Si esce di casa, si mangia meno pasta

    Grano duro, la produzione mondiale torna a crescere (e i prezzi a scendere)

    Durum days, lo studio Aretè registra un ritorno alla normalità per la filiera di grano duro, con consumi 2021 in linea con la fase pre-covid. la notizia buona: la maggiore attenzione per frumento italiano e di qualità

    Dopo le forti turbolenze generate soprattutto dalla prima ondata della pandemia, la filiera del grano duro e della pasta sembra tornare ai livelli pre-Covid, con una produzione e un trend di consumi che risultano in linea con quelli del 2019.

    Anche il mercato è in via di normalizzazione, con un sostanziale allentamento della pressione sui prezzi che aveva caratterizzato le ultime due campagne.

    Ai Durum Days tutte le sigle della filiera

    È questo il quadro che è emerso dal Durum Days 2021, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della campagna e che anche quest’anno si è svolto in via telematica con la partecipazione di Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, la partnership tecnica di Areté, la collaborazione del Crea e la partecipazione in veste di sponsor di Syngenta-PSB.

    La filiera italiana non si è fermata

    È stato presentato per l’occasione uno studio, elaborato dall’istituto di ricerca Areté, società di ricerca e consulenza specializzata nell’agri-food, dal quale sono emersi questi numeri chiave: nel 2020 la filiera italiana ha prodotto l’11% di pasta in più rispetto al 2019, nonostante il prolungato blocco del settore ho.re.ca, con picchi di crescita superiori al 40% in alcuni periodi dell’anno.

    Il calo dopo l’effetto “accaparramento” di inizio 2020

    Nel 2021 è atteso un ritorno ai livelli pre-pandemia, con una produzione dell’1% superiore a quella del 2019. Anche la domanda si va infatti normalizzando: nel primo trimestre 2021 i consumi di pasta hanno registrato un -15,1% rispetto all’analogo periodo del 2020. La stima per il 2021 è di un -3,4% rispetto al 2020, che porterà i livelli di consumi a quelli registrati nel 2019 (si stima un +1%).

    La fiducia nel made in Italy e nei piccoli marchi

    Rispetto alle scelte di acquisto dei consumatori, prosegue l’attenzione verso prodotti di qualità e per la pasta 100% made in Italy, un trend che sta determinando una crescita della quota di mercato dei piccoli brand di nicchia.

    L’offerta mondiale torna a crescere

    Migliora la disponibilità di frumento duro a livello nazionale, con una produzione attesa in aumento del 9% a livello mondiale e scorte in recupero (+10%).

    Passando ora al mercato, nel 2021 la produzione di grano duro è stimata in crescita sia a livello nazionale (+9%) che a livello mondiale (+6%), anche in virtù dell’aumento delle superfici delle aree seminate (+4%).

    Si inverte finalmente anche il trend delle scorte finali (+10%), dopo ben tre campagne in cui risultavano in calo.

    E i prezzi a calare

    L’aumento della disponibilità di prodotto e la crescita delle scorte contribuiscono a un graduale contenimento dei prezzi, che risultano in calo. Se i prezzi del grano duro avevano infatti raggiunto picchi superiori ai 300 euro a tonnellate nel 2020, sono poi calati gradualmente nel 2021 per tornare sugli stessi livelli del maggio 2019 (290 euro/ton).

    Borse granarie, l'ultima analisi di Stefano Serra

    Una strategia condivisa sul grano duro

    «La filiera del grano duro – hanno commentato le sigle della filiera – è reduce da un anno difficile, durante il quale è riuscita a fronteggiare al meglio l’emergenza Covid e a far fronte al picco di domanda dei primi mesi della pandemia garantendo costantemente le forniture di prodotto».

    «Quest’anno i consumi stanno ritornando ai livelli pre-Covid e uno dei trend più interessanti emersi oggi è sicuramente l’attenzione dei consumatori per il fattore qualità da un lato e la materia prima italiana dall’altro, che stanno diventando sempre più centrali nelle preferenze di acquisto».

    «Si tratta di un aspetto a cui noi come filiera guardiamo con molta attenzione, perché è un segnale incoraggiante su cui far leva anche nel rafforzare una strategia economica del comparto che miri ad aumentare le superfici e le produzioni nazionali di grano duro italiano, andando a ridurre la dipendenza e a garantire maggiore competitività alle imprese».

    Leggi anche 

    Durum Days 2020, preoccupazioni e prospettive dalla tavola rotonda

    Grano duro e pasta, la filiera ha resistito bene all’emergenza da Covid-19

    Grano duro, è possibile creare valore per tutti gli attori della filiera?

    Si esce di casa, si mangia meno pasta - Ultima modifica: 2021-05-18T22:10:24+02:00 da Lorenzo Tosi

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento
    Per favore inserisci il tuo nome