Seme di mais e girasole di qualità, Corteva investe forte in Italia

Con videointervista a Gabriele Righetti, production location manager di Corteva

Inaugurato un nuovo reparto per la lavorazione delle sementi nello stabilimento di Sissa (PR). Dove Corteva Agriscience investe per migliorare qualità, redditività e sostenibilità delle sementi italiane. Un business che nel nostro Paese rischia di essere compromesso dalla burocrazia e da interpretazioni troppo penalizzanti della normativa comunitaria  

Corteva Agriscience festeggia il primo anno di vita investendo forte In Italia. Il 20 settembre, in piena campagna mais, la multinazionale nata dalla fusione tra Pioneer-Dupont e Dow ha infatti inaugurato a Sissa (Parma) il nuovo reparto di lavorazione delle sementi.

Gabriele Righetti, il sindaco di Sissa Nicola Bernardi e Primo Bragalanti al taglio del nastro

Selezionatrici a doppio controllo ottico

Grazie a selezionatrici di nuova concezione, a doppio controllo ottico, e a innovativi sistemi di movimentazione, le nuove linee potranno garantire semente di mais e girasole ad alta qualità per le filiere italiane di pregio.

L'inaugurazione della nuova linea di lavorazione delle sementi. In alto a destra le selezionatrici a doppio controllo ottico

Un investimento da 33 milioni in undici anni

Si tratta di un investimento importante, 4 milioni di euro che si sommano ai 4 spesi per gli impianti di concia e ai 2 per il nuovo magazzino. In tutto fanno dieci milioni che si vanno a sommare ad altri 23 spesi negli ultimi undici anni.

«Si tratta di un deciso rinnovamento – afferma Gabriele Righetti, Production Location Manager di Corteva, in occasione del taglio del nastro - che ci consentirà di fornire agli agricoltori italiani un ulteriore ed importantissimo strumento per difendere le filiere nazionali a “chilometro zero”, con un occhio di riguardo alla sostenibilità, come già abbiamo fatto nel recente progetto di riduzione del 60% della plastica per l’imballaggio».

«La competitività della nostra agricoltura – sostiene Primo Bragalanti, country manager di Corteva Agriscience Italia – passa necessariamente dalla capacità di investire in tecnologia e capacità produttiva».

«Questo progetto – dichiara Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - è in linea con gli obiettivi perseguiti dalla nostra regione. L’innovazione è infatti un tema su cui abbiamo puntato grazie anche ad un contributo di oltre 50 milioni di euro del Piano di sviluppo rurale».

La tavola rotonda con i vertici di Corteva, l'assessore Simona Caselli, Giacomo Gnudi direttore del Dip. di Scienze Medico Veterinarie dell'Univiersità di Parma. Alessandra Sommovigo di Ense e il direttore generale di Assosementi Alberto Lipparini

Qualità e tracciabilità certificate

«Guardiamo da sempre – prosegue - con particolare favore agli accordi di filiera, per garantire qualità e redditività a al contributo della scienza come strumento per rispondere alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. Siamo quindi soddisfatti dell’investimento di Corteva Agriscience nel nostro territorio e fiduciosi delle ricadute positive che avrà nella nostra regione, che accoglie con piacere l’impegno dell’azienda anche sul fronte delle sementi biologiche e sull’importanza della certificazione europea Esta».

Ad inizio 2019 l'impianto di lavorazione è stato infatti certificato dall’European seed treatment assurance scheme per la sicurezza e l’utilizzo di tecnologie innovative e sicure nel processo di produzione, gestione e uso di sementi conciate.

Sul sacco sventola il tricolore

«In più tutte le sementi di mais e soia – spiega Righetti - coltivate da Corteva in Italia

Gabriele Righetti mostra il tricolore che certifica la provenienza nazionale

hanno ottenuto la certificazione di rintracciabilità di filiera, in conformità alla norma ISO 22005:2008 ed ora, per identificare meglio le produzioni nazionali di qualità, sulle confezioni che godono di questa certificazione, abbiamo orgogliosamente aggiunto il tricolore con la scritta “seme italiano”». Una carta che può essere giocata per valorizzare le filiere 100% made in Italy. L’Italia è l’unico Paese in cui è attiva Corteva che può vantare questo riconoscimento, segno che la multinazionale americana continua a credere nelle chance della nostra agricoltura.

La stretta fitosanitaria sulla concia non paga

Una fiducia che andrebbe ripagata anche a livello politico. Sul futuro del settore sementiero italiano grava infatti una pesante ombra generata dall’applicazione, difforme tra i diversi paesi europei, del Reg 1107/2009 (sulle registrazioni degli agrofarmaci).

Due sono gli articoli su cui le ditte sementiere puntano il dito. Il primo è l'art.28, la cui applicazione in Italia ha comportato l'impossibilità per le aziende nostrane di produrre sementi conciate per l'export con prodotti fitosanitari registrati nel paese di provenienza ma non in Italia.

L'art. 49 ha consentito invece l'ingresso in Italia di sementi conciate con prodotti fitosanitari non registrati nel nostro paese. Il legislatore europeo ha infatti deciso che "gli Stati membri non vietano l'immissione sul mercato e l'impiego di sementi conciate con prodotti fitosanitari autorizzati per tale uso in almeno uno Stato membro".

Francia, un pragmatismo da imitare

Si tratta di posizioni contraddittorie che in altri paesi, come Francia, Austria, Ungheria e Romania sono state superate grazie all'intervento del legislatore nazionale. In Francia ad esempio, l’autorità di riferimento (che Oltralpe è il ministero dell’Agricoltura) ha inquadrato fin dal 2011 la concia fitosanitaria delle sementi come processo industriale, consentendo di applicare per l’export prodotti non autorizzati in pieno campo (in linea con i paragrafi C e D dell’art 28 del Reg. 1107/2009), un passo che non è stato fatto in Italia e che ci sta sottraendo molte quote di mercato.

In occasione dell’evento di Sissa il segretario generale Alberto Lipparini ha anticipato l’impegno di AssoSementi di fare pressione sull’autorità di riferimento (che in Italia è invece il ministero della Salute) affinché si attivi per risolvere una situazione di grave distorsione della libera concorrenza sui mercati.


I numeri di Corteva

Corteva è una società globale che crede fortemente e continua a stanziare notevoli investimenti nel nostro Paese, impiegando circa 600 persone. Oltre allo stabilimento di produzione sementiera più grande d’Italia situato a Sissa (PR), Corteva ne possiede uno per la produzione di fitosanitari a Mozzanica (BG), un centro di ricerca sementiero per il Sud Europa ed una sede commerciale e logistica a Cremona.

Lo stabilimento di Sissa occupa un’area di 70mila metri quadri e produce circa 3 milioni di sacchi di semente convenzionale e biologica all'anno, di cui circa il 20% prende la strada dell'estero. Potenzialmente i nuovi impianti sono in grado di garantire un incremento produttivo +30%.

L’attività di produzione sementi di Corteva in Italia genera un indotto per il nostro Paese pari a 55 milioni di euro.

Corteva gestisce nel nostro paese: 4.500 ettari di mais da seme (70% della produzione nazionale), 1.200 ettari di soia (10%) e 1.200 di girasole (40%).

Seme di mais e girasole di qualità, Corteva investe forte in Italia - Ultima modifica: 2019-09-26T00:20:09+02:00 da Lorenzo Tosi

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