trattrice o altro mezzo agricolo, utilizzabile con tripla azione, insetticida, diserbante e fertilizzante, e capace di abbattere del 99,99% la popolazione giovanile del vettore».

    Vivaisti nell’occhio del ciclone

    Se gli agricoltori baresi potranno, forse, prima o poi essere direttamente danneggiati dalla Xylella, i vivaisti già stanno subendo danni seri, ha evidenziato Leonardo Capitanio, titolare dei Vivai Capitanio di Monopoli e presidente dell’Anve.

    Leonardo Capitanio

    «La Decisione comunitaria di esecuzione 2016/789, disponendo il divieto di spostare all’esterno della zona delimitata le piante specificate – un elenco di circa 560 specie in qualche modo sensibili al batterio, coltivate per almeno parte del ciclo vitale in tale zona, – aveva bloccato la produzione e la vendita di tali piante, con grave danno per i vivai. Ora Mipaaft e Regione hanno stabilito che sarà possibile almeno commercializzarle all’interno della stessa zona delimitata».

    Sarà il monitoraggio a “tranquillizzare”, almeno per il momento, gli agricoltori baresi oppure a svelare l’eventuale progressione del batterio.

    Domenico Ragno

    «È però troppo presto per i primi risultati – ha comunicato il presidente dell’Arif Domenico Ragno, –. Abbiamo monitorato finora una parte della piana degli olivi monumentali tra Fasano e Ostuni, le buffer zone (aree con raggio di 100 m) dove piante trovate infette nel secondo monitoraggio sono state abbattute o sono rimaste ancora in piedi per eventuali ricorsi. A breve controlleremo le aree intorno ai vivai. Poi potremo riparlarne».

    Xylella, cresce la paura nel Barese - Ultima modifica: 2018-11-20T01:11:42+01:00 da Lorenzo Tosi

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