Nella penultima settimana di ottobre 2020, il percorso sulla Pac 2021-2027 ha segnato un passo importante con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri agricoli e dal Parlamento europeo in sessione plenaria.
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Ricordiamo che il percorso legislativo a Bruxelles prevede una procedura ordinaria che coinvolge le tre Istituzioni comunitarie: la Commissione che ha potere di proposta e, nel caso della Pac, si è espresso con la Comunicazione del 1° giugno 2018; il Parlamento e il Consiglio che hanno potere legislativo.
Articolo pubblicato sulla rubrica "La Pac sotto la lente" di Terra e Vita 33
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L’agenda dal 2017 al 2020
Il percorso per la definizione della nuova Pac 2021-2027 è iniziato formalmente il 2 febbraio 2017, quando la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica della durata di tre mesi (2 febbraio - 2 maggio 2017) per raccogliere le opinioni dei cittadini europei sulla Pac post 2020 (tab. 1).
Il 29 novembre 2017 la Commissione europea ha presentato il primo documento ufficiale dal titolo “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura”, in cui sono state delineate le linee guida sul futuro della Pac.
Il passo tecnico-politico più importante è avvenuto il 1° giugno 2018, quando la Commissione europea ha presentato le proprie proposte legislative sulla nuova Pac. Dopo questa data, si è passati alla fase legislativa, affidata al Parlamento e al Consiglio dei ministri agricoli.
Nel primo quadrimestre 2019 il dibattito si è concluso in seno alla Commissione ambiente (Comenvi) e in Commissione agricoltura (Comagri) del Parlamento europeo che ha approvato la relazione e gli emendamenti sulla nuova Pac, ma è l’ultimo atto del Parlamento europeo, prima delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019.
Il nuovo Parlamento europeo ha riavviato il dibattito a settembre 2019 e ha votato la nuova Pac il 23 ottobre 2020; parallelamente il Consiglio dei ministri agricoli ha proseguito il negoziato ha trovato un accordo il 20 ottobre 2020, durante il semestre di presidenza tedesca.
tab. 1 Le tappe della Pac post 2020
2 febbraio 2017 - 2 maggio 2017 | Consultazione pubblica sul futuro della Pac |
7 luglio 2017 | Conferenza europea sul futuro della Pac |
29 novembre 2017 | Comunicazione della Commissione europea “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura” |
1° giugno 2018 | Proposte legislative sulla Pac 2021-2027 |
1-8 aprile 2019 | Votazione in seno alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo |
23-26 maggio 2019 | Elezioni del Parlamento europeo |
20 ottobre 2020 | Compromesso al Consiglio dei ministri agricoli |
23 ottobre 2020 | Approvazione al Parlamento europeo in seduta plenaria |
gennaio-giugno 2021 | Triloghi e approvazione definitiva dei regolamenti |
giugno 2021 - giugno 2022 | Attuazione nazionale (redazione approvazione Piani strategici) |
1° gennaio 2023 | Entrata in vigore della Pac post 2020 |
Inizia il dialogo a tre
Dopo le due votazioni, parte il trilogo, che è un incontro previsto nella procedura legislativa dell’Unione europea che vede coinvolti rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione. Lo scopo è quello di fare in modo che il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue, con la mediazione della Commissione, raggiungano più rapidamente un accordo sulla nuova Pac.
La conclusione dei triloghi è prevista per primavera 2021, mentre entro giugno 2021, dovrebbero essere pubblicati i tre regolamenti della nuova Pac.
Mentre a Bruxelles l’agenda e il percorso della nuova Pac sono ormai delineati, a livello nazionale si scaldano i motori per prepararsi all’attuazione della nuova programmazione. Infatti una delle principali novità della nuova Pac è la maggiore sussidiarietà e responsabilità, affidate agli Stati membri. Si prevede che gli Stati membri predispongano un Piano Strategico di attuazione della Pac, che dovrà essere redatto e approvato nel periodo che va da giugno 2021 a giugno 2022, in tempo utile per l’avvio della nuova Pac dal 1° gennaio 2023.
Regolamento transitorio per il 2021 e 2022
Mentre il dibattito sulla nuova Pac entrava nel vivo, il 30 giugno 2020, la Commissione, Consiglio e Parlamento europeo avevano trovato un accordo che proroga di due anni l’applicazione delle attuali regole della Pac, quindi fino al 31 dicembre 2022.
Questa decisione è avvenuta nell’ambito del dibattito sul cosiddetto “regolamento transitorio”, che ha lo scopo di gestire tra transizione tra la Pac 2014-2020 e la Pac post-2020, per tutti gli strumenti: pagamenti diretti, Ocm e politica di sviluppo rurale.
Il regolamento transitorio mira a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno agli agricoltori europei per il 2021 e il 2022, tramite l’estensione dell’applicabilità del quadro giuridico esistente e gli adattamenti di alcune norme per traghettare la Pac fino all’istituzione del nuovo sistema. Di fatto, avremo una Pac biennale, che prosegue e adatta le regole attuali per i primi due anni della programmazione finanziaria 2021-2027.
Il periodo di transizione, che partirà dal 1° gennaio 2021, sarà di due anni e, di conseguenza, la nuova Pac entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
Le fasi della Pac
- 2014-2020 Europa 2020
- 2021-2022 Periodo Transitorio
- 2023-2027 Pac post 2020
Il modello di gestione della Pac
Il voto della plenaria del Parlamento europeo conferma la modifica del modello di gestione della Pac, il nuovo “delivery model” che riconosce maggiore sussidiarietà agli Stati membri e guarda più al raggiungimento degli obiettivi che alla conformità a norme comuni. Attraverso i Piani strategici i paesi Ue sceglieranno infatti gli strumenti e le azioni per raggiungere i target concordati a livello dell’Unione, che la Commissione verificherà attraverso un rapporto di performance annuale.
Tra le decisioni approvate dal Consiglio, fortemente voluta dall’Italia, vi è la conferma del ruolo delle regioni che continueranno ad operare come Autorità di gestione dei Psr, alla luce delle competenze specifiche nel settore agricolo previste dal nostro assetto costituzionale, che l’impianto basato sui Piani strategici nazionali rischiava di far saltare.
L’architettura verde
Sul fronte della sostenibilità ambientale, il Parlamento europeo chiede di rafforzare le condizionalità, quindi le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente che gli agricoltori devono obbligatoriamente applicare per ottenere i pagamenti diretti, e di dedicare almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale alle misure legate al clima e all’ambiente. Inoltre, il 30% del budget dei pagamenti diretti dovrebbe essere destinato ai nuovi ecoschemi.
Più in generale, almeno il 30% dei finanziamenti dell’Ue dovrebbe sostenere gli sforzi degli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della biodiversità.
Inoltre, il PE chiede agli Stati membri di incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni.
Infine, il Parlamento propone di comminare sanzioni più elevate - dall’attuale 5% al 10% del valore dei pagamenti - in caso d’inosservanza dei requisiti Ue in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti.
Sull’architettura verde della Pac si manifestano le maggiori distanze con il Consiglio dei ministri agricoli, che hanno approvato di destinare ai nuovi eco-schemi il 20% del budget dei pagamenti diretti del primo pilastro, contro il 30% chiesto dal PE, e di destinare il 30% delle risorse del secondo pilastro alle misure agro-climatico-ambientali dei Programmi di sviluppo rurale (Psr), a fronte del 35% sollecitato dagli eurodeputati.
In base all’accordo raggiunto in Consiglio, gli eco-schemi dovranno essere attivati obbligatoriamente dagli Stati membri, prevedendo una fase pilota iniziale di 2 anni per evitare lo spreco di fondi in coincidenza con l’avvio dei nuovi strumenti.
L’adozione delle pratiche ambientali sarà però facoltativa per gli agricoltori e funzionerà secondo un meccanismo premiale: quelli, cioè, che decideranno di andare oltre quanto richiesto dai Criteri di gestione obbligatoria (CGO) e dalle Buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA) riceveranno dei pagamenti supplementari.
Le misure per raggiungere gli obiettivi ambientali, che non dovranno essere cofinanziate a livello nazionale, e l’allocazione dei fondi tra le diverse pratiche verdi, verranno decise dagli Stati membri nell’ambito dei rispettivi Piani strategici nazionali.
Il range delle misure è molto flessibile (es. tutte le colture permanenti verdi potrebbero rientrare nell’ecoschema).
Capping, piccole aziende, giovani agricoltori e donne
Fronte capping, gli eurodeputati vogliono ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori superata la soglia di 60 mila euro e fissarne il massimale a 100mila euro.
Prima di effettuare la riduzione, tuttavia, gli agricoltori potrebbero detrarre dall’importo dell’aiuto il 50% dei salari collegati alle attività agricole.
Il Parlamento europeo chiede poi di riservare il 6% del budget nazionale per i pagamenti diretti alle aziende agricole di piccole e medie dimensioni e almeno il 4% della dotazione al sostegno dei giovani agricoltori, che dovrebbero continuare a beneficiare di finanziamenti specifici nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale.
Azioni ad hoc dovrebbero poi contribuire a promuovere una maggiore inclusione delle donne nell’economia rurale, mentre dagli aiuti Pac dovrebbero esclusi coloro che possiedono terreni rurali, ma non svolgono almeno un livello minimo di attività agricola, a cominciare dai gestori di aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, i proprietari di terreni sportivi e le aree ricreative permanenti.
Il Consiglio ha approvato i contributi fino a 100mila euro ai giovani agricoltori e misure a favore dei piccoli agricoltori, tra cui maggiore semplificazione e l’esonero da eventuali tagli dei pagamenti diretti necessari per costituire una riserva anticrisi.
Convergenza dei pagamenti
Gli eurodeputati chiedono anche di accelerare il processo di convergenza interna, assicurando che in tutti i territori di ciascuno Stato membro l’importo degli aiuti per ettaro raggiunga almeno il 75% della media dei pagamenti diretti entro il 2024 (target che la Commissione Ue fissava al 2026) e il 100% entro il 2027.
I risultati delle votazioni all'EuroParlamento
Il regolamento sui piani strategici è stato approvato con 425 voti favorevoli, 212 voti contrari e 51 astensioni.
Il regolamento sull’organizzazione comune dei mercati è stato approvato con 463 voti favorevoli, 133 voti contrari e 92 astensioni.
Il regolamento sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac è stato approvato con 434 voti favorevoli, 185 voti contrari e 69 astensioni.
I tre regolamenti passano il vaglio dell’Europarlamento ma non senza difficoltà, alla fine di una intensa settimana di votazioni a colpi di emendamenti, in tutto 1.350, che mostra un Parlamento molto frammentato su cosa voglia dire allinearsi ai principi del Green Deal europeo.
Le critiche degli ambientalisti
Le associazioni ambientaliste sono mobilitate da tempo per chiedere una riforma più equa e realmente sostenibile, in grado di dialogare in maniera efficace con gli obiettivi del nuovo Green Deal Europeo.
Secondo gli ambientalisti, serviva una profonda e radicale riforma della politica agricola comunitaria, e non un compromesso al ribasso come quello che è stato approvato dal voto parlamentare frutto dell’accordo politico tra i gruppi PPE, S&D e Renew, protagonisti in negativo.
Lo scenario emerso dal voto allontana la prospettiva che il sistema agricolo possa essere tra gli artefici del Green Deal europeo. «Legambiente – scrive in una nota l’associazione – continuerà, anche all’interno della Coalizione ‘Cambiamo Agricoltura’ delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, ad operare affinché la Ue non perda di vista la bussola del Green Deal, arginando le pressioni delle lobby dell’agricoltura intensiva, nel negoziato del Trilogo che dovrà portare al perfezionamento della Riforma».
«Siamo profondamente delusi dal voto al parlamento europeo che segna un grave arresto nella transizione ecologica. Il voto che approva l’accordo al ribasso tra le forze politiche – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – dissolve la speranza che la Pac possa essere parte sostanziale del green deal europeo. Ci aspettavamo una Pac ambiziosa che puntasse alla riduzione delle emissioni e degli impatti, intraprendendo un cambiamento radicale del sistema agricolo e alimentare. Quasi 60 miliardi di euro dei contribuenti dell’Ue vengono spesi ogni anno per i sussidi della Pac, per lo più allo scopo di finanziare un modello di agricoltura intensiva e di allevamento industriale».
Altre decisioni importanti in Consiglio
- ll riso è esentato dalla condizionalità perché la risaia viene considerata già pratica verde.
- La lista dei settori che possono beneficiare del pagamento accoppiato è stata ampliata. La dotazione è pari al a 13% + 2% per proteiche, per un totale del 15%.
- Il fondo di mutualità per le avversità catastrofali, pari all’1% dei pagamenti diretti, fortemente voluto dall’Italia, è stato accolto.
- Per l’Ocm dell’olio è stato stralciato il requisito del 5% del valore produzione come tetto massimo per il contributo finanziario ed è stato accolta la richiesta italiana di finanziarie misure strutturali.
- I diritti impianto dei vigneti saranno convertibili in autorizzazioni fino al 2022 poi vanno in plafond nazionale da spendere entro il 2023; probabilmente nel trilogo passerà la posizione del Parlamento europeo che porta la scadenza al 2025.
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Pac post 2020, c’è l’accordo tra i ministri dell’Agricoltura Ue